Leon Zernitsky (Moscow, 1949 - Thornhill, Ontario, Canada) - Thinking Outside The Box
Ragionando sulla situazione
di Gianni Di Quattro
Il Presidente del Consiglio Draghi continua a fare le sue conferenze stampa non con la continuità notturna del suo predecessore, ma comunque con una certa frequenza. Bisogna dire prima di tutto che in queste occasioni il Presidente dà la sensazione di una certa leggerezza, forse si può dire normalità, per il tono, per come tratta gli argomenti, per le risposte e per il coraggio di alcune di queste risposte che dimostrano anche competenza e conoscenza di quello di cui parla. Trasmette anche la sensazione di trovarsi bene nel ruolo e di non preoccuparsi molto delle avances critiche di vari partiti, come quello di Salvini, per esempio, malgrado sia nella maggioranza. E questo perché ha argomenti e soprattutto riesce a rispondere facendosi capire da tutti con il suo stile asciutto, ma anche ironico molto spesso. Diciamo che Draghi sta introducendo un esempio di come fare il capo di un paese unendo serietà, competenza e rispetto, tutto tuttavia entro i limiti della logica e della intelligenza. Forse sarà imitato e non sarebbe un male, almeno sul piano formale.
I problemi sul tappeto sono enormi a parte il piano vaccinale che è andato avanti lentamente e tarda ad accelerare perché risente della indisciplina di tutti, della disorganizzazione delle strutture e della pochezza professionale e manageriale degli uomini chiamati a farle funzionare. A prescindere naturalmente della connivenza antica della politica, per evidenti motivi elettorali cioè di consenso e cioè di potere, con intere categorie sociali dedite alla evasione fiscale, con gruppi di malavitosi più o meno organizzati, con corporazioni, sì proprio corporazioni come voleva la buonanima, che nel tempo hanno preso tanto potere da condizionare qualsiasi governo e qualsiasi politica.
Nel futuro prossimo, ma proprio prossimo, il paese deve decidere sul blocco dei licenziamenti che non può essere procrastinato ulteriormente e che però non può non avere una soluzione per aiutare i lavoratori a trovare il lavoro che perdono, magari con il coinvolgimento delle agenzie private e magari con un incentivo per queste al raggiungimento di certi traguardi (qualcuno nel passato lo aveva proposto). Deve decidere soprattutto quale è la visione del futuro su cui si vuole appoggiare e come può integrare i piani del lavoro con quelli della scuola e della formazione. In altri termini come spiegare ai cittadini che devono studiare, studiare di più a tutti i livelli e che se non lo fanno la società del futuro li penalizzerà senza possibilità di aiuto. Il paese deve decidere come fare partire i lavori per le opere pubbliche per ricostruirlo e per manutenerlo, siamo in definitiva alla fine di una guerra non solo pandemica ma soprattutto di assenza di qualsiasi politica, di qualsiasi attenzione al paese, al suo territorio, al suo ambiente, a come muoversi. Il paese deve anche decidere come sviluppare i diritti civili per diventare davvero moderno e civile, come formare una classe dirigente non solo per la pubblica amministrazione ma anche per l’industria privata, per le piccole e medie imprese soprattutto quelle che non riescono a vivere quando cambiano le generazioni. Di questo sfascio, di questa incuria sono responsabili tutti i partiti che hanno frequentato il campo della competizione.
Certo tutto questo ed altro ancora non si può fare né con rapidità e né senza un piano di lavoro. Ci vorrà tempo e ci vorrà pazienza ed impegno. Ma se qualcuno non imposta il futuro, se qualcuno non avvia i lavori di ricostruzione, se qualcuno non detta le linee di come andare e non spieghi al paese che non ci sono alternative, non si riuscirà a concludere alcun progetto, alcuna ipotesi ed allora lo scivolamento verso il mondo medio orientale, verso l’uscita da quello occidentale e dall’Europa sarà inevitabile e durissimo per tutti.
È questo un compito di Draghi? Potrà lui decidere di farsene carico e di provarci? Oppure si limiterà a suggerire e passare oltre? Forse potrebbe indicare qualcuno che può fare quello che si deve fare per il suo e il nostro paese, forse chissà cosa non lo sappiamo. Sempre che glielo lasceranno fare o dire coloro che oggi campano perché il paese è sfasciato, non ha piani, è ignorante e magari loro hanno il potere godendo di tanti bei privilegi. E magari gridano pure. E i cittadini non capiscono come il povero Piero, dicevano i testi di quella splendida canzone cantata da Laura Betti.