Robert Payton Reid (Edimburgo, Scozia, 1859 - 1945) - The Siesta (1909)
Pubblichiamo sotto il titolo “La siesta”, spunti, pensieri e osservazioni di Gianni di Quattro relativi a fatti di attualità, principalmente di politica nazionale ed internazionale. Ci auguriamo che questo possa favorire un interscambio di idee con i lettori i quali sono invitati a commentare ed a dibattere sia in caso di accordo che di disaccordo col pensiero dell’autore.
La siesta (08)
di Gianni Di Quattro
Interessante verificare se Macron in Francia cambierà atteggiamento dopo gli scioperi e i contrasti sociali delle ultime settimane a proposito dei trasporti e, soprattutto, delle pensioni. Pare di sì a giudicare dal suo comportamento e dalle sue parole alla riunione di inizio anno con la stampa (abitudine ripristinata per l’occasione). In fondo il compito del politico è di progettare il futuro, spiegarlo (se possibile in modo trasparente) e tentare di attuarlo, ma nello stesso tempo di fare marcia indietro quando capisce che il momento per vari motivi non è quello giusto e conviene aspettare una occasione più propizia e una maturazione sociale del problema. Macron pare avere questa caratteristica politica e intellettuale e probabilmente così farà, come peraltro ha già fatto. Non si tratta di vincere o perdere, si tratta di potere fare o di non potere. Certo un paese come la Francia, un grande paese con una grande storia, non può aspettare moltissimo per costruire le basi del suo futuro.
La prescrizione infinita è un obbrobrio giuridico, è un favore agli avvocati, un potere alla magistratura, una manciata di polvere negli occhi dei cittadini. Introdurre la prescrizione infinita senza modificare il processo penale, senza sapere come e se si vuole modificare tale fondamentale istituto del diritto è un atto allo stesso tempo di ignoranza e di presunzione, ingiustificabile.
Le liti all’interno di casa Savoia per determinare chi deve essere il pretendente al trono secondo le leggi dinastiche e chissà quali altre strane leggi, sono una delle cose più ridicole e tristi del momento.
I grandi palazzi di Milano li stanno comprando gli arabi o i fondi di investimento. L’ultimo che è stato venduto è uno dei simboli più significativi della Milano del dopoguerra (fatto nel 1957 e ha visto tutti gli anni del boom). Parliamo della Torre Velasca. Segnali, segnali che qualcosa vogliono dire.
Ritirare la concessione ad Atlantia (maggioranza Benetton) può essere giusto, anche perché il popolo vuole sempre vendetta e vuole vedere scorrere il sangue come la storia della umanità ci dice. In altri termini è giusto punire chi ha, anche se indirettamente, favorito il disastro del ponte Morandi, ma bisognerebbe punire allo stesso tempo anche i funzionari e dirigenti del Ministero competente che, evidentemente, hanno sorvegliato male e cioè hanno fatto male il loro lavoro (i dipendenti statali non sono mai puniti tranne le forze dell’ordine). Un governo serio comunque dovrebbe inserire questo provvedimento in una revisione globale del tema concessioni statali redifinendo compiti, controlli e responsabilità. E non decidere solo per placare le voglie di vendetta.
Uno dei personaggi più brillanti inventati da Renzo Arbore è stato il famoso Catalano, quello che diceva le banalità più eclatanti con l’aria più seria di questo mondo e con la apparente consapevolezza di dire delle cose straordinarie. Tipo che è meglio essere ricchi e belli piuttosto che poveri e brutti. Ebbene, pare che il mondo della politica di questi tempi sia popolato da tanti Catalano, come se fossero tutti invidiosi del suo modo di stare al mondo o forse perché ignoranti, chissà!
Il Garante della privacy ogni tanto si fa sentire con qualche decisione che in linea di massima arriva in breve nel dimenticatoio e che riceve poca attenzione da parte dei media. Montagne di carte, obblighi, controlli inutili, costi notevoli. La tecnologia sta rendendo anacronistiche tali forme antiquate di apparente rispetto dei cittadini. La modernizzazione significherebbe anche questo, capire cosa è il futuro davvero.
Certo la sanità italiana è meglio di tante altre, non c’è dubbio e bisogna riconoscerlo. Soprattutto per chi ha i soldi e paga oppure ha qualche assicurazione o ente di assistenza efficiente e convenzionato, come il Fasi per esempio. Coloro che non hanno questo privilegio e usano per la propria salute il servizio sanitario nazionale, mentre non hanno recriminazioni sul piano professionale e umano (a parte casi particolari soprattutto in zone geografiche individuate), devono tuttavia subire attese, fare code, aspettare, spostarsi da una parte all’altra, fare la spola con il medico di base, accettare orari non sempre comodi. Lo so per esperienza diretta. Andare per ospedali spesso stringe il cuore vedere masse di persone, anziani tutti o quasi, che si trascinano, fanno esami, pendono dalle labbra dei vari medici e passano le giornate a non sbagliare le cure, a ricordarsi gli appuntamenti, a sperare. Non so se si può fare di più, ma è molto penoso.
La cosa che più impressiona in Trump, a mio parere evidentemente, è la mancanza di rispetto per tutto e tutti, la sua arroganza e il suo accanirsi ad essere proprio strafalario. Credo che avere un simile personaggio al vertice, tra quelli che decidono le sorti del mondo è una cosa umanamente tristissima e contraria a qualsiasi forma di evoluzione del genere umano. A prescindere da sue capacità e da risultati ottenuti anche se forse non tutti possono ascriversi a suo merito.