Renzi balla coi Lupi.
La vicenda del ministro Lupi lascia molti interrogativi, dentro e fuori il Governo e soprattutto nella opinione pubblica.
Proviamo ad esplicitarne almeno qualcuno.
Anche nei Ministeri, come si poteva immaginare, si annida la corruzione, con la M maiuscola, perché riferita ad affari di grande rilevanza. Nel caso Lupi non colpisce tanto la questione riferita al Ministro, a suo figlio o a sua moglie, ormai purtroppo quasi di ordinaria amministrazione, quanto gli affari sporchi delle grandi opere, gli appalti truccati, le gestioni personali di progetti pubblici con grandi masse di danaro in gioco. Possibile che basti una persona per deformare tutto il sistema? Nessuno sapeva di nulla? E non c’era un minimo di controllo almeno sugli affari più grandi?
Sembra paradossale, ed è inutile affidarsi all’anti corruzione (e per fortuna che c’è) se non si comincia a costruire un sistema di controllo interno capace di dare almeno un minimo di garanzia a fronte di deviazioni o interessi particolari! Non ce ne sarebbe bisogno in uno Stato eticamente corretto, ma nel nostro invece è indispensabile.
Quando scoppia un caso così sono obbligatorie le dimissioni di chi sta a capo della struttura, non per gli orologi regalati, non per i viaggi pagati alla moglie, ma per l’incapacità (e fermiamoci lì) di gestire una macchina tutto sommato semplice e ripetitiva nei suoi adempimenti.
Ecco perché è giusto parlare di decisione corretta e “dignitosa” da parte del Ministro. E c’è da chiedersi quanti altri sarebbero nelle sue stesse condizioni.
Ma attenzione a parlare di dignità! Il sistema di interessi sul quale è costruita tutta la macchina politica non è compatibile con il concetto di dignità, sono valori che non possono coesistere, se non quando fa comodo per la comunicazione pubblica.
Altrimenti si dovrebbe spiegare, ad esempio, perché le dimissioni di Lupi, neppure inquisito, sono state definite un atto di dignità, mentre si è permesso al sindaco di Salerno, condannato in primo grado, di partecipare alle primarie dei DS e candidarsi alla presidenza della Regione Campania! Con la ridicola scusa che poi, caso mai, interverrà la Legge Severino a impedirgli di ricoprire quella carica! Cioè, niente dignità, ma sotterfugi e norme di legge, che rispondono a interessi particolari, per altro impugnabili davanti al TAR, davanti alla Corte costituzionale, e quant’altro, come già annunciato.
Se non si vuole fare le cose eticamente giuste, si abbia la “dignità” di fare una legge, non impugnabile, che stabilisca una volta per tutte quali sono le condizioni per la, candidabilità a una carica pubblica, magari, come ha già detto qualcuno, scartando le sentenze di primo grado, perché non definitive. Il risultato, con buona pace di tutti, sarebbe una situazione come quella attuale. Senza “dignità”.
E di esempi di questo tipo se ne potrebbero purtroppo citare molti.
Abbiamo detto che si tratta di interessi, di vario tipo, naturalmente, e non solo direttamente economici.
Ad esempio, si capisce perché mai l’Europa e l’ONU, oltre che gli USA, stanno a guardare il massacro che i fondamentalisti islamici stanno compiendo in giro per il mondo? Perché sono prevalentemente (non sempre) in casa d’altri? Dopo l’11 settembre, Parigi, l’Irak, la Siria, Tunisi, Il Cairo, lo Yemen, la Libia, la Nigeria, e tanti altri bastano gli interessi geopolitici a giustificare questa assenza di iniziativa? E bastano le parole, certamente giuste, di Papa Francesco che chiede di diffondere la civiltà dell’accoglienza? Certo non si vuole una guerra generalizzata, ma ci sono molti altri mezzi che si possono utilizzare, sempre che, in questo sistema, non ledano gli interessi particolari e gli equilibri in atto. Aspettiamo, speriamo, per quel che ci riguarda egoisticamente più da vicino, che l’Expo e la Ostensione della Sindone non siano esche appetitose. Certamente militarizzeremo le nostre città, e ci auguriamo che basti.