Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Leo von Klenze (1784-1864) - Ricostruzione di Acropoli e Aeropago di Atene -1846

(Precedente - 2)

Partecipare alla vita politica - (3) L'era della presa di coscienza

di Romeo Gazzaniga

 

L'ampia dovizia di informazioni che raggiunge i cittadini nei tempi nostri, alimenta come mai prima d’ora la loro presa di coscienza e consapevolezza delle incapacità, malversazioni, sfacciata gestione del denaro pubblico da parte di troppo figure della politica cui avevano incautamente riposto la loro fiducia. E con queste lo sconcerto, l'indignazione ed infine rifiuto e tensione interiore.

Gli sbocchi di tale ripulsa li vediamo nelle manifestazioni di piazza, nei talk show televisivi e soprattutto nei social forum. Dai contenuti, pacati, propositivi, sguaiati o pecorecci, risaliamo alle fonti di pensiero che li esprimono consentendoci anche una grossolana mappa delle diverse fisionomie che caratterizzano i profili dei cittadini italiani. Per distanti tra loro che siano nella forma, si ritrovano poi accomunati da una tensione interiore che cerca (per ora in ordine sparso) uno sbocco, una via d'uscita.

Pragmaticamente, uscendo dallo sterile mugugno, una parte cospicua dei cittadini ha deciso di puntare col proprio voto su un nuovo movimento che se la contende alla pari con i partiti storici già avvicendatisi nei vari governi. Ma anche in questo caso sempre di delega in bianco si tratta, e come tale non appagante in quanto prassi lungamente sperimentata in passato senza ricavarne beneficio alcuno: il senso di impotenza e conseguente tensione rimangono.

Una via d'uscita ci viene suggerita dalle lobby, comitati d'affari e faccendieri vari. Ebbene costoro se ne sono sempre infischiati dell'avvicendarsi delle varie elezioni e governi. I loro interessi prima di tutto, li hanno sempre spinti a contattare gli Amministratori di turno per perorare, suggerire, blandire, implorare e se necessario corrompere chi è stato eletto e poi .... colpevolmente abbandonato dai propri elettori a se stesso ed a lusinghe e tentazioni varie.

Le conseguenze? Dilapidazione di pubblico denaro che viene ad essere sottratto ai cittadini/elettori che a fronte di ciò si ritrovano a rinunciare ad una buona qualità dei servizi attesi ed a riforme che adeguino il Sistema Italia alle mutate esigenze dei tempi.

Che sia finalmente in corso un’era in cui una parte sempre più grande di cittadini prende coscienza e diventa consapevole, è già buona cosa. Un po' meno la tensione che deriva dal senso di impotenza alle attese tradite ed al malcostume imperante. Ne scaturiscono variegate proposte operative sinora superficiali o inattuabili.

La via intrapresa dalle lobby, peraltro vincente, dovrebbe incanalare sullo stesso percorso quella dei cittadini nell'unico modo sia costituzionale che efficace: ai Partiti è demandato istituzionalmente il compito di concorrere per governare il Paese e gestirne le risorse, ai cittadini il dovere di entrare nel Partito che hanno votato per una irrinunciabile azione di controllo.

Frequentarne almeno 5/6 volte all'anno (le occasioni più importanti) le Sezioni per controllare, proporre, dissentire, suggerire, modificare, eleggere delegati è un gigantesco quanto efficace antidoto alle tensioni e sterili mugugni.

Una delle prime iniziative da intraprendere sarebbe quella di demolire un a dir poco irresponsabile modus operandi della classe politica da vari decenni: per attuare i loro più o meno condivisibili disegni politici (dai costi dei progetti, a quelli del personale e degli immancabili consulenti) facciano riferimento alle sole risorse disponibili e si guardino bene da attingere al pozzo (disponibile sino a quando?) del già mostruoso Debito Pubblico.

A tal proposito suggerisco, a completamento dell'argomento Debito Pubblico, di ridare un’occhiata all'Assunto n. 3 de "Il Lavoro" già nell'archivio de "Il Futuro.com".

(Continua)

Inserito il:03/02/2017 18:11:18
Ultimo aggiornamento:12/05/2017 14:57:50
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