George Schill (Contemporaneo - Pittsburgh, PA - USA) – Crossroads
SI e No, No e SI - Seconda puntata
di Tito Giraudo
Oggi, i partigiani del Sì e del No si contendono i giuristi favorevoli all’uno o all’altro campo.
A questi si sono aggiunti: I Sindacati, L’AMPI (i due o tre partigiani che sono ancora in vita), persino slow food con Carlin “Prezzemolino” Petrini. Ognuno, fa finta di parlare a nome dei propri iscritti. Ma nel ‘47 chi si occupò di redigere la Carta Costituzionale?
Non certo i giuristi o i costituzionalisti, allevati a pane e Statuto Albertino. Pochi e quasi tutti moderati e quindi invisi alle sinistre.
Gli estensori furono gli eletti all’Assemblea, tutti, rigorosamente designati dai Partiti dell’epoca. Al di là degli strobazzamenti sui valori della Democrazia e della Resistenza, i Partiti si posizionarono a seconda dei loro interessi. Lo fecero in aula nelle prime sedute plenarie dove, sostanzialmente, le linee furono due: le Sinistre, specie il PCI, avevano una visione giacobina, sostenendo un’assemblea elettiva dotata di pieni poteri; quella dei Moderati, con in testa la DC, erano per un parlamentarismo razionalizzato con un esecutivo forte e stabile.
Oggi la maggioranza del fronte del NO è sostanzialmente sulle posizioni del PCI del ‘47, teme il rafforzamento del potere del Premier, predilige il proporzionalismo puro, insomma, un ritorno al passato, mancano solo: Togliatti e Nenni….. pace all’anima loro.
Esiste poi una posizione del tutto schizofrenica, quella del Centro Destra, ahimè, orfano di Berlusconi e in preda alle sparate di Salvini, il quale pare fregarsene della Riforma per cavalcare la criminalizzazione di Renzi con le solite tiritere: le banche, la Fornero, gli immigrati. Più sensata la sorella d’Italia che, messa alle strette dalla Gruber, e in fondo non immemore del suo passato, dice No perché rilancia, proponendo la Repubblica Presidenziale, che di per sé non mi scandalizzerebbe (convinto che non scandalizzerebbe neppure gli Italiani). Proposta però che in questa congiuntura politica ha zero possibilità di riuscita.
Che dire di quel che rimane di Foza Italia? Meglio non dire. Se Craxi è stato quello dei nani e le ballerine (non lo dico io), a Berlusconi sono rimasti solo i nani (lungi da me alludere al buon Brunetta), nani politici naturalmente. Il risultato sarà regalare un’altra fetta di elettorato moderato e liberale a Renzi (che tra l’altro non lo merita molto).
Con queste compagnie di giro, ve la vedete voi la benché minima possibilità in caso della vittoria del NO che il fronte sia in grado di mettere mano alla Costituzione? Ma se è la più bella del mondo perché cambiare?
Torniamo al ‘47, le velleità pseudo democratiche di demandare tutto all’aula, s’infransero ben presto, tanto che fu la commissione dei 75 a sgrossare le posizioni. Immagino che alla fine furono: De Gasperi. Togliatti e pochissimi altri a dirimere il contenzioso. Quelli sì, che erano veri Capi che, quando fu l’ora, seppero sedersi intorno ad un tavolo trovando, non un giusto compromesso ma quello del “bilancino” che farà dire ad un uomo che non può certo essere tacciato di partigianeria, Calamandrei (proprio lui):
La Costituzione del 1948 porta con sé, nella prima parte una rivoluzione promessa, nella seconda una rivoluzione mancata. Proprio questo contrasto insito nel testo originario, farà ben presto avvertire, con intensità via via maggiore, la necessità di riforme più o meno radicali dell’impianto progettato dai padri costituenti.