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Il presente articolo può essere considerato anche propedeutico all' Incontro a tema di Nel Futuro "Cosa succede nel mondo dopo le elezioni americane?" che avrà luogo sulla piattaforma Zoom giovedì 21 novembre alle ore 17:00.
Oltre che ai Soci dell'Associazione Culturale Nel Futuro, l'invito a partecipare alla presentazione ed al dibattito viene in questa occasione esteso a tutti i lettori interessati a questo argomento di scottante attualità.
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L’America reale e i dieci pilastri del successo di Trump
di Achille De Tommaso
Se l’immagine dell’America che conosciamo fosse un film, sarebbe girato interamente in una New York scintillante o in una Los Angeles glamour, con professionisti in completi firmati e cocktail alla moda. Ma il vero copione, negli USA, si svolge lontano dai riflettori, nelle comunità rurali che costituiscono il cuore pulsante, anche industriale, della nazione. Ed è proprio lì, tra i ranch e le industrie manifatturiere, oggi in declino, che Donald Trump ha trovato il suo elettorato più fedele.
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Rurali vs Urbani: Due Americhe a Confronto
Nelle aree rurali americane, l’economia si basa su agricoltura intensiva, estrazione petrolifera e mineraria e industrie locali, spesso in crisi per delocalizzazioni e concorrenza globale. Le infrastrutture e i servizi pubblici latitano, con accesso limitato a ospedali, scuole e persino alla banda larga. Tuttavia, queste comunità mantengono un forte senso di appartenenza, radicato nei valori tradizionali e nella fedeltà al proprio territorio.
Al contrario, l’America urbana, quella rappresentata dai media, vive di servizi, tecnologia e finanza. Qui si concentra l’élite cosmopolita, a cui spesso, oggi, si attribuisce un disinteresse per le difficoltà del paese reale.
Questa frattura tra città e campagna è stata magistralmente sfruttata da Trump, che ha dato voce a chi si sentiva dimenticato da un sistema percepito come elitario. Promettendo di "rendere l’America grande di nuovo," ha parlato direttamente alle esigenze quotidiane delle aree rurali, mettendo al centro lavoro, sicurezza e sovranità.
La Doppia Vittoria di Trump nel 2024: Stati Chiave e Voto Popolare
Per la prima volta in 20 anni, i Repubblicani non solo hanno conquistato la presidenza, ma anche il voto popolare, un traguardo significativo che spezza il dominio Democratico. Trump ha superato con 312 voti elettorali la soglia necessaria e ha ribaltato stati chiave come Wisconsin, Georgia, Pennsylvania e Carolina del Nord, confermando la sua capacità di mobilitare un consenso ampio e trasversale.
In Pennsylvania e Wisconsin, le promesse di rilancio industriale e tutela del lavoro hanno risuonato tra i lavoratori della manifattura. In Georgia e Carolina del Nord, l’appello a una tassazione più bassa e una politica fiscale rigorosa ha conquistato sia i sobborghi che gli elettori moderati. Trump ha dimostrato che, quando si parla di economia e sicurezza, i temi identitari e progressisti passano in secondo piano.
Questo dovrebbe insegnare qualcosa.
I Dieci Pilastri del Successo di Trump (che i media italiani non ci raccontano)
la narrazione progressista ha spesso descritto Trump come una figura di cui enfatizzavano l'impatto negativo. Alcuni progressisti hanno descritto la sua presidenza come una minaccia alla democrazia, i media e i commentatori di sinistra, anche italiani, hanno generalmente posto l'accento sulle sue politiche nazionaliste, sul suo linguaggio divisivo, razzista, misogino, e su un approccio percepito come populista e autoritario. La retorica di Trump è stata spesso criticata per aver alimentato divisioni sociali e tensioni razziali. Ricordo la Harris urlare:” Trump è un razzista!”.
In realtà la sua precedente amministrazione è stata molto efficiente, e per niente razzista, e molti voti gli sono pervenuti dai gruppi etnici e dalle donne.
Elenco di seguito un riassunto di quanto di positivo ha fatto Trump nella sua precedente amministrazione.
1. Riforma Fiscale e Attrazione degli Investimenti
Trump ha promosso una delle più grandi riforme fiscali nella storia recente degli Stati Uniti, il Tax Cuts and Jobs Act del 2017. Questa riforma ha ridotto l'aliquota dell'imposta sulle società e ha introdotto agevolazioni fiscali. I benefici di questa riforma fiscale si sono manifestati in un tasso di disoccupazione ai minimi storici e in un incremento degli investimenti aziendali, segnando un periodo di espansione economica che ha rafforzato il mercato del lavoro e la fiducia. Questa riforma fiscale, sebbene criticata per aver aumentato il deficit federale nel breve termine, è stata considerata da sostenitori e analisti come un fattore determinante per la competitività a lungo termine degli Stati Uniti. Ha sottolineato l'importanza di un ambiente favorevole al business per attrarre investimenti e mantenere l'economia americana al centro della scena globale, stimolando anche una risposta competitiva da parte di altre economie.
2. Disoccupazione ai Minimi Storici
Nel 2019, la disoccupazione ha raggiunto il 3,5%, il valore più basso registrato negli Stati Uniti negli ultimi cinquant'anni. Questo calo ha rappresentato un successo notevole per l'amministrazione Trump, in quanto il miglioramento non è stato limitato solo alla popolazione generale, ma ha avuto un impatto rilevante anche sulle minoranze. Il tasso di disoccupazione tra afroamericani, ispanici e altre minoranze ha toccato i minimi storici, dimostrando un ampliamento delle opportunità economiche in vari settori. Questo contesto ha anche rafforzato il potere contrattuale dei lavoratori, portando a un graduale aumento dei salari. Nonostante le critiche riguardanti l'aumento del deficit federale e le questioni di equità nella distribuzione della ricchezza, i dati complessivi indicano che l'economia americana durante l'amministrazione Trump ha vissuto una fase di rilancio e crescita significativa. Questo ha contribuito a posizionare gli Stati Uniti come leader economico globale, stimolando anche la competizione internazionale.
3. Crescita Economica
Durante l'amministrazione Trump, gli Stati Uniti hanno vissuto un periodo di crescita economica avanzata, che si è riflesso in un aumento del PIL a un ritmo medio compreso tra il 2% e il 3% annuo. Questo risultato è stato possibile grazie a un mix di politiche pro-business, deregolamentazione e incentivi fiscali che hanno stimolato l'innovazione e gli investimenti. Le aziende hanno beneficiato di un ambiente fiscale più favorevole e di un approccio meno restrittivo sul fronte normativo, consentendo una maggiore espansione del settore privato e un incremento degli investimenti in infrastrutture e tecnologie avanzate.
4. Mercato Azionario ai Massimi Storici
Parallelamente alla crescita economica, durante la precedenza presidenza Trump il mercato azionario ha visto un periodo di notevoli guadagni. Indici chiave come il Dow Jones Industrial Average e l'S&P 500 hanno raggiunto livelli record, riflettendo l'ottimismo degli investitori e la fiducia nelle politiche economiche dell'amministrazione. Questi guadagni non solo hanno rafforzato la posizione dell’economia statunitense come leader globale, ma hanno anche contribuito a incrementare il valore dei portafogli degli investitori, favorendo la creazione di ricchezza per milioni di americani.
Il rialzo del mercato azionario è stato sostenuto da una serie di fattori, tra cui i tagli fiscali, che hanno aumentato i profitti aziendali e incentivato investimenti interni, e la deregolamentazione dei settori finanziari ed energetici, che ha ridotto i vincoli operativi per molte imprese. Questa politica economica ha portato a una crescita della fiducia imprenditoriale e a un aumento dell'occupazione, rafforzando il ciclo positivo di investimenti e consumi.
5. Deregolamentazione e Sviluppo Industriale
Trump ha attuato un ampio programma di deregolamentazione mirato a ridurre il peso delle normative federali su diversi settori dell’economia, con l’obiettivo di stimolare la crescita industriale e incentivare gli investimenti. Questa politica ha riguardato principalmente settori chiave come l’energia, la manifattura, l’agricoltura e il settore finanziario. Riducendo il numero di regolamenti considerati eccessivi o restrittivi, l’amministrazione ha cercato di creare un contesto più favorevole per le imprese, promuovendo la competitività e aumentando la capacità delle imprese.
6. Impatto sull'Energia e l'Indipendenza Energetica
Una delle azioni più notevoli della precedente presidenza Trump è stato l'allentamento delle normative ambientali per facilitare l'estrazione e la produzione di petrolio e gas naturale. Grazie a queste politiche, gli Stati Uniti hanno vissuto un vero e proprio boom energetico, diventando uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio e gas. La maggiore produzione interna ha consentito al paese di ridurre in modo significativo la dipendenza dall'energia, raggiungendo per la prima volta l'indipendenza energetica dopo decenni. Questa espansione ha creato decine di migliaia di posti di lavoro nei settori energetici e manifatturieri, stimolando le economie locali. Immagino già i progressisti, la Von Der Layen in testa, commentare:” si, ma come la mettiamo col riscaldamento climatico?”. Dimenticando che adesso buona parte del gas l’Europa lo compra dagli USA, liquefatto.
7. Manifattura e Occupazione
Le misure di regolamentazione adottate durante l'amministrazione Trump hanno avuto un impatto significativo sul settore manifatturiero e sull'occupazione negli Stati Uniti. La riduzione delle normative, percepite come ostacoli alla crescita aziendale, ha stimolato le aziende ad espandere le loro operazioni e investire nuovamente negli Stati Uniti anche dall’estero. Questa politica ha creato un ambiente favorevole per la creazione di nuovi posti di lavoro e ha portato a un rilancio del settore manifatturiero, che aveva visto un declino negli anni precedenti. La crescita dell'occupazione e il rilancio del settore produttivo hanno rafforzato il potere contrattuale dei lavoratori, portando a un aumento dei salari in vari settori. La competizione per i lavoratori qualificati ha spinto le imprese a migliorare le condizioni di lavoro ea investire maggiormente nella formazione e nello sviluppo professionale, contribuendo a un miglioramento generale delle opportunità economiche per molte famiglie americane.
8. Politica Estera e Accordi Commerciali
Durante il suo mandato, Trump ha intrapreso una politica estera assertiva e una serie di iniziative volte a rivedere e rinegoziare accordi commerciali che considerava svantaggiosi per gli Stati Uniti. Una delle sue principali mosse è stata la rinegoziazione del NAFTA (North American Free Trade Agreement), trasformandolo nell’USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement). Questo nuovo accordo ha introdotto cambiamenti significativi, tra cui disposizioni più rigorose sul contenuto di origine dei prodotti e sulla protezione dei diritti dei lavoratori, migliorando la posizione degli Stati Uniti nei confronti di Messico e Canada. L’USMCA è stato lodato come un accordo più equo per l'industria statunitense, destinato a proteggere i posti di lavoro interni e a stimolare l'economia manifatturiera.
Un altro punto cardine della politica commerciale di Trump è stato il confronto diretto con la Cina. L’amministrazione ha imposto dazi su centinaia di miliardi di dollari di beni cinesi, sostenendo che fosse necessario per contrastare pratiche commerciali scorrette, come il furto di proprietà intellettuale e le politiche di sovvenzioni statali che avvantaggiavano ingiustamente le imprese cinesi. Questa guerra commerciale, sebbene controversa, è stata vista come un tentativo di proteggere le industrie americane e ridurre il disavanzo commerciale tra i due paesi. Sebbene abbia comportato tensioni economiche, ha anche portato a una maggiore consapevolezza sulle questioni legate alla dipendenza dalle catene di approvvigionamento cinesi e sulla necessità di diversificare le fonti di importazione.
Trump ha consolidato in modo significativo le relazioni con Israele, rafforzando un'alleanza storica che oggi, in un contesto di conflitto, si rivela più cruciale che mai. Uno dei suoi successi chiave è stato infatti il raggiungimento degli Accordi di Abramo, una serie di intese diplomatiche che hanno normalizzato le relazioni tra Israele e diversi paesi arabi, come Emirati Arabi Uniti e Bahrain. La collaborazione tra Israele e i paesi firmatari degli Accordi di Abramo ha dimostrato che una cooperazione più ampia in Medio Oriente è possibile e che può servire come baluardo contro le forze destabilizzanti che minacciano attualmente la pace e la sicurezza nell'area.
9. Riforma della Giustizia Penale
L'amministrazione Trump ha approvato il First Step Act, una riforma della giustizia penale mirata a ridurre le condanne carcerarie sproporzionate e a migliorare le condizioni dei detenuti, offrendo opportunità di riabilitazione e rientro nella società. Questa legge ha rappresentato una svolta significativa per il sistema penale statunitense, poiché è stata la prima grande riforma bipartisan in decenni, sostenuta sia dai repubblicani che dai democratici. L'obiettivo principale del First Step Act era affrontare le disparità nelle condanne, specialmente per i reati non violenti legati alla droga, che avevano colpito in modo sproporzionato le comunità di minoranze.
La riforma ha introdotto cambiamenti come la riduzione delle pene minime obbligatorie e l'espansione dei programmi di riabilitazione volti a ridurre il rischio di recidiva. Inoltre, il First Step Act ha anche incluso misure per migliorare le condizioni carcerarie, come l'espansione di programmi educativi e lavorativi per i detenuti, mirati a fornire loro competenze utili per il reinserimento nella società una volta scontata la pena.
10. Rafforzamento della Sicurezza Nazionale e Controllo delle Frontiere
Trump ha concentrato la sua presidenza sulla sicurezza nazionale, aumentando significativamente le risorse dedicate al controllo delle frontiere e implementando politiche rigorose volte a limitare l'immigrazione irregolare. Una delle sue iniziative più emblematiche è stata la costruzione e il rafforzamento del muro al confine con il Messico, un simbolo della sua politica di protezione dei confini. Questo progetto aveva l’obiettivo di ridurre il flusso di migranti irregolari, nonché di ostacolare il traffico di droga e di esseri umani che spesso passa attraverso i confini non protetti.
L'amministrazione ha anche ampliato il numero di agenti di pattuglia di frontiera e potenziato le tecnologie di sorveglianza, includendo droni, sensori e sistemi di monitoraggio avanzati.
Le politiche di Trump sulla sicurezza nazionale hanno anche incluso una stretta sorveglianza sui viaggiatori provenienti da paesi considerati ad alto rischio, attraverso il Travel Ban, volto a impedire l'ingresso negli Stati Uniti a individui provenienti da determinate nazioni con legami al terrorismo.
Una Lezione per i Democratici
La sconfitta di Kamala Harris non è solo elettorale, ma ideologica. I Democratici hanno sottovalutato l’importanza di parlare alle aree rurali e di affrontare problemi concreti come lavoro, sicurezza e costo della vita. Il loro focus su giustizia sociale e politiche progressiste, seppur nobili, si è dimostrato insufficiente per rispondere alle necessità quotidiane di gran parte degli americani.
Gli endorsement delle celebrità e la retorica woke non hanno fatto breccia; anzi, hanno alienato ulteriormente un elettorato già disilluso dalle élite. Trump, al contrario, ha capitalizzato su questo distacco, dimostrando che una politica diretta e pragmatica può ancora vincere.