Keith Haring( Reading, Pennsylvania, 1958 – New York, 1990) – Untitled (1988)
La conditio sine qua non
di Gianni Di Quattro
Il codice penale italiano prevede tre tipi di reato: il doloso, il preterintenzionale e quello colposo. I primi due sono assolutamente chiari e non richiedono particolari interpretazioni, devono solo essere provati perché la legge li condanni e provveda a sanzionarli nel modo previsto. Il terzo è più difficile: il codice prevede che esiste un reato colposo quando c’è negligenza, imprudenza o imperizia oppure inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline.
È necessario che però, per condannare il reo o presunto tale, si provi che tra la sua azione e l’evento ci sia un legame forte, in altri termini una conditio sine qua non, ovvero che l’evento senza la sua azione non si sarebbe verificato. Per questo motivo i reati colposi sono i più difficili e impegnativi per i collegi giudicanti perché non solo bisogna raccogliere e verificare i fatti, ma bisogna soprattutto cercare questo legame tra l’azione e l’evento. Il che non sempre è facile anche perché i condizionamenti dei comportamenti umani sono molteplici e spesso misteriosi.
La realtà è più complicata perché in pratica un determinato evento non si verifica quasi mai per una sola causa, ma per varie cause o, come si dice nelle aule di tribunale, per varie concause. Ed allora bisogna da parte dei giudici determinare quale è tra le varie cause quella tolta la quale l’evento non si sarebbe proprio verificato. Allo scopo di attribuire la colpa e condannare di conseguenza l’indiziato o la persona coinvolta nell’evento. Questa disciplina giuridica ricorda molto la situazione politica e sociale del nostro paese.
Intanto è vero che la situazione economica e sociale in cui versiamo è figlia di una serie di concause, alcune delle quali vengono da lontano e sono in relazione alla struttura burocratica e borbonica del nostro Stato e senza ombra di dubbio a colpe da attribuire a passati governi anche di colore diverso da quello attuale, ma il problema è capire se tra queste concause c’è ne è una senza la quale la situazione non sarebbe in costante peggioramento, perché così pare a giudicare da tutti i rapporti nazionali e internazionali.
L’attuale governo del paese sembra essere totalmente impermeabile a qualsiasi richiamo di attenzione sul problema e decide di decidere a prescindere da disponibilità economiche e finanziarie dello Stato e soprattutto senza preoccuparsi del futuro, che evidentemente riguarda prevalentemente i giovani, provvedimenti, forme ampie di assistenza, elargizioni e qualsiasi idea che ritiene possa procurare voti e consenso ai due partiti che formano la colazione di governo. E questo comportamento è una conditio sine qua non.
Più precisamente la politica ha accettato la formula della conditio sine qua non, che prevede di decidere non la cosa che è più utile al paese ma quella che porta più voti al decisore (dunque ecco la conditio). Il progetto per il paese, la visione possibile è condizionata nel senso che ciò che è giusto e utile non si può e non si deve fare se non porta voti.
La colpa, lo dicono in molti, è della democrazia, questo è il suo limite che sempre prima o dopo viene fuori e che comunque bisogna accettare perché la democrazia nella sua interezza è la forma di governo migliore, quella che garantisce libertà e giustizia come nessun altra. Allora forse pensando al fatto che le idee camminano sulle gambe degli uomini, la situazione che viviamo dipende dalla mediocrità umana e culturale del momento e che trova l’apice nei delegati politici che rappresentano la nostra società.
Il problema si sposta sulla trascuratezza culturale di cui il paese è stato prigioniero per molti anni che ha prodotto dei mostri che adesso scorazzano nei nostri cortili. Bisogna far passare il tempo, resistere, invitare tutti a studiare, a crescere, a spiegare che uno non è uguale uno per migliorare la società in cui tutti viviamo.
Piano piano tutti, quantomeno la maggioranza dei cittadini facendo così scattare il meccanismo della democrazia, ci renderemo conto che dobbiamo cercare il merito, la competenza, la capacità di vedere e di capire il futuro prima di affidare responsabilità a qualcuno che dice di essere uguale agli altri e di essere onesto. Non è sufficiente e lo capiremo presto, molto presto.
Tuttavia forse gli ultimi eventi politici potranno far saltare a piè pari tutto ciò perché pare si viaggi vero la ricostruzione del passato, la costruzione del futuro uguale al passato, la cancellazione di ciò che era nato ma che non è compatibile con il passato. Per ridare a questo paese la sua vocazione di sempre, cioè quello di essere di destra e di essere governato dalle destre come succede dalla fine della seconda guerra mondiale. Non fa testo qualche breve interruzione di questo dominio che ha visto protagonisti comunque uomini di destra truccati da uomini di sinistra. Che sia questa la vera conditio sine qua non del paese?