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Un'Europa post-americana
di Achille De Tommaso
Nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, Washington entrò in guerra per impedire alla Germania di dominare l'Europa. La NATO, fondata nel 1949, fu quindi progettata per escludere la possibilità che un singolo paese potesse prendere il controllo del continente, e danneggiasse gli USA. Come osservò il Segretario di Stato Dean Acheson (Il più famoso segretario di stato americano) quell'anno, “le due guerre mondiali ci hanno insegnato che il controllo dell'Europa da parte di un'unica nazione costituisce una minaccia intollerabile per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti" (*).
Per più di cento anni, gli Stati Uniti hanno quindi avuto un obbiettivo politico in Europa: anche se l’obbiettivo dichiarato era quello di proteggerci (e proteggersi) dall’Unione Sovietica, quello reale era di mantenere il potere economico e militare del continente diviso tra più stati, impedendo l'emergere di un egemone europeo che cercasse di consolidare tale potere per sé.
Utilizzando i dati della CIA, l’Europa ha oggi la maggiore presenza di truppe americane, rispetto ad altre aree geografiche globali, con circa 100.000 militari; in particolare dislocati in Germania, Italia e Regno Unito. Per la cronaca: In Italia sono 120 le basi Nato, di diversa natura e gestione, note per il loro posizionamento nella penisola, a cui si aggiungono 20 basi segrete degli Stati Uniti, la cui posizione non è nota per ragioni di sicurezza. E di cui gli USA sono i gestori unici.
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Tuttavia, sebbene la politica americana nei confronti dell'Europa, abbia garantito decenni di stabilità, ha in realtà limitato lo sviluppo di una vera autonomia europea; e ha creato una serie di criticità, che oggi vengono al pettine, e che cerco di analizzare di seguito.
Il continuo impegno militare degli Stati Uniti nel continente ha favorito una dipendenza eccessiva degli stati europei dalla protezione americana. Questo ha impedito all'Europa di sviluppare una propria capacità difensiva autonoma, rafforzando l'idea che la sicurezza del continente debba essere garantita dagli Stati Uniti, piuttosto che dagli stessi europei.
L'allargamento della NATO verso est, fortemente sostenuto dagli USA, e che ha molto irritato la Russia, ha poi aumentato le responsabilità degli Stati Uniti nella protezione di paesi vulnerabili e di confine, creando un maggiore impegno per Washington, ma lasciando l'Europa in una posizione di attesa passiva, senza prendere l'iniziativa di rafforzare la propria sicurezza; e con danni commerciali dall’imposizione, ad esempio, di sanzioni alla Russia.
La completa leadership americana nella NATO ha poi spesso orientato l'alleanza verso interventi che non sempre hanno rispecchiato le priorità europee. Operazioni militari in altre regioni del mondo, decise sotto la guida di Washington, hanno portato infatti l'Europa a sostenere impegni militari non sempre in linea con i propri interessi o esigenze di sicurezza. Questo ha anche creato una disconnessione tra la politica estera europea e quella americana, con l'Europa che spesso si trova a dover seguire le scelte di Washington piuttosto che definire le proprie priorità strategiche.
Un altro aspetto critico della politica americana è la pressione costante affinché gli stati europei investano di più nella difesa, ma acquistino principalmente armamenti e tecnologia statunitense. (es. F-35 Lightning II, Sistemi di difesa aerea Patriot, Missili Javelin, elicotteri Black Hawk e Apache). Questo fatto ha bloccato lo sviluppo di un'industria della difesa europea indipendente, impedendo al continente di creare un sistema militare autonomo. La dipendenza tecnologica non solo limita la sovranità europea, ma rende l'Europa meno capace di rispondere a minacce future con prontezza e flessibilità. L'impatto economico di questa politica è rilevante. Gli stati europei, pur aumentando la loro spesa militare, non stanno investendo sufficientemente nella propria capacità industriale-difensiva. Questo frena lo sviluppo di una difesa europea realmente indipendente e limita la capacità dell'Europa di diventare una potenza militare autonoma.
Da notarsi, poi, come la ricerca militare sia stata, ed è, la porta per ottenere forti sviluppi tecnologici anche in area civile: questa dipendenza dagli USA contribuisce a spiegare, quindi, l’arretratezza di sviluppo tecnologico europeo, a favore di quello USA. Ricordo come non manchi Draghi, nel suo rapporto sulla competitività europea, di notare questa nostra arretratezza, ma senza spiegarne le cause.
Inoltre, questa dipendenza ha alimentato tensioni interne in Europa, dove alcuni paesi vedono le imposizioni americane come un ostacolo alla propria sovranità.
In sintesi, la politica americana ha contribuito alla stabilità europea, ma al costo di una dipendenza che ha indebolito l'autonomia e la capacità del continente di agire indipendentemente. Gli Stati Uniti hanno spinto per un'Europa sicura, ma spesso alle condizioni di Washington, lasciando gli europei in una posizione di subalternità strategica, tecnologica e militare. E ad una diretta esposizione al rischio nucleare.
Per un futuro più equilibrato, sarebbe necessario un ripensamento delle relazioni transatlantiche, con una maggiore responsabilità e autonomia europea nel garantire la propria sicurezza e nel decidere la propria politica estera.
RIFERIMENTI
(*) A POST-AMERICAN EUROPE :https://www.foreignaffairs.com/europe/post-american-europe-justin-logan-joshua-shifrinson
LE FORZE NATO PRESENTI IN EUROPA DELL’EST https://www.rainews.it/articoli/2024/03/le-forze-nato-presenti-nelleuropa-dellest-il-dispositivo-militare-la-scheda-ddd22c76-e8ee-44d3-b906-f6aff28c11a3.html
LE BASI NATO IN ITALIA: https://www.wired.it/article/basi-nato-in-italia-dove-sono/#:~:text=Sono%20120%20le%20basi%20Nato%20in%20Italia%2C%20di%20diversa%20natura,nota%20per%20ragioni%20di%20sicurezza.
BASI MILITARI AMERICANE NEL MONDO https://www.geopop.it/dove-si-trovano-e-quante-sono-le-basi-militari-americane-e-i-soldati-usa-nel-mondo/