Salvatore Mangione (Salvo) (Leonforte, 1947 – Torino, 2015) – Al bar Sport (1981)
Salvini e il Bar dello Sport
di Tito Giraudo
Il mio decimo lettore (su dieci), letto l’articolo https://www.nelfuturo.com/L-Algoritmo-5Stelle, mi chiede perché le stesse critiche non le rivolgo alla Lega di Salvini.
Caro lettore, ti accontento subito.
La lega è tutto meno che un algoritmo. Certo, anche Salvini si serve della rete per comunicare ma il suo Partito è di carne, ossa, sudore, sovente anche di merda. Ma è un Partito vero con cui non sono d’accordo quasi su tutto ma che rispetto. Tutti dicono che Salvini ha cambiato profondamente il Partito di Bossi. Io non lo credo.
La lega originaria, nacque interpretando il malcontento delle popolazioni del Nord Italia per Governi che venivano accusati di privilegiare il sud con le tasse che pagava il Nord.
Idea tutt’altro che peregrina, anche perché quelle risorse finivano in mano alle clientele. Naturalmente, anche quella era una di quelle cose che nei mille Bar Sport della Padania era propagandata tra un litigio calcistico, un “ombreta”, e una partita a scopa.
I politologi del Bar dello Sport, partono sempre da constatazioni tutt’altro che peregrine.
Per quanto potessero pensare i politici che il Nord produttivo potesse essere trascurato a favore, non della rinascita del Sud, ma del perpetuarsi del clientelismo e del sostanziale poco rispetto delle regole, lascio voi immaginare.
Naturalmente, al Bar dello Sport, tra un’ombra e l’altra, il buon senso lascia spazio alla fantasia etilica, così Bossi s’inventò la secessione e tutto l’ambaradan del Carroccio, Pontida, il Dio Po con Walkirie incorporate.
Nel 94, Berlusconi ebbe l’idea geniale di imbarcarli e tra alterne vicende la Lega si normalizzò, anche perché nel frattempo era nato l’Euro e l’Europa pareva facesse sul serio.
Come per tutti i movimenti di rottura, la rottura dura poco. La casta, primo o poi nasce e i mariuoli crescono, tanto che la Lega fu travolta dalle stesse cose che imputava alla politica sudista. Tuttavia, era un partito vero che negli anni aveva generato buoni amministratori e un radicamento sul territorio.
Se dobbiamo fare un bilancio del peso che la lega ha avuto nel riequilibrare gli interessi politici del Nord, possiamo dire sia stato sostanzialmente deludente, perché se non si affrontano i veri nodi dei problemi in campo, le soluzioni sono sempre di facciata e la sostanza è poca. Ma questo non è certo un difetto della sola Lega.
Salvini, è della seconda generazione leghista, ma la lezione comunicativa di Bossi l’ha imparata a menadito.
Come Bossi, il Matteo Padano, non è di destra ma di sinistra populista, non credo nemmeno sia un razzista. C’è un problema in circolazione nei Bar dello Sport e lui lo coglie al volo, non solo, ha capito che quei bar ci sono pure nel Centro e in Terronia e quindi: “piatto ricco mi ci ficco”.
Vi ricordate quando la Padania finiva di qua del Po e i miei amici emiliano romagnoli erano tutti rossi come i papaveri? Bene, li ci sono i Bar dei pescatori, l’Osteria della piadina e quindi per legge naturale il Salvinismo non poteva che crescere e moltiplicarsi, come in Toscana, nelle osterie del Chianti selvaggio e della Finocchiona (ogni riferimento è proibito) la lotta alla Fornero e alle tasse non poteva non colpire.
Vi chiederete: ma come mai pure al Sud ci sono adepti leghisti?
Tutto merito dei Bar dello Sport che sono presenti anche lì, creando la prima vera Italia Unita.
Io non so se Salvini governerà mai questo assurdo Paese che dopo aver votato, vuole rivotare a ferragosto. Questa volta si ritrova in compagnia di un Berlusconi invecchiato, ammaccato e forse un po’ arterio.
Un po’ come me.
Il suo problema non sarà tollerarlo per assorbirlo, ma ascoltarlo per non fare la fine di Masaniello.