Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Viktoriya Bubnova (Mosca, Contemporanea) - Adagio - 2007

 

Adagio adagio ma non troppo

di Giorgio Panattoni

 

I nodi si sa vengono quasi sempre al pettine.

I ripetuti attacchi a Renzi, al PD e al Governo da parte degli scissionisti di sinistra e degli altri movimenti che si collocano a sinistra del PD, persino le inattese entrate a gamba tesa di Prodi stanno producendo i loro effetti.

Oggi le dimissioni del ministro Costa, centrista, ieri le dichiarazioni di buona parte della galassia di centro destra fuori da Forza Italia, persino le avance dei cosiddetti verdiniani vanno tutti nella direzione di un ricongiungimento con la casa madre, quella che oggi pare promettere i posti più remunerativi e la prospettiva di governo più probabile.

Anche Casini, noto per il suo equilibrio, ha dichiarato che è venuto il tempo di rialzare la testa e di uscire allo scoperto.

Insomma, si va verso la grande ammucchiata di centro destra, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, centristi, Verdiniani, Udc, etc.

il governo di coalizione è finito, resta in vita dimezzato e con tanti problemi. Vedi la rinuncia alla legge sullo ius soli, unico paese l’Italia a non avere una legge in materia in Europa, vedi le dichiarazioni bellicose degli scissionisti sulla legge di stabilità, vedi le difficoltà sul tema immigrati, etc.

Se si andasse a votare con la legge elettorale uscita dalla sentenza della Consulta i problemi resterebbero tutti aperti.

Innanzi tutto sono previste le singole liste e non le coalizioni. Secondo, il premio di maggioranza è assegnato alla lista che supera il 40% dei voti.

Per modificare queste regole ci vuole un accordo in parlamento. Molto difficile, perché i Cinque Stelle e il Pd (almeno una parte consistente di esso) sono contrari alle coalizioni ed è impensabile far scendere la soglia del premio di maggioranza sotto al 40% perché vi è un rilevante rischio di incostituzionalità.

E allora?

E’ quasi impossibile che una singola lista raggiunga il 40% dei voti.

I sondaggi più recenti, prendendo la media di tutte le rilevazioni per quello che valgono, danno la seguente situazione:

 

PD 27.8 %

CINQUE STELLE 28.2 %

FORZA ITALIA 13.2 %

LEGA 14.2 %

FRATELLI D’ITALIA 4.7 %

MDP 3.5 %

SINISTRA ITALIANA 2.5 %

ALTRI 5.9 %

 

Ma è altrettanto improbabile che una coalizione ci riesca. Secondo mie stime ragionate la situazione potrebbe in questo caso essere (nella ipotesi oggi rischiosa che i partiti si mettano d’accordo)

 

CENTRO SINISTRA 33 %

CENTRO DESTRA 35 %

CINQUE STELLE 29 %

ALTRI 3 %

 

E’ OVVIO CHE LA SITUAZIONE E’ IN EVOLUZIONE MA A ME PARE CHE SIA DIFFICILE FAR SCATTARE IL PREMIO DI MAGGIORANZA.

 

E allora?

La ipotesi oggi più probabile è che si debba ricorrere a un governo di coalizione, come in Spagna, come in Germania, per citare due esempi importanti. E come attualmente in Italia.

Le prossime settimane saranno molto calde su questo tema e non si conteranno le uscite forti se non addirittura violente e ingiuriose per tentare di modificare la situazione.

Credo che ragionare sui numeri al momento del voto sia quanto mai importante per scegliere quello che si vuole o per lo meno per ostacolare quello che si ritiene più negativo. Per sé e per il paese.

 

Inserito il:20/07/2017 17:12:23
Ultimo aggiornamento:20/07/2017 17:18:12
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