Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

 

L’India alla guida del Global South?

di Bruno Lamborghini

 

Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2023 sono accaduti importanti eventi nello scenario geopolitico internazionale, con nuovi protagonisti, tra cui emerge l’India di Modi:

18 agosto a Camp David (USA): vertice tra Biden (USA), Kishida (Giappone)) e Yoon (Corea del Sud), con la sottoscrizione di un’alleanza trilaterale per limitare l’espansione politica, militare ed economica della Cina nell’area del Pacifico ed anche per contrastare assieme la minaccia continua della Corea del Nord, cercando di garantire una maggiore stabilità globale. L’accordo appare particolarmente significativo anche nello sviluppo di nuovi rapporti tra Giappone e Corea del Sud.

La dichiarazione finale nello “Spirit of Camp David” prevede a livello trilaterale cooperazione economica e tecnologica ed in particolare per quanto riguarda le supply chain in campo tecnologico, in specie per semiconduttori, batterie e Intelligenza artificiale (Partnership for resillient and inclusive supply chain enhancement), con particolare riferimento ai rischi di trasferimento tecnologico verso la Cina e a tutela della produzione di semiconduttori a Taiwan. L’accordo tende a mettere in pratica la politica del “derisking”, il blocco dei tre partner al commercio verso Cina di semiconduttori ed altri prodotti e servizi strategici, lasciando libero peraltro lo scambio di altri prodotti. Il “derisking” intende sostituirsi all’approccio precedente Usa di “decoupling”, che prevedeva un deciso blocco degli scambi Usa-Cina e l’obiettivo di riportare in Usa le produzioni di semiconduttori e prodotti strategici.

22-24 agosto a Johannesburg (Sudafrica): assemblea del gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che ha esaminato la possibilità di creare una valuta comune internazionale in alternativa al ruolo del dollaro USA ed ha deciso l’allargamento BRICS ad altri sei membri (Arabia Saudita, Emirati, Egitto, Iran, Etiopia, Argentina), di cui 4 islamici. L’evento è stato voluto e guidato da Xi Jinping (Cina) con l’obiettivo di trasformare il BRICS in una specie di nuovo G20 senza la presenza di USA e Occidente e di fatto volendo togliere ruolo all’attuale G20, guidato dall’Occidente. La proposta di una nuova valuta di riserva globale che la Cina vorrebbe fosse lo Yuan appare di difficile, se non impossibile attuazione, anche se il nuovo BRICS rappresenta il 30% del PIL mondiale ed il 48% della popolazione mondiale, ma occorre considerare che sul dollaro si basa l’84% delle transazioni internazionali.

Un altro obbiettivo della Cina è costituire il riferimento per i paesi del Sud del mondo rispetto all’Occidente, ma non va dimenticato che la Cina fa ormai parte, anch’essa, non più dei paesi emergenti, ma dei paesi sviluppati e quindi come può essere leader del Sud globale?  Del gruppo BRICS fa parte anche la Russia che è vista come invasore di una nazione e quindi non partner affidabile. Infine, l’India non intende certo affidarsi alla Cina da cui anzi prende sempre più le distanze e cerca di superarla, mentre intende acquisire una leadership verso il Sud del mondo.  

Per i paesi arabi che hanno precisi interessi economici e politici in accordo con gli USA, non appare chiara la ragione della loro adesione, mentre per la partecipazione dell’Iran forse l’obiettivo è cercare un supporto cinese in una fase di grave crisi degli ayatollah. Per quanto riguarda Brasile e Argentina si tratta probabilmente della ricerca di maggiori esportazioni in Cina. Nel complesso il rilancio del BRICS appare un’iniziativa cinese per indebolire il G20, creando peraltro ulteriore indeterminatezza a livello internazionale.

9-10 settembre a Dehli: riunione del G20, gruppo di paesi che include USA, Canada, Francia, Germania, Italia, UK, Cina, Russia, Giappone,I ndia, Australia, Indonesia, Turchia, Sud Corea,.Sud Africa, Argentina, Brasile, Messico, Saudi Arabia. Al meeting partecipano rappresentanti di altri 40 paesi. Non ha partecipato Xi Jinping, dimostrando scarso interesse per il G20 ed anche perché si svolge in India, grande paese concorrente, non solo dal punto di vista demografico.  Il tema è “One earth, one family, one future”, voluto dal Presidente indiano Modi (il mondo come una famiglia) per cercare di sviluppare multilateralismo e cooperazione tra i popoli e anche comuni obiettivi per la sostenibilità climatica.

Come espresso nel preparatorio B20 dei ministri economici, Il G20 di Dehli rappresenta l’occasione per Modi, di presentare l’India, grande potenza mondiale, in netta crescita ed anche con il recente successo nell’allunaggio, come il paese guida del mondo dei “paesi nuovi” che sta nascendo come Global South, per uno sviluppo economico non più colonialistico (riferimenti alla Cina in Africa), con nuovi rapporti di scambio con l’Occidente. Per quanto riguarda gli USA, al G20 Biden ha appoggiato il ruolo dell’India nei confronti dei paesi del Sud, anche per contrastare l’intento cinese di guidare l’area BRICS verso il Global South in contrapposizione al G20. A questo fine, Biden ha proposto un rilancio delle istituzioni finanziarie internazionali per lo sviluppo dei paesi emergenti (Banca Mondiale e FMI), puntando alla lotta alla povertà e alla limitazione dei flussi migratori. Gli USA si propongono di rifinanziare la Banca Mondiale per aumentare i prestiti ai paesi in crisi, realizzando assieme ad altri rifinanziamenti per $200 miliardi.

E’ questa anche una risposta agli investimenti e finanziamenti cinesi in Asia Centrale attraverso la Belt&Road iniziative ed in Africa. Contro la Belt&Road cinese (Via della Seta), il G20 ha proposto un grande piano alternativo di una via di collegamento tra l’India via Medio Oriente e l’Europa, con investimenti (da trovare) per 600 miliardi di $. In conclusione, al di là della vaga deliberazione approvata all’unanimità sulla guerra in Ucraina, il G20 di Dehli ha segnato il successo di Modi per l’acquisizione di un nuovo ruolo internazionale dell’India.    

A che cosa hanno portato questi eventi? Si tratta delle consuete e poco costruttive riunioni internazionali o si sta cercando di dare vita ad un nuovo Ordine globale con più protagonisti e nuovi ruoli? Da una parte ci si sta rendendo conto che numerosi e ripetuti shocks globali come il Covid, l’aggravamento della crisi climatica, la guerra in Ucraina-Russia, la crescita della fame e della povertà nel Sud del mondo, stanno determinando profondi stravolgimenti negli  equilibri geopolitici usciti dalla seconda guerra mondiale  e poi dal crollo dell’Unione Sovietica, con l’inizio della fine di un passato ordine mondiale, in cui gli USA hanno rappresentato il principale riferimento di guardiano internazionale ed in cui l’Occidente ha costituito  il principale motore dell’economia mondiale. I processi di globalizzazione avviati negli anni 90 e 2000 hanno cambiato il mondo, facendo della Cina la seconda potenza mondiale, ma consentendo anche a tanti paesi ed a miliardi di persone di uscire dalla fame e miseria estrema, la quale peraltro permane ancora, sotto dittature, in tanti paesi africani ed in altre aree. Gli shocks globali a partire dall’anno 2020 hanno frenato parte dei processi di globalizzazione con crisi delle forniture globali e rallentamento del principale motore di scambi rappresentato dalla Cina con gravi effetti.

Emerge sempre più in tanti paesi minori l’esigenza di avere nuovi ruoli,  non subendo altrui  decisioni; in particolare sta nascendo  un’aggregazione ancora informe di aree in crisi, con il  nome di Sud del mondo. Le reti internet e di telefonia cellulare estese in tutto il mondo hanno unito culturalmente tante generazioni sopratutto di giovani ed aperto al dibattito ed allo scambio di idee. Il cosiddetto Sud del mondo  ha trovato voce,  iniziando a farsi sentire ed a cercare nuove strade. Di fronte a questi cambiamenti, l’Occidente, che pur aveva trovato notevole possibilità di intesa comune per l’invasione dell’Ucraina, sembra sordo e non trova risposte, divenendo quindi per tanti un interlocutore scarsamente attendibile. Sempre più la sola risposta (in negativo) dei paesi occidentali al Sud del mondo è il blocco delle frontiere contro i flussi migratori, creando così ulteriori condizioni di crisi ed instabilità.

La Cina sta cercando di dare risposte peraltro a esclusivo suo vantaggio, con interventi e presenza coloniale in Africa e altrove. In realtà le proposte e iniziative, sia occidentali che cinesi, sono, come in passato, guidate esclusivamente da propri interessi economici, orientati, non solo al controllo delle risorse energetiche, ma sempre più alle miniere di materie rare di cui i paesi del Sud dispongono in grande quantità. Non è chiaro in quale direzione e con quali protagonisti si procederà nel nuovo scenario, ma certamente non è più il G7, ormai destinato ad essere lontano dalle nuove richieste del Sud del mondo e nemmeno l’attuale G20, a guida principalmente Usa, tenuto conto anche delle confuse prospettive delle prossime elezioni americane. Non appare un’efficace risposta la formula dei BRICS che al momento sembra solo una copia del G20, ma a guida cinese.

L’invasione e la prolungata guerra della Russia in Ucraina sta cambiando i punti di riferimento nel mondo, in parte come è avvenuto nella seconda guerra mondiale. Lo scenario geopolitico è in movimento verso cambiamenti strutturali ancora incerti e difficili. Si cercherà sempre più di dare vita a nuove forme o strutture internazionali cui partecipino ed abbiano ruolo nuovi protagonisti. Al loro coordinamento l’India di Modi ha avanzato al G20 la sua candidatura, forse attraverso una rifondazione dello stesso G20 in altra forma. Tuttavia, l’India è ancora in una fase difficile e complessa del suo sviluppo interno, ma ha potenzialità in prospettiva maggiori di altri e la filosofia induista di Modi può contribuire.

In conclusione, la ricerca di nuove strade della geopolitica globale appare più urgente, sotto la spinta anche dell’esigenza di una azione globale per la crisi climatica nell’intero pianeta, non solo per il Sud del mondo, ma anche per il futuro dei paesi occidentali che devono rendersi conto che non sono più al centro del mondo. In questo ambito va riconsiderato il ruolo che può avere l’Europa ed in tale direzione va progettata la costruzione di una nuova e reale Unione Europea.     

 

        

Inserito il:12/09/2023 09:43:45
Ultimo aggiornamento:12/09/2023 09:53:25
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445