Soulaf Abas (Contemporanea – Syria) - Explosion
La Siria e l’ambiguità del futuro
di Gianni Di Quattro
La Siria rappresenta in modo assolutamente perfetto la situazione attuale nel mondo e la sua grande ambiguità. Eserciti più o meno regolari che si combattono, ogni tanto si alleano tra di loro e poi tornano di nuovo a combattersi, d’altra parte ormai nessuno di questi combattenti sa perché lo sta facendo e che cosa vuole in definitiva. Ognuno di questi eserciti fa capo o è supportato, consulenziato e aiutato e rifornito dagli Stati Uniti o dalla Russia, dalla Turchia o dallo Stato Islamico, il cui fine dichiarato è quello solo di portare terrore, da altri paesi, anche europei, che lo fanno più o meno apertamente, da quello che resta dell’esercito siriano propriamente detto con il suo capo che non vede l’ora di scappare e di godersi i vari gruzzoletti collocati in modo opportuno in giro per il mondo, mentre il suo paese è praticamente ridotto ad una landa deserta piena di macerie e di cadaveri più o meno sepolti.
Mentre sul territorio siriano succede tutto questo, i paesi che sono confinanti si attrezzano per difendersi da sconfinamenti e per eventualmente partecipare a scorrerie di vario genere e si preoccupano di una modifica sostanziale di tutta la geografia politica del territorio. Ed inoltre si discute. Di tutto e ovunque, negli Enti internazionali teoricamente preposti, tra i vari inviati e delegati, tra i paesi retrocombattenti, tra i grandi protagonisti della scena mondiale. Si fanno commissioni con l’intervento anche della Unione Europea e di altre potenze mondiali.
Tutta la zona è infestata da spie che lavorano spesso anche per più di un committente e che riferiscono tutto, distribuiscono soldi fra i tanti informatori assoldati e inutili e questi soldi comunque circolano insieme a tanti altri ed alle armi che si trovano dovunque magari al posto dell’acqua e del pane. Comunque i ristoranti di lusso nella capitale sono aperti così come molte case di piacere e bische clandestine dove si gioca di tutto e il futuro di tutto.
Il territorio è frequentato da tanti mediatori e affaristi perché si concludono affari di tutti i generi, perché si compra e si vende tutto, mentre la gente muore e la maggioranza della popolazione scappa cercando un posto dove si può vivere anche male, ma non solo morire. Naturalmente la violenza è il comportamento normale di tutti o per difendersi o per tentare di vincere anche se non si sa cosa o semplicemente perché così fan tutti e perché così ci si deve comportare.
Il futuro potrebbe dunque essere così, una specie di labirinto ideologico, una bolgia di un inferno terrestre dove tutti possono entrare e pochi possono uscire comunque profondamente cambiati, pronti a combattere, a violentare, a non rispettare regole ed a non aver paura di grida che di tanto in tanto si possono sentire di personalità le più diverse e le meno impegnate nella vicenda che invitano ad un comportamento umano ormai dimenticato da tempo. Un disordine che attrae e affascina perché promette denari, potere, successo, sesso, gioco, divertimento, violenza e impunità.
Il tema è perché e come si è arrivati a questa situazione da cui è impossibile uscire proprio perché nessuno ha il bandolo della matassa e nessuno sa perché questa situazione si è creata e per colpa di chi. La rappresentazione di un mondo senza capo né coda dove bisogna essere forti per sopravvivere, la morte non è più una disgrazia, la vita è breve e bisogna percorrerla di corsa.
Forse è il destino che vuole farci sapere come saremo, che ci prepara al futuro, un destino cinico e cattivo che si vuole accanire sempre più, anche perché gli uomini non riescono a capire quello che succede e quelli che lo capiscono o non hanno voce per fermare il disastro o non vengono ascoltati e sono considerati come i guastafeste che in ogni veglione che si rispetti ad un certo punto appaiono e cercano di frenare gli entusiasmi che hanno superato ogni forma lecita e intelligente di divertimento.
Soprattutto il destino ci dice che l’ambiguità è la connotazione del nostro futuro in tutti i campi e per ogni cosa e usa la Siria come la parabola per farci capire. Sarà l’umanità capace di capire e di cambiare strada?