Daniel Laisney (Ouest France, 1948 - ) – Les Gilets jaune – Acquerelle (2018)
I Gilet gialli (1)
di Vincenzo Rampolla
Parigi, sabato 12 gennaio 2019, Atto IX della protesta.
Ore 7.00, incollato agli schermi di due computer e a quello TV sintonizzato sul canale francese F24, mi collego con Nathalie a Parigi e Manon a Lione, fedeli alleate da più di mezzo secolo. Sì, a Parigi, virtualmente in Rue de Bercy, con il Ministero dell’Economia e Finanza e a Lione in postazione su Bourges, al centro dell’esagono. Per una decina d’anni in Bull a Parigi e Bruxelles, uscito di mia volontà dopo due anni di Olivetti General Electric, progettista di software e analista, emigrante irrequieto e smanioso, alla ricerca di una libertà di pensiero e di azione che la Francia sapeva offrirmi, poi richiamato in Italia e ancora fuggiasco e per la terza volta ricercato e ripescato a Ivrea da E.Piol e infine in Svizzera, metà anni ’80, in un’Olivetti (Hermes) destinata alla fine, sotto le ali di Pietro Bordoli. In una clinica a due passi dalla Tour Eiffel nasce il terzo figlio e la città mi è rimasta dentro, nell’anima e nel cuore.
Voglio sapere tutto sui Gilets jaunes nel loro 9° sabato di fuoco e di contestazione. Da tempo preparo con Lione la cronaca delle operazioni in Francia e con Nathalie la diretta da Parigi, minuto per minuto. Nel 1968 ho vissuto il maggio studentesco da spettatore ingenuo e ignaro di politica, di paghe orarie e sindacati. Questo sabato, a cinquant’anni dal primo treno per la Gare de Lyon, l’indomani del 76° compleanno, sento il desiderio e il bisogno di rivivere quel clima. Sempre irrequieto e smanioso, devo vedere e sentire e raccontare da maturo spettatore la cronaca di un evento dalle dimensioni inattese.
L’origine del movimento
I Gilets gialli nascono spontaneamente da un appello sui social che invitava a scendere in strada con un simbolo distintivo, il giubbotto giallo catarifrangente per legge tenuto in auto dai francesi.
- Senza partiti politici o sindacati alle spalle, senza leader, creato dal nulla, noi siamo le peuple francais e basta. - dice Eric, barista di 24 anni a Bourges.- Tra di noi troverai ogni tipo di classe sociale, dallo studente alla casalinga, dal dirigente all’operaio, dal disoccupato al pensionato.-
Il 29 maggio 2018, Priscillia Ludovsky, 33 anni originaria della Martinica, master in finanza internazionale, lascia la banca per lanciarsi in una boutique online di prodotti di biocosmesi nella regione parigina dove vive. Figura emergente, pasionaria porta parola dei Gilets gialli, ha diffuso una petizione nel web per chiedere un calo dei prezzi del carburante alla pompa riducendo la TICPE (Tassa nazionale di consumo dei prodotti petroliferi) e ha proposto al Governo concreti piani di intervento, senza polemizzare sul rapporto tra ecologia e potere d’acquisto. Immediato il successo, raggiunge 226.000 firme il 25 ottobre 2018 e supera il milione a metà gennaio 2019.
Il 10 ottobre, due autotrasportatori della Seine-et-Marne, Bruno Lefevre e Éric Drouet, hanno lanciato su Facebook una chiamata al "Blocco nazionale contro l’aumento del carburante". Il 17 novembre l’idea viene ripresa da altri enfants de la patrie, cittadini che sostengono blocchi di strade e rotatorie in vari dipartimenti. Da quella data diversi video diventano virali sui social, tra cui quello di un inglese, J. Mouraud, che a novembre raccoglie più di sei milioni di visualizzazioni. Durante il viaggio del Presidente della Repubblica a Albertville nella Savoia, per la commemorazione dell’Armistizio 1918, alcuni manifestanti vogliono incontrarlo, subito respinti dalla polizia. Il 10 e 15 novembre, attivisti legati al movimento decidono il blocco simbolico di una rotonda a Neubourg in Normandia.
Il 14 novembre, il Sindaco di Morbecque, nel Dipartimento del Nord, espone un gigantesco Gilet giallo sulla facciata del Municipio a sostegno del movimento. Il giorno dopo scatta un’operazione a pedaggio libero nella regione dei Pirenei Atlantici di Pau e un'operazione lumaca sulla tangenziale. Macron dichiara il 14 novembre: Hanno il diritto di protestare. Voglio capire la loro sfiducia. Ci sono molte persone che vogliono recuperare questo movimento, non muta tuttavia le decisioni del Governo sull'aumento della TICPE. Il primo ministro E.C.Philippe risponde alle minacce del blocco: - Se qualcuno dice, Sto per bloccare, sa che nel farlo si assume un rischio -.
L’inizio, dal 17 al 23 novembre 2018
Sabato 17 novembre, di buon mattino il movimento inizia a Parigi con il blocco del traffico, dopo una manifestazione alla Porte Maillot (Nord ovest). Nel pomeriggio decine di dimostranti marciano sugli Champs-Elysees a Place Charles de Gaulle, per poi dirigersi verso il Palazzo dell'Eliseo, prima di essere bloccati in Place de la Concorde. L’indomani il Ministero dell'Interno riferisce le sue cifre per il giorno 17: un picco di 287.710 manifestanti in 17 ore in tutta la Francia, 2034 siti occupati, un morto, 409 feriti, 117 arresti effettuati da 73 agenti. I rappresentanti eletti di destra e di sinistra denunciano la deliberata presa sotto gamba delle cifre da parte del Ministero. Il dissenso si allarga tra i diversi movimenti dei Gilets gialli. Priscillia Ludovsky e Éric Drouet intervengono, ma in modo scomposto. Sono in disaccordo, si osteggiano e mettono a nudo su Facebook gli elementi del loro dissenso. Entrambi sono ricevuti come portavoce dei Gilets gialli il 28 novembre da François de Rugy, Ministro dell'Ecologia. Immediatamente emergono posizioni discordi. Camionista, 33 anni, Éric Drouet sale rapidamente tra i volti più pubblicizzati della protesta e dopo gli Atti di novembre non perde una dimostrazione a Parigi sugli Champs-Elysees e moltiplica le apparizioni sui social network. Arrestato due volte per una dimostrazione a Parigi non notificata e per divieto di porto d’armi, richiede alla Ludovsky di cambiare il nome del loro gruppo, adducendo la sicurezza della moglie, della famiglia nella Seine-et-Marne e di tutta la sua vita.
I 9 Atti (dimostrazioni) dei Gilets gialli in Francia
Dal 17 novembre a oggi, in totale nove dimostrazioni di Gilets gialli si sono svolte di sabato sul territorio nazionale e a Parigi. In diretta viene vissuto e commentato l’Atto IX del 12 gennaio.
Atto IX – 12 gennaio 2019 – Il fermento in tutta la Francia
Ore 9:00. Oggi i dimostranti hanno iniziato a convergere a Bourges in un grande spazio vicino al centro. Hanno avuto il permesso di riunirsi e installare lo stand per distribuire caffè e brioche ai nuovi venuti. Arrivano con auto, treni e autopullman organizzati. Dopo le 10.30, circa 300 persone sono radunate in centro città. - Si tratta di dimostrare la nostra unità a partire dal centro della Francia. - dice Priscillia Ludovsky. - Dopo aver partecipato a otto raduni a Parigi, mi auguro che a Bourges la polizia sia più aperta e che il clima sia calmo. Da Bourges parte l’organizzazione e si irradia sull’intero territorio nazionale. Sono certa che i Gilets gialli risponderanno con l’entusiasmo di sempre, dobbiamo mostrare che siamo fortemente determinati. -
Il Prefetto ha disposto il divieto di qualsiasi riunione nel centro storico della città e giardini, musei e edifici pubblici restano chiusi. I passeggeri sono perquisiti all'uscita del treno che arriva a Bourges, dice un giornalista in contatto con Manon; 15 persone sono state arrestate, 5 di loro nelle prime ore del mattino in un'auto in cui la polizia ha trovato sfere di metallo, da usare come proiettili.
Ore 12:39. Le attività di stampa della Yonne, dipartimento della Borgogna, sono bloccate. 50 Gilets gialli mobilitati a Auxerre, la notte tra venerdì 11 e sabato 12 gennaio hanno interrotto il lavoro del Centro stampa e bloccato diversi veicoli pronti per le consegne dei giornali locali. 20.000 copie della Voix du Nord non sono state recapitate. Per rappresaglia i Gilets gialli hanno incendiato i pallets dopo l’inaccettabile trattamento ricevuto dalla Direzione del giornale. Impianti in fiamme, insulti, minacce. Anche il settore distribuzione di Valenciennes ha perso la consegna di 15.000 copie. A fine dicembre i Gilets gialli avevano impedito il recapito di 180.000 copie nella Loira.
Ore 13:56. Questo sabato, oltre ai due poli di Bourges e Parigi, il piano prevede che i Gilets gialli sfilino nelle città delle province francesi, dalla Normandia alla Costa Azzurra, dalla Bretagna alla Savoia. A Bourges città di 66.000 abitanti almeno 5.000 dimostranti si sono radunati all’esterno del centro storico. Dopo vari tentativi, la polizia ha cambiato le disposizioni di inizio giornata e ha concesso la visita del centro. La manovra non ha dato esito positivo e scoppiano scontri. A Tolosa, Marsiglia, Nantes, Nimes, Lione, sui muri le scritte Macron demission. A Saint-Étienne, Saint-Brieuc, nelle Côtes d'Armor della Bretagna, molti hanno marciato brandendo la Gwenn ha du, la bandiera bretone e all'inizio della giornata, con 3000 persone hanno inscenato un'operazione lumaca sulla National 12. Spicca tra i cartelli un grande piccione spelacchiato con la scritta I piccioni ne hanno le scatole piene di essere spennati. A Rouen, un corteo di 2.500 persone è stato mitragliato con gas lacrimogeni; due poliziotti in borghese sono stati presi a pugni e uno è stato portato in ospedale. Con l’aiuto di Paris Normandy Manon ha ottenuto un video di quell’aggressione.
A Caen, circa 2.500 persone si sono riunite in un generale clima festivo. A Strasburgo, le 1.500 persone della sfilata sono state disperse con proiettili e granate lacrimogene. Anche senza denti sgranocchiamoci Macron, è scritto sulla schiena dei Gilets gialli. Sui muri a ripetizione le scritte Macron demission. Sabato pesante a Bordeaux con un impegno superiore a quello dei precedenti raduni. Volano proiettili di ogni tipo e gas lacrimogeni. Sulle rotaie del tram e in piazza, vandali (casseurs per i francesi, prezzolati sfasciatutto) hanno acceso impressionanti incendi di pallets e bidoni della spazzatura e divelgono i cordoli dei marciapiedi per usarli come armi. Diversi feriti sono evacuati dai vigili del fuoco. L'elicottero della gendarmeria continua a registrare senza sosta scene di violenza. La Caisse d'Epargne e il Centro Reclutamento della Gendarmeria vengono saccheggiati e devastati, i mobili sfasciati e i bidoni della spazzatura continuano a fumare.
Nel primo pomeriggio il Ministero dell'Interno ha valutato a 32.000 i manifestanti in tutto il paese, di cui 6.000 a Parigi. A Lille più di 3.000 Gilet gialli - hanno iniziato la marcia cantando la Marsigliese, per poi scandire in coro Christophe à la maison, Macron en prison, con riferimento a C.Castanier Ministro dell’Interno. A Nizza, alle 19:46 un fantoccio di Macron viene strapazzato da un gruppetto di Gilets gialli. Dinanzi a una folla festante, il burattino vola in aria. - Deve decollare verso il mondo che ama: la finanza e il denaro. – dice un’anziana signora circondata da 600 Gilets gialli. Posto su un lenzuolo mantenuto teso dai Gilets, viene rimbalzato in aria più volte. È una tradizione nizzarda. Durante il carnevale, il pupazzo viene spinto in alto diversi metri come simbolo delle ansie accumulate nell'anno. Da sempre i rituali del carnevale per la folla mascherata sono un’occasione per dare fuoco al Re del Carnevale, quest’anno dal 16 al 28 febbraio.
- Da Nizza, Macron finirà dritto su Giove. - sghignazza un Gilet giallo.
Alle 20.00 in tutta la Francia si sono contati 84.000 Gilets gialli, di cui 8.000 a Parigi. È il secondo incremento di presenze dopo i 50.000 dell’Atto VIII e i 32.000 dell’Atto VII. L’Atto I aveva riunito 288.000 persone. I fermi di polizia sono stati 244. Nell’Atto V del 5 gennaio, è stato devastante l'attacco al municipio di Rennes e al Tribunal de Grande Instance di Perpignan, nonché a Parigi l'assalto di due gendarmi da parte di un ex pugile professionista, Christophe Dettinger. Segnalate anche l’irruzione al Ministero dell’Economia e Finanza e le molteplici violenze della polizia, in testa quella di Tolone con il video di un ufficiale in scontri e pestaggi ai manifestanti.
Atto IX – 12 gennaio 2019 – La manifestazione a Parigi
Ore 11.00. Nella capitale centinaia di Gilets gialli partono in massa da Bercy verso Place de l'Etoile sull’onda di Parigi in piedi, sollevati! Arrivo a Place de l'Etoile tra le 16.00 e le 17.00. L’evento, preparato in particolare da Éric Drouet, prevede una fermata in Place de la Bastille. Un nutrito schieramento della Gendarmeria è in assetto in Place de l'Etoile con 4 blindati con ruote. Il sindacato Union Solidaires, in questo sabato e per i sabati futuri chiede dimostrazioni in tutto il territorio con o senza gilet. Nathalie conferma che molti sindacalisti si sono uniti al movimento e che partecipano anche le strutture locali CGT. Il 12 gennaio deve essere un punto di svolta, un punto di partenza per estendere il movimento alle aziende, moltiplicare le Assemblee Generali dei Gilets gialli e rossi, mescolare tutti i colori e la nostra rabbia, per andare verso uno sciopero generale.
Ore12.15. La folla è alla Bastiglia. Siamo stufi! Non ne possiamo più! urlano i manifestanti. Macron demissions. Poi i Gilets intonano la Marsigliese.
Ore 13.37. I Gilets gialli convergono su Place de l'Etoile. - La borghesia, giù in strada! Finitela di starci a guardare! Unitevi a noi!- protestano vivacemente i manifestanti e scalmanati attraversano i quartieri parigini dei ricconi.
Ore 14.00. Il Ministero degli Interni annuncia 42.000 manifestanti in tutto il paese, di cui 8.000 a Parigi. L’atmosfera si scalda quando le serrande dei negozi si abbassano una dopo l’altra.
- Sono rinchiusi come in uno zoo. - lancia un Gilet giallo in segno di sfida.
Ore 14.30. Christophe à la maison, Macron en prison! risuona chiaro e martellante in ogni arteria che converge su Place de l'Etoile. Un uomo corpulento sulla sessantina, si presenta ai gendarmi con un raccoglitore di plastica, le foto dei feriti delle precedenti manifestazioni.
- Con la flashball. - dice - Mascelle rotte ai Gilets gialli. È questo l’ordine?- (flashball o LBD, Lanceur de Balles pour Defence, arma non letale brevettata in Francia, con proiettili di gomma morbida e potenza del pugno di un pugile). Insiste e aggredisce verbalmente un agente: - Guarda cosa ci hai fatto … Hai visto? Eppure siamo come te. – Impassibile il poliziotto tace. Primi scontri e pioggia di lacrimogeni all'ingresso di Avenue Wagram.
Ore 15.00. Molti manifestanti tentano di attraversare Avenue Wagram bloccata dalla polizia. Figli di puttane della polizia, fanculo alle vostre madri, urlano scomposti e minacciosi i Gilets. Edicola distrutta. Lancio di pietre da un lato, lacrimogeni dall'altro. Carica dei gendarmi dei furgoni blindati. Un Gilets giallo cade a terra: proiettile tra le cosce, macchia di sangue al basso ventre. Intervento immediato di un'équipe medica. Tensione in crescendo. Gilets gialli aizzano e sbandierano uno striscione con scritto: ABOLIZIONE DELLA QUINTA REPUBBLICA. Arriva un Gilet giallo con le ultime notizie: - Abbiamo altri tre feriti colpiti da flashball.- I Gilets concentrati in Place de l'Etoile, vengono bombardati senza mezze misure con lacrimogeni mentre la polizia usa i cannoni ad acqua per disperdere la folla all'ingresso della piazza. - Ho partecipato a tutti gli Atti a Parigi, tranne uno, ero in una rotonda a Chartres. Il movimento sembra fiacco oggi. È facile fare clic su Facebook e guardare le immagini. È un secondo. Qui si combatte e si rischiano le botte. La vita continua, non abbiamo scelta. - lamenta una donna.
Ore 17.05. Place de la République. In tutti i luoghi di raduno, nell’intera Francia, i Gilets gialli cantano l'inno nazionale. Non manca la commozione. Si va verso Place de la Bastille e continua l’ossessivo martellare di: Macron dimissions. Cresce la tensione. - La polizia è con noi. - urla un gruppo di facinorosi. Il giornalista segnala a Nathalie l’arrivo di militanti di estrema sinistra e scoppia feroce lo scontro con le auto della polizia e i cannoni ad acqua. Parte della folla continua con le urla: La polizia con noi, mentre lungo gli Champs-Elysées, uno a uno scompaiono gli addobbi e le luci di fine anno. Un teppista è all’opera e appicca il fuoco a tre bidoni di spazzatura.
Ore 17.21. Secondo un rapporto finale inviato ai media dalla Prefettura di Polizia, il bilancio della giornata è di un centinaio di arresti e di 74 fermi.
Ore 18.00. Il gruppo compatto di Gilets gialli che si era formato tra Saint-Lazare e Opera è stato disperso dalla polizia a cavallo. I manifestanti vagano tra i passanti vicino a Place de l'Opera. Macron ci considera tutti idioti, scandiscono con voce tuonante. Centinaia di Gilets gialli abbandonano Place de l'Etoile, altri convergono dalla Gare Saint-Lazare a Opera, lasciandosi alle spalle le Galeries Lafayette. La folla ora è compatta e calma. Kevin, 30 anni, responsabile della logistica, è un Gilet giallo. Dice che prima è stato colpito da un lacrimogeno. Si ferma, vorrebbe che Macron un giorno lo ricevesse e l’ascoltasse. - Non capisce nulla.- grugnisce. Si allontana e scuote la testa. - E quando parliamo, lui pensa a quanto noi siamo stupidi.-
Manifestazioni di Gilets gialli in Europa e nel mondo
Ore 14:34. I Gilets gialli esportano le loro idee fuori dai confini francesi. Due proteste sono state organizzate a Londra, con violenti scontri di Gilets gialli: un gruppo di estrema sinistra contro l'austerità, l'altro di estrema destra per la Brexit.
Ore 14:58. Oggi sfilate di protesta anche in Canada. La pagina Facebook Yellow Vests Canada, trasmette il messaggio: Ne abbiamo le palle piene delle tasse, con più di 100.000 iscritti.
In Belgio morte di un Gilet giallo. Un partecipante a un raduno nel Belgio orientale al confine con la Francia, ha cercato di forzare uno sbarramento in autostrada ed è morto la sera di venerdì, investito da un camion. Molte nazioni europee sulla scia delle rivolta francese hanno manifestato a novembre e dicembre 2018. Sono rilevanti gli esempi di Germania, Bulgaria, Spagna, Irlanda, Olanda, Portogallo, Serbia, Polonia e Svizzera. Motivazione comune alle proteste di solidarietà con i francesi sono l’aumento del prezzo del gas, dell’elettricità e della benzina. In particolare la Germania si è lanciata in difesa della Pace Mondiale per le Migrazioni e la Polonia contro la mancanza di aiuti statali agli allevatori di maiali per le perdite causate dalla peste porcina africana.
Nel mondo si segnalano l’Algeria, la Repubblica Centro Africana con una cinquantina di Gilets gialli all’arrivo del Ministro francese della Difesa all’aeroporto di Bangui, per contestare una vendita al Governo di una partita di 1.400 armi di qualità scadente; l’Egitto, per il timore di ripercussioni interne in occasione dell’ottavo anniversario della rivoluzione, dopo l’apparizione su Facebook di un avvocato egiziano con indosso un Gilet giallo; l’Iraq, la Giordania, il Libano, il Pakistan, Taiwan e la Tunisia, con un Gilet rosso, in omaggio al colore della bandiera nazionale e per mancanza di Gilet gialli.
(continua nel prossimo articolo con Rivendicazioni dei Gilets gialli, Danni e Costi)