Franco Fortunato (1946 - Roma) - Voltare pagina (il nuovo giorno) - 2014
Voltiamo pagina
di Tito Giraudo
Passato lo sciagurato referendum, occorre voltare pagina. Inutile continuare a discutere di un evento che non è stato giudicato per quello che era, ma per quello che rappresentava.
Voltiamo pagina.
Sono propenso a pensare che, al di là dei giochini che si apriranno nel PD, prima o poi si arriverà a votare. Sono così pessimista che contemplo persino la fine normale della legislatura.
Apro una piccola parentesi.
L’unico che ha fretta di votare è Salvini. E’ un corsaro che sta saccheggiando la nave di Berlusconi, pertanto vuole capitalizzare. I 5 Stelle fingono di volere le elezioni ma sanno benissimo che non possono arrivarci decentemente con l’attuale armata Brancaleone. Berlusconi è entrato con il solito acume tattico nuovamente nei giochi. Se la nuova riforma sarà proporzionale dovrà rinforzare Forza Italia e quindi sarà pochissimo interessato al Centro Destra. Il tempo gioca a suo favore. I cespugli reggicoda al PD transfughi di Forza Italia, in caso di proporzionale migreranno, o nel PD, o torneranno in Forza Italia; propedeutica sarà l’introduzione di una soglia di sbarramento che i principali Partiti avranno interesse a potenziare.
E’ di ieri l’ipotesi di un Aventino dei Cinque Stelle. Sono pronto a scommettere che cambieranno idea.
L’unico partito che ha interesse di andare a votare al più presto è il PD.
Occorre però valutare che tra l’interesse e le correnti Dem, passa la stessa differenza che esiste tra l’appetito e la gola. La vittoria di Renzi alle primarie è stata schiacciante solo perché la gestione della crisi di Bersani fu disastrosa, ma la classe dirigente del PD è renziana solo se Renzi è vincente, anzi, soverchiamente vincente, quindi prevarranno gli interessi individuali e di gruppo che potrebbero allontanare il confronto elettorale facendo rientrare dalla finestra la minoranza Dem, magari nella versione compromissoria di Cuperlo.
La novità Renzi non è stata quella di aver esercitato per quasi tre anni un dominio incontrastato nel PD, quanto quella di aver cercato di cambiare radicalmente la linea di un partito nato dalla fusione a freddo degli unici sopravvissuti alla Prima Repubblica: PCI e Sinistra DC
Tutto dell’azione di Renzi è stata discontinuità con l’ideologia fondante dei Democratici.
Il superamento dell’art.18, la fine della concertazione con il Sindacato, la legge elettorale maggioritaria con il ballottaggio
Se passa un proporzionale spinto, il Centro Destra sarà definitivamente cassato. Salvini e Meloni devono asfaltare il Berlusca il quale nella nuova situazione tenderà a relegarli all’estrema destra, cosa che nella Lega non piacerà per nulla ai lombardi di Maroni e ai veneti di Zaia e quindi Salvini, paladino delle primarie, avrà sicuramente le sue gatte interne da pelare.
La partita sarà tutta tra il PD e i 5 Stelle.
Questi ultimi, sul piano tattico, credo non riserveranno molte sorprese. Batteranno il ferro dell’anti casta cercando di dire il meno possibile sui propri programmi, cercando di tenere insieme la componente di sinistra con quella essenzialmente moralista. Io non sono d’accordo con Santoro che li ha definiti di destra e addirittura fascisti. Santoro sarà un bravo giornalista, ma certamente di storia mastica poco. La Destra è un’altra cosa e il Fascismo non era di destra ma cosa ben più complessa…..
Se non scivoleranno sui loro sindaci (devono però arrivare i nodi al pettine anche per la Appendino), conserveranno e forse amplieranno quel 30% che i sondaggisti oggi gli assegnano, per cui con il proporzionale e senza il ballottaggio, se vogliono governare devono allearsi.
Gli alleati li hanno solo nella Lega e in Fratelli d’Italia (salvo che mamma Meloni non rinsavisca), si formerebbe così un’alleanza nazionalista poiché l’unico tema che li unisce veramente è l’uscita dall’Euro, o almeno far decidere della cosa agli Italioti sperando che continuino ad evirarsi. Fortunatamente il pronunciamento sarebbe anticostituzionale e quindi : “tanto casino per nulla” ma bastante per darci un chiaro segno di quello che potrebbe riservarci il destino.
Più ci penso e più mi convinco che la battaglia dei Grillini sul NO, si ritorcerà contro di loro.
Lo spettacolo da Prima Repubblica cui assisteremo in questi mesi farà capire anche ai 5 Stelle che quella non era solo la riforma di Renzi, ma, con tutti i limiti, quella per tutti coloro che in qualche modo auspicavano cambiamenti, cosa che, con tutte le contraddizioni e soprattutto i fanatismi giustizialisti, possiamo anche concedere ai 5 Stelle.
Voglio essere ottimista: il PD le prossime elezioni può soltanto perderle. Cerchiamo di capire il perché.
In quella che ho definito una fusione a freddo, che qualche cosa non andasse lo dimostrò l’uscita di Francesco Rutelli. Il fondatore della Margherita non proveniva da nessuno di quegli schieramenti: era un radicale d’annata, trasmigrato all’ecologismo, preferì la vita privata in attesa (perché è un politico di razza) di ripescaggio.
Le sconfitte elettorali degli ultimi anni sono da assegnarsi al gruppo dirigente catto-comunista che, privo di una strategia politica moderna, si è rifugiato nell’antiberlusconismo di maniera regalando all’avversario tutto l’elettorato moderato che è quello che ha sempre fatto vincere, prima i DC e poi il Cavaliere. A scompaginare il PD è stato Renzi che, indipendentemente dalle sue doti, ha catalizzato il malumore e anche un po’, naturalmente, gli appetiti dei quarantenni (o giù di lì) Piddini.
Renzi nel PD è stato uno tsunami, simile a quello che fu a suo tempo Craxi nel PSI, con la differenza che quest’ultimo disponeva di un Partito elettoralmente debole e quindi si inserì nel gioco DC-PCI con cinismo ricattatorio: al governo con la DC, nelle amministrazioni comunali e regionali con il PCI. Tattica che funzionò ma che non consentì al PSI di rinforzarsi elettoralmente scatenando solo la vendetta dei due grandi partiti.
A mio parere l’unica possibilità che hanno avuto le sinistre socialiste e comuniste, sarebbe stata la riunificazione immediatamente dopo la caduta del muro. I comunisti dissero di no e lavorarono per eliminare Craxi. Non è che i D’Alema e i Bersani non ci fossero. Ora, questa classe dirigente, o quello che ne rimane, accusano Renzi di tradimento della sinistra. Renzi non è di sinistra? Sicuramente non appartiene a quella sinistra, ma la base del PD dovrebbe andarne fiera e non preoccuparsi di quei quattro pensionati nostalgici che vantano un rapporto con la “ggente” di sinistra che in realtà hanno perso da anni.
Nel momento in cui c’è stata la fusione con la Margherita pensare che gli ex comunisti avessero qualche chance era pia illusione, quella sul referendum è stato l’ultimo anelito prima dell’estrema unzione. Se non ci fossero, Renzi dovrebbe inventarseli.
Tuttavia, il cammino è pieno di insidie. Prima fra tutte la tenuta del gruppo dirigente renziano che non è solo quello della Leopolda, ma di tutti coloro che trasmigrarono sul carro del vincitore. Renzi è riuscito a cambiarne la mentalità? Nutro forti dubbi. Ad ogni buon conto, la cartina di tornasole sarà la legge elettorale che, se non vogliono farla in solitudine come le riforme costituzionali, dovranno forzatamente allearsi con Berlusconi. In quel momento il Cavaliere diventerà nuovamente l’uomo nero, non solo tra i Grillini (a cui hanno fatto comodo quel 10% di NO portati in dote) e Lega, ma anche in quella parte del PD che con l’antiberlusconismo ha convissuto per anni, e non penso solo alla minoranza.
La tenuta riformista del PD si misurerà da questo, soprattutto, questa volta nel non ciurlare nel manico come per il Nazzareno.
Non piace quello che resta di Berlusconi? Non piacciono i moderati? Se è così sarà difficile arginare l’ondata che non oso chiamare populista poiché per costoro risulterebbe un vezzeggiativo.