Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Brice Marden (Bronxville, NY, USA, 1938 - ) - Event (2004-7)

 

Cronache dal Palazzo

di Tito Giraudo

 

Al solito le tifoserie politiche si stanno riposizionando esattamente come i tifosi delle curve calcistiche.

Si è riformata una curva di sinistra e una di destra; poi, un certo numero di aspiranti tifosi va allo stadio politico attendendo si liberi l’abbonamento dei centrali. Ma li, costano cari i biglietti.

Per esemplificare Incominciamo dalla Sinistra, soprattutto dal PD.

Pensandoci bene è difficile trovare uno schieramento politico con una vocazione suicida così marcata.

Avevano un Capo in questi anni dove i capi sono invocati, perderlo senza aver trovato un sostituto credibile è stato improvvido, tanto che il morituro prima di spirare ha mostrato quegli attributi che certo non gli mancano.

Approfittando della cazzata del Truce, da attore consumato che conosce a menadito i tempi drammaturgo politici, ha giocato la sua carta che a molti è apparsa azzardata tuttavia, per me, era l’unica a disposizione:

Costringere il PD a fare l’alleanza con i Grillini, quella stessa che dopo le politiche, forte di un nutrito gruppo di parlamentari aveva scongiurato.

Per farmi capire dalle tante anime belle presenti nel creato (anche tra i miei amici), cercherò di ragionarci su. Il Renzi nazionale nasce come rottamatore, apparentemente evocando il ricambio della classe dirigente Piddina, sostanzialmente, quale rottamatore degli schematismi di un Partito nato quasi esclusivamente per contrastare il centro destra di Berlusconi tenendo in vita però quelle che erano ormai solo due tradizioni: la comunista e la popolare. Nel gergo politichese: i cattocomunisti.

Era il PD di Bersani quello. L’ultimo epigono, filosofo dello Stato pontificio.

Dopo un primo tentativo andato a vuoto, Renzi approfittò dei deludenti risultati elettorali e dell’ancor più deludente e ridicolizzante trattativa in streaming con Grillo. Diventò Segretario aprendo immediatamente ai moderati berlusconiani con la stagione del Nazzareno.

Non mi dilungo su vicende conosciute.

Il Nazareno fallì perché per il PD Berlusconi era ed è ancora un tabu e lo stesso Berlusconi non volle perdere la carta dell’anticomunismo e procedere in solitaria dentro e fuori dal Partito. Ciò fino alla furbata (si fa per dire) di sfidare Salvini su chi prendeva più voti. Mal gliene incolse….

L’attuale ricomposizione del Centro Destra, sarà pure una necessità per Salvini ma non salva certo la sopravvivenza di Forza Italia. Il bipolarismo Berlusconiano è diventato quello Salviniano.

Renzi, ha rotto gli indugi perché ha capito che la sua permanenza nel PD non era legata solo alla sopravvivenza fisica del suo gruppo, quanto piuttosto alla scelta ideologica di dialogo con Beppe Grillo e il mondo Grillino a cui la sinistra si sente molto più vicina che non ai moderati, se apparentemente sembra favorire l’alleanza giallo-rossa, in realtà spinge il PD nel baratro di un ritorno alla sinistra velleitaria. Meglio quindi per i Renziani avere le mani libere, giocare sulle contraddizioni e nel contempo cercare di occupare quel Centro a cui molti aspirano, soprattutto molti elettori agognano.

E’ questa una scommessa dall’esito incerto perché Renzi soffre ancora fortemente dai prodromi della sconfitta dovuta dal dimezzamento dei voti tra le Europee e le Politiche, forse più ancora di quella del referendum dove, secondo me aveva ragione lui e torto l’elettorato, per non parlare del Berlusca….

Difficile poter fare delle ipotesi sul futuro.

Il PD a trazione sinistra non solo è condannato alla marginalità ma potrebbe ulteriormente scindersi secondo le migliori tradizioni di quella parte politica.

I Cinque Stelle, sono sull’orlo di una crisi di nervi, preoccupati solo di arrivare a fine legislatura per salvare la pagnotta. Beppe Grillo, terrorizzato dalla sua creatura e senza un socio politicamente capace, si è ridotto a puntare su Conte che tutto è, meno un Grillino ma che potrebbe guidare una scissione dei “responsabili”. Responsabili in cui non potrà esserci Di Maio e non perché non sia un Doroteo come Conte, quanto perché non avendo capito di non poter più fare il Capo, sgomita per la conservazione del prestigio che Grillo, Casaleggio e troppi Grillini pare, non gli concedano più.

Il dramma dei Grillini è di aver puntato sul tandem sbagliato, aver tenuto Di Battista a bagnomaria non l’ha preservato da quelle brutte figure che si sarebbero moltiplicate se le parti con Di Maio si fossero invertite. Se qualcuno poteva avere dei dubbi sulla democrazia diretta, il laboratorio pentastellato ha dato il suo responso inequivocabile.

L’alternativa a Di Maio è solo Conte e un accordo anche strutturale con il PD, il che vorrà dire la fine del Movimento e del PD come l’abbiamo conosciuti fino ad ora. Su come la penseranno i rispettivi elettorati non mi pronuncio.

Veniamo alla Lega, apparentemente inarrestabile.

Apparentemente perché stamani sul Foglio è uscito un lungo articolo del vecchio Maroni che pur facendo dichiarazioni di fedeltà al leghismo, lancia una serie di siluri a Salvini, al salvinismo e al suo cerchio magico. Mettendo il dito sulla vera piaga: quanto potrà il mondo produttivo e il Nord moderato seguire il truce e il suo sostanziale lepenismo?

Probabilmente questo simulacro di Centro Destra unito potrà arrivare, prima o poi, al Governo del Paese e Salvini diventare Premier. Tuttavia, se le contraddizioni giallo rosse esistono, (anche se a guardare bene tutte componibili poiché figli e figliastri della stessa sinistra), lo stesso vale per Lega e Fratelli d’Italia?

Che c’azzecca il nazionalismo di Giorgia Meloni che pesca nel bacino elettorale da Roma in giù biascicando: Dio Patria e Famiglia, con il popolo da Firenze in su?

Sicuramente, il Truce pur di diventare un Caudillo è disposto a tutto e lo ha dimostrato con l’alleanza con i Grillini. Ma il popolo produttivo si è mangiato il cervello sull’immigrazione, la sicurezza e le pensioni? Per carità tutte cose da non sottovalutare, ma per le quali Salvini non pare avere ricette plausibili.

Non parliamo poi dell’ectoplasma di Berlusconi che probabilmente ha investito il Truce, un po’ per poter avere ancora un minimo di visibilità, ma credo soprattutto per salvare l’audience del biscione costretti ad appiattirsi su questa destra becera, dal momento che certi format gridano vendetta (Mario Giordano) per chi non solo ha un minimo di cultura ma anche di buon senso.

In questo quadro, si dovrebbe auspicare veramente la nascita di un centro progressista e liberale che riesca a inglobare i reduci del socialismo riformista (purché la piantino di fare i reduci), anche se a tutt’oggi i tentavi in corso non lasciano ben sperare. Renzi non è, né un liberale, tantomeno un socialista riformista, è un Renziano esattamente come Berlusconi era ed è un Berlusconiano. Con ciò non dico che come per il Cavaliere anche Renzi non abbia fatto cose egregie, tuttavia il liberalismo progressista ha bisogno di un salto di qualità, comprenderlo non è sempre facile e tramutarlo in voti poi….

Sono mie considerazioni. Sabato a Torino ci sarà Calenda.

Di lui non parlo perché per me rimane un enigma.

Ci speravo, ma da come si sta muovendo mi sembra sì un ragazzo preparato e credo onesto intellettualmente, ma da qui a considerarlo un futuro leader…..

Ancora una volta: non ci resta che piangere.

 

 

Inserito il:24/10/2019 11:51:28
Ultimo aggiornamento:24/10/2019 11:59:10
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