OP Freuler (Zurich - Contemporary) - Refugee Boat
Ho fatto un sogno
di Tito Giraudo
L’articolo di Davide Torrielli: accoglienti imbonitori ecc.ecc., sta sollevando un interessante dibattito.
Vorrei dare anche il mio contributo e dato che il tema non è liquidabile in brevi post ho deciso di fare un contro articolo per niente contro.
Premetto che avrei un grande motivo di avercela con Davide, dal momento che mi ha sedotto l’unica figlia, tra l’altro senza abbandonarla.
Il Torrielli, affronta il tema scabroso dell’immigrazione con piglio politicamente scorretto, cosa che gli è valsa l’accusa, non dico di fascismo personale ma di pensiero fascista (se ho ben interpretato).
Da studioso non fascista (utile premessa con l’aria che tira da 70 anni) del fascismo, non credo che il passato regime si sia mai posto il problema, dal momento che anche nel ventennio gli immigrati (anche se ormai marginali) continuavamo ad essere noi, e se poi si vuole alludere alle leggi razziali, quel fenomeno fu soprattutto di opportunismo verso i tedeschi distante anni luce dalle attuali migrazioni.
Gli ebrei italiani, come quasi tutti tra il 21 e il 22, furono in gran parte favorevoli al fascismo, naturalmente fino alle sciagurate leggi razziali.
Che Mussolini non si preoccupasse delle migrazioni interne, lo dimostra il fatto che spostò ingenti masse venete nelle aree bonificate dell’agro pontino.
Se poi si vuole alludere alle “faccette nere”, il razzismo fascista non era dissimile da quello francese o inglese, senza parlare degli americani.
Smettiamola quindi di fare gli antifascisti dividendo le legittime opinioni tra fascisti e antifascisti.
Vediamo invece di esaminare il problema immigrazione senza cedere agli schieramenti politici che lo stanno sfruttando a scopi meramente elettorali.
L’Italia del dopo guerra, ha dovuto affrontare tre grandi fenomeni migratori: il primo negli anni 50-60 interno, il secondo, dopo l’apertura delle frontiere europee ma soprattutto per il crollo del comunismo europeo, e il terzo, l’attuale, di tipo economico che riguarda Africa ed Asia e in cui si innesta anche il problema dei profughi dovuti alle guerre arabe e mediorientali.
I problemi per cui è legittimo essere preoccupati, sono molteplici e nessuno da sottovalutare.
Il primo fra tutti è legato al fatto che dopo lo sciagurato intervento in Libia i barconi che partono da lì arrivano tutti in Italia.
Il secondo, è che il resto d’Europa non ha alcuna intenzione di accollarsi i nuovi profughi.
Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda e i Paesi Scandinavi hanno le loro gatte da pelare con le precedenti immigrazioni.
Impartivano lezioni un po’ a tutti, in pratica si sono serviti degli immigrati per i lavori che gli indigeni non volevano fare, ma di vera integrazione non se n’è mai parlato.
Gli stessi tedeschi, i quali sono i meno riottosi, anche essi hanno creato quartieri ghetto. Se visitate il Kreuzberg di Berlino sembra di essere in un altro Paese, o meglio a Istambul.
L’ONU, poi dovrebbe essere interessato ma latita peggio dell’Europa, se non per condannare Israele rispetto ai palestinesi.
Il terzo è duplice: la crisi economica che ci attanaglia e l’inefficienza della nostra burocrazia ad organizzare le centinaia di migliaia che sbarcano ogni anno, non riuscendo neppure a separare il grano dal loglio e cioè, i profughi delle zone di guerra dai migranti economici.
Non sono per l’antipolitica, ma vedere che i vari schieramenti si dividono strumentalmente fa venire voglia di invocare le ruspe (le mie metaforiche) di Salvini.
Il quale Salvini, dopo la svolta nazionalista ha messo persino in second’ordine la povera Fornero urlando alla Luna sui migranti, senza proporre uno straccio di soluzione condivisa.
Ma non c’è solo Salvini, Forza Italia, pur con altri toni, insegue la Lega, tanto che c’è un canale televisivo: Rete 4 che fa il megafono per fare incazzare ancora di più la gente che è già incazzata di suo per un sacco di motivi.
Francamente è triste che due autentici liberali come Belpietro e Giordano, vellichino tutti coloro che strepitano perché qualche decina di immigrati si trovano sul sacro suolo del loro villaggio, o peggio ogni santo giorno mostrano, aggressioni, rapine, stupri e, quando non ne hanno, rievocano quelli avvenuti anche anni prima, con una sfilata di vecchietti aggrediti.
Purtroppo da sempre i vecchietti vengono aggrediti, prima dagli italiani (a Torino si diceva che i delinquenti erano tutti meridionali) poi dagli albanesi e rumeni, presi a campione turpe tra i tanti slavi che probabilmente delinquono con i tanti italiani.
Che c’entrano i nuovi migranti o profughi che siano, con queste cose?
Detto questo, devo dire che l’Italia umanitaria è ancora peggiore di quella salviniana, perché ipocrita. Con tutti i casini che abbiamo in Italia ci mancavano solo gli immigrati a frotte. Chi sono gli umanitari?
Sono coloro minimamente toccati, perché non vivono nelle periferie, perché titolari di lavori intellettuali non si sentono, a torto, o a ragione minacciati.
Io aprirei una campagna: ospita almeno un immigrato della tua casa o, in alternativa nella tua seconda casa (premetto che io non ospiterei in nessuna delle due).
Voglio vedere quanti umanitari risponderebbero all’appello, secondo me quanti hanno risposto (non volendoli) nell’ameno e sinistrissimo comune di Capalbio, dove anche la sabbia è rossa e se guardate i granelli al microscopio sono tutti piccole falci e piccoli martelli.
Occorre anche dire che grandi soluzioni immediate non se ne vedono.
A quelli che dicono che non bisogna farli partire dalla Libia, darei l’incarico di organizzare, su quel suolo, un grande campo profughi diretto da Salvini e amministrato dalla Meloni e dato che nessun militare ci metterebbe piede, perché non utilizzare le camicie verdi leghiste o quelle nere di Casa Pound? Che cito, non per demonizzare ma per sollevare lo spirito dei formiconi torrielliani.
A tale proposito, ce n’è una che mi sono sognata l’altra notte, poiché come tutti i santi o i geni, ogni tanto ho delle visioni.
State a sentire:
Ma perché il buon Gentiloni, invece di invocare la grazia sui conti da parte dell’Europa, non pone un ultimatum: Signori, amici, compagni, camerati. Abbiamo dato.
Visto che le barche umanitarie sono quasi tutte italiane e quelle che non lo sono ci scodellano i poveri Cristi a Lampedusa, abbiamo deciso di darvi tre mesi di tempo per mandare le vostre barche equamente divise tra i paesi dell’Unione. Il porto di approdo naturalmente batterà la bandiera della barca.
Se allo scadere dei tre mesi non cambia nulla, noi ritiriamo le nostre imbarcazioni e quelle della associazioni umanitarie riconducibili al nostro Paese, le altre avranno ben un armatore e quindi si dirigeranno nello Stato dell’armatore.
Il primo barcone che affonda è responsabilità dell’Europa.
Naturalmente questo discorso lo farei anche all’ONU che trasuda umanità da tutti i pori. Non si capisce perché paesi arcimiliardari come quelli del golfo non si accollino profughi che poi alla fine sono molto più fratelli loro che non nostri.
Con un po’ di sforzo, Paesi di immigrati come il Canada e l’Australia una mano potrebbero anche darla, e magari anche il Principato di Monaco e S. Marino.
Sorrido per non piangere perché la situazione non è seria ma drammatica, per noi che siamo sufficientemente nel letame e per gli immigrati che costringiamo a vivere in modo sub umano e non mi frega nulla se mi dite che molti vivevano così anche a casa loro.
Qui siamo in Europa, continente pieno di spocchia, finché i problemi, veri o fasulli, piccoli e grandi non ci svegliano dal letargo e ci costringono a misurarci con realtà scomode e risolvibili solo a tempi lunghi, non certo quelli delle campagne elettorali.