Alan Moore (Melbourne, 1914 – Ballarat,Victoria, Australia, 2015) – Second World War - Moon
C’è una guerra nel nostro futuro?
di Bruno Lamborghini
Le celebrazioni del centenario della fine della Grande Guerra a Parigi ed in altre città europee (salvo l’Italia dove non si è pensato o voluto fare celebrazioni o per lo meno ricordare i 650.000 militari italiani morti oltre a migliaia di civili) hanno riportato l’attenzione sulla guerra, un tema di cui di fatto una gran parte di italiani, in particolare i giovani, non sanno nulla o non hanno avuto esperienza diretta, salvo tanti nostri militari che hanno combattuto o combattono su fronti lontani.
L’Europa è stata il maggiore campo di battaglia nel secolo scorso (ma non dimentichiamo anche quanto avvenuto in questo continente nei due millenni precedenti), con le due guerre più devastanti della storia umana, costate assieme nel mondo 70 milioni di morti e tante città distrutte.
Per questo l’Europa ha imparato da questa amara esperienza, costruendo con la costituzione dell’Unione Europea un lungo periodo di pace di oltre 70 anni, divenuto modello per il mondo.
Le preoccupazioni espresse dalla Cancelliera Merkel a Parigi, in occasione delle celebrazioni, sono una indicazione chiara del rischio che questo periodo di pace non possa essere garantito, tenuto conto dei sommovimenti geopolitici in atto che stanno scuotendo e tentando di indebolire le istituzioni europee, contro l’idea di Europa da parte del risorgere di nazionalismi e di movimenti sovranisti.
Sembra quasi che la storia delle due guerre sia stata dimenticata o mai appresa e si rischia forse di ritornare agli errori ed alle micce che hanno acceso i fuochi di guerra nel secolo scorso.
L’Europa è presa di mira anche dal tiro incrociato di Trump e di Putin, il primo, disturbato dall’Euro che riduce spazio al Dollaro e dalle regole imposte dall’Europa verso le multinazionali USA e nel commercio internazionale, il secondo che attraverso una precisa politica espansionistica punta a rafforzare il suo ruolo all’interno, in qualche modo favorito anche dall’azione anti Ue dei governi sovranisti europei.
In una prospettiva di ulteriore indebolimento dell’Unione Europea e della Nato, quali scenari si possono immaginare ?
A livello mondiale si è di fronte ad una triade di paesi che dettano l’agenda:
- gli USA isolazionisti di Trump che rappresentano da sempre la maggiore potenza militare mondiale con la presenza di portaerei USA in tutti i mari e gestiscono la maggiore produzione e commercio di armi.
- la Russia espansionista di Putin (sia sullo scacchiere europeo che in Medio Oriente) con una economia tornata a crescere grazie ai nuovi livelli del prezzo del petrolio
- e infine il gigante cinese che sta conquistando ogni giorno nuovi spazi nel mondo, in Africa dove ormai ha concluso accordi strutturali con i vari governi, occupando di fatto il continente e controllando fondamentali risorse minerarie e costruendo le nuove infrastrutture, ma anche con una crescente presenza di cittadini cinesi in tutte le attività, poi la Via della Seta che va dall’Asia all’Europa e diviene la spina dorsale cinese in Eurasia, o le azioni dirette in Europa ed in Italia attraverso gli investimenti cinesi nell’acquisto di infrastrutture portuali e di comunicazione e di numerosi gruppi aziendali.
Trump considera la Cina come il principale nemico per lo squilibrato rapporto commerciale tra le due aree e per la progressiva perdita della leadership tecnologica americana ad opera delle nuove Silicon Valley cinesi.
E per tale ragione Trump ha avviato una pesante guerra commerciale attraverso i dazi ed altri interventi contro la Cina, ma certamente questo forse non potrà bastare.
Lo scenario europeo e mondiale si fa dunque complesso e ad alto rischio.
La speranza è che l’Europa non perda il suo ruolo di costruttore di pace di questi 70 anni e possa ancora giocare un ruolo di punto di equilibrio nella complessa vicenda planetaria. Occorre quindi rafforzare e non indebolire l’Unione Europea.