Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Keith Haring( Reading, Pennsylvania, 1958 – New York, 1990) – Untitled (1988)

 

Il mondo reale presenterà il conto?

di Tito Giraudo

 

Dunque, un bel 40% degli iscritti alla piattaforma Rousseau ha votato per l’autorizzazione a procedere verso Salvini, nonostante il coinvolgimento probabile di Conte, Di Maio e Toninelli. Dato clamoroso se si considera che erano chiamati al pronunciamento i 90.000 aderenti a quel mostro giuridico che è la piattaforma Rousseau, i quali avrebbero dovuto, secondo il credo Grillino, esprimersi come forma di democrazia diretta su un tema dai chiari aspetti anche costituzionali e comunque, su un principio che si pensava fondante per i Movimento e cioè la magistratura come massimo garante dell’onesta-ta-ta-ta. Vi ricordate le presidenziali?

Bene, quelli che prima delle elezioni accusavano la vecchia politica di avere esautorato il Parlamento, di fatto lo hanno fatto, chiamando ad esprimersi 90.000 attivisti, i quali si sono espressi chiaramente.

Una buona metà non ha votato, forse per non mettere in crisi il Governo, dell’altra metà il 40% ha detto sì-no all’incriminazione di Salvini. Quindi a ben vedere è finita così, o quasi: 50% gli astenuti, 27% i si-NO 23% i NO-si (mamma mia che fatica).

Vero che chi non vota non conta, ma certo conta rispetto all’elettorato dei 5Stelle che se invece di rivotarli si astenessero (come hanno fatto in Abruzzo) sarebbe un bel guaio. Ma è la democrazia diretta bellezze!

Premetto, considero la cosa in sé, come una delle tante ingerenze politiche di una magistratura che più che dedicarsi alla giustizia per i cittadini, preferisce la giustizia spettacolo legata alla politica, con scarsi risultati dal momento che da mani pulite ad oggi, chiacchiere tante, risultati zero se non quello di destabilizzare la democrazia rappresentativa.

Detto questo va sottolineato che se sommiamo ai SI i molti astenuti, come minimo è finita pari e patta.

Vi ricordate quando i Grillini stigmatizzavano la partitocrazia che esautorava il Parlamento. Berlusconi che lo stava privatizzando per i propri interessi che poi erano quelli di Mediaset?

C’era certamente qualche cosa di vero in queste affermazioni, ma i peccati passati non sono nulla rispetto al ruolo strumentale che gioca la piattaforma Rousseau: alias Casaleggio Associati (ma la magistratura sempre così solerte ci ha mai ficcato il naso?), i quali si servono di presunti iscritti in rete per risolvere i garbugli interni e legittimare decisioni in netto contrasto con i principi fondanti del Movimento, che se per me erano un gioco infantile come lo è la democrazia diretta, non credo altrettanto lo siano per tutti coloro che pensano che il Movimento sia rivoluzionario.

Chi scrive, quando faceva politica contava quanto un due di picche; nonostante ciò non ho mai pensato che i Parlamentari non rispondessero dei loro voti alla disciplina di Partito e al fatto che l’anarchia anche se sollazza l’individuo resta un’utopia sovente pericolosa.

Ma con un risultato di questo genere, se i Grillini credessero davvero alla Democrazia Diretta, come minimo dovrebbero lasciare libertà di coscienza, e non perché il 40% di No sia assolutamente un risultato consistente, quanto perché il SI violava uno dei principi fondanti del Movimento: la supremazia del potere giudiziario, grazie al quale oggi sono al Governo.

Tra le tante incoerenze che ho elencato nel mio ultimo pezzo https://www.nelfuturo.com/E-se-fossero-stati-coerenti questa è la più macroscopica e, mentre capisco il realismo di chi non vuole lasciare la cadrega, nonostante le nubi economiche all’orizzonte. Il che è comprensibilissimo dal momento che trattasi di una maggioranza di ex disoccupati o ex sottooccupati.

Questa, è la madre di tutti i tradimenti all’elettorato, naturalmente quello ideologico e non quello delle masse del sud in attesa che il Marchese del-di Grillo butti dal terrazzo di Montecitorio la moneta rovente comiziando: “avemo distrutto la povvertà”.

Quindi cari amici che nonostante tutto sperate in questo Governo, mettetevi il cuore in pace: volevate che governassero altrettanto in pace? Lo faranno sicuramente.

Avevo promesso un pezzo sulle opposizioni e dopo aver fatto cronaca affronto il tema.

Tutti sono concordi come le opposizioni siano inesistenti. Esaminiamole una per una.

Il PD e la sinistra in generale.

Riuscita la demolizione di Matteo Renzi che nonostante errori e contraddizioni voleva traghettare il PD in direzione di una forza liberal progressista, la confusione regna sovrana, non tanto nella sinistra-sinistra che con gli anni oltre ad essersi rimpicciolita ha aumentato la litigiosità gruppettara, quanto nel PD che pur disponendo di un tesoretto elettorale, nel momento della difficoltà dalla “tranvata” delle idi di Marzo, decide di dividersi in un congresso farlocco che eleggerà un segretario altrettanto farlocco.

E’ esilarante che dalla Bolognina ad oggi, gli eredi di Gramsci, Togliatti e Berlinguer, dopo essersi giustamente vergognati di essere stati Comunisti, ora si vergognino pure del PD che non è altro che la versione pratica della politica Berligueriana: dialogo tra Comunisti e Cattolici, non sulla politica ma sull’etica, partendo da principi assolutamente astratti perché né i PC, tantomeno i DC potevano dare lezioni a chicchessia.

E qui torno ancora una volta sul Nazzareno.

Alla luce di quanto è successo è evidente (almeno per me) che sarebbe stato il minore dei mali.

Berlusconi si era separato da Lega e Fratelli d’Italia, il PC aveva rotto il cordone ombelicale con la sua sinistra e quindi potevano esserci tutti i presupposti per la creazione di un grande centro che tutto sommato è sempre stato espressione della maggioranza degli italiani.

Io sono convinto che le responsabilità del fallimento vadano equamente divise, dal momento che Renzi e Berlusconi erano due galli nel pollaio, entrambi egocentrici e di stampo padronale.

Se però fossero stati due veri statisti avrebbero rimandato lo scontro per traghettare l’Italia, definitivamente fuori dalla crisi, dal debito pubblico e soprattutto dalle tante inefficienze.

Evidentemente hanno prevalso gli interessi di bottega.

Oggi il PD, dopo la cura dimagrante, cerca un capo ma non una politica, poiché è sempre in bilico tra la sinistra che non ha rinunciato al marxismo, o almeno allo statalismo, e un fronte democratico-democristiano-liberale però indisponibile a guardare verso l’altro centro, quello berlusconiano, soprattutto per riflesso condizionato.

E proprio Berlusconi, rischia di essere il vero problema.

Personalmente non l’ho mai considerato un mostro. Quando sono stato costretto a scegliere tra lui e Prodi, o tra lui e D’Alema, peggio, a Bersani, l’ho votato, come ho già dichiarato più volte, turandomi il naso, perché al Centro Destra condizionato su ogni riforma da Bossi e Fini non davo sufficiente credito.

Detto questo, però va anche e soprattutto detto che superare il bipolarismo faticosamente conquistato dopo mani pulite, è stata una iattura perché in un Paese come il nostro, dove la Politica è diventata “rifugium peccatori” dei nulla facenti, il proporzionale quasi puro che ci siamo dati non aiuta certamente.

Va anche però detto che assistiamo ad un altro fenomeno. La fuga delle lobby o delle élite dalla politica attiva, chiamatele come più vi aggrada: parlo degli intellettuali, dei professionisti, dei giornalisti per arrivare agli industriali, ai finanzieri e ai banchieri.

Questa la grande ipocrisia italiana. Abbiamo sostituto i lobbisti (sempre in senso buono) con gli sprovveduti.

Rischio però di essere incoerente poiché più volte ho scritto che il vecchio sistema dei Partiti, nati nell’immediato dopo guerra e più o meno figli dei vecchi Partiti degli anni venti, per intenderci i principali responsabili della svolta autoritaria, era alla canna del gas, come l’Impero Romano con i barbari alle porte.

La vittoria dei nuovi Movimenti, comunque vadano le vicende di questo Governo, presupporrebbe la presa d’atto che a contrapporsi non possono essere né il PD, tantomeno Forza Italia. Il primo prigioniero di idee e riti che appartengono al passato, il secondo che a ben guardare ha rappresentato l’antipasto ai cosiddetti populisti, senza riuscire però a consolidare quella visione popolar moderata sognata dal Berlusca. Il quale Berlusca, tutto ha fatto meno che traghettare il suo movimento al di fuori della sua sfera personale.

Ora, assistiamo agli stanchi richiami ad un Centro Destra unito che sarebbe solo, non un Destra centro come si ostinano a dire i commentatori progressisti, anzi regressisti, ma l’apoteosi del Salvinismo.

Ma li avete visti i tre del Centro Destra uniti al tavolo elettorale?

I due virgulti, Matteo e Giorgia, quando parla il Berlusca si lanciano sguardi di intesa misti a scherno che quelli di Merkel e Sarco erano semplici spiritosaggini goliardiche.

E secondo voi, con questi presupposti Forza Italia nutre speranze?

Invece di superare i vecchi schieramenti, si cerca di scompaginare l’alleanza giallo verde vedendo divisioni insormontabili. Cari amici futuristi, mi sbaglierò, ma non saranno le divergenze, per altro a ben vedere quasi sempre di facciata a metterli in crisi, tantomeno i Grillini che stanno dimostrando di inserirsi perfettamente nel vecchio regime, novelli gattopardi ma senza alcuna nobiltà.

II mondo reale sta suonando la sveglia e il rischio non è la destra, perché nonostante quello che pensa Cacciari, quella di Salvini non è una Destra, cioè un Partito moderato, ma la riedizione di un nazionalismo parolaio che ha funzionato nel 22 ma che oggi, a mio parere aggraverebbe soltanto i nodi sociali ed economici che stanno venendo al pettine.

Ho visto un Salvini tronfio e ridanciano, ieri sera da Floris. Si pavoneggiava di aver superato la legge Fornero con quota cento e, state a sentire, ha fatto questa affermazione: entro il 2020 andranno in pensione grazie alla mia legge un milione di aventi diritto che saranno un milione di nuove assunzioni. A prescindere che il pensionamento non è mai automatico rispetto alle assunzioni e che l’informatizzazione e l’automazione continuano a creare esuberi, facciamo due conti della serva.

L’INPS, indipendentemente da chi sta al Governo, paga le pensioni con i contributi di chi lavora. Se abbiamo un milione di nuovi pensionati, abbiamo un milione di lavoratori che invece di pagare i contributi incassano le pensioni pagate da un milione di lavoratori attivi in meno e anche se li sostituissimo con un milione di nuovi lavoratori, a parità di contribuenti avremo sempre un milione di pensionati in più. Per questo equiparare l’età pensionabile alle aspettative di vita non è un pensiero reazionario, semplicemente una verità matematica. D’accordo che lo Stato può tranquillamente farsi carico di socialità integrativa ma, nel nostro caso, o attinge dalle tasse, o dal debito.

E secondo voi l’ottimismo di Salvini è giustificato?

L’America supererà il Trumpismo, persino la Russia Putiniana dovrà svoltare, la Cina è vicina.

Non si è mai visto in tanti secoli di storia che la demagogia prenda a lungo il sopravvento sulla realtà che prima o poi presenterà il conto. Le sfide che ci aspettano non si risolvono con i caudilli o le utopie Roussoniane, ma con nuove classi politiche pragmatiche e preparate.

C’è da essere tranquilli? Per nulla, ma siamo ancora in tempo.

 

Inserito il:20/02/2019 15:57:03
Ultimo aggiornamento:20/02/2019 16:13:32
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