John Frederick Lewis (Londra, 1804 - Walton-on-Thames, 1876) - The siesta
Pubblichiamo con cadenza variabile, sotto il titolo “La siesta”, spunti, pensieri e osservazioni di Gianni di Quattro relativi a fatti di attualità, principalmente di politica nazionale ed internazionale. Ci auguriamo che questo possa favorire un interscambio di idee con i lettori i quali sono invitati a commentare ed a dibattere sia in caso di accordo che di disaccordo col pensiero dell’autore.
La siesta (23)
di Gianni Di Quattro
Tanti sono i commentatori concordi nel sostenere che Sanders, che si qualifica e comunque è connotato come socialista, non sarà mai votato dal popolo americano se dovesse vincere la nomination del Partito Democratico. Però sta vincendo, sostenuto molto dai giovani e, in parte pare, dagli ispanici che in quel paese sono tanti (60 milioni). Allora tutti coloro che non vogliono Trump sperano in Bloomberg considerato l’unico che lo può battere perché in fondo è un conservatore come la maggioranza degli americani.
Un pensiero però continua a girarmi in testa e cioè se gli americani sono stati capaci di votare Trump perché non possono votare Sanders? I tempi cambiano, il populismo anche se avvolto nella carta di valori ha una presa che prima non aveva. Certo la logica nega questa ipotesi, ma vedremo: la corsa è appena iniziata ed è comunque affascinante oltre ad essere importante.
Intanto Trump dopo avere superato l’ostacolo impeachment sta facendo piazza pulita di tutti coloro che non hanno preso le sue difese a spada tratta e li sta sostituendo con delle grandi mediocrità che però sono assolutamente fedeli a lui. Un uomo pieno di astio, non un uomo di Stato, non un uomo in grado di guidare una grande democrazia mondiale, un pericolo per il mondo.
Secondo me un sacco di gente non ha capito dove vuole arrivare e cosa sta facendo Putin. Il suo supporto a Trump non è un caso e non è solo un fatto che riguarda gli Usa. Il nostro ama avere interlocutori mediocri, meglio se corrotti, lo aiutano molto nelle sue strategie e ambizioni di potere perché è più facile avere rapporti con questa gente.
Da un po’ di tempo può capitare sentire fare una domanda da parte di qualche giornalista illuminato ed obbiettivo (costoro nel nostro paese sono ormai purtroppo merce molto rara) a qualche personaggio di rilievo sulla democrazia. Tipo la democrazia è in pericolo? Vuol dire che in qualche mente aperta e attenta si comincia ad avere dei dubbi sul nostro sistema democratico in un prossimo futuro, considerando i prossimi più che probabili vincitori politici. A parte il fatto che tale sistema è già zoppo da tempo, ma viene sottoposto ad un grande logorio in modo costante negli ultimi tempi.
Bisogna spiegare di più, soprattutto ai giovani, che quando un regime è una forte e feroce dittatura, anche se oggi i mezzi di comunicazione sono per fortuna più importanti ed efficienti rispetto al passato e ci sono anche strutture internazionali che possono intervenire, o si sta alla larga o se si entra per combattere una battaglia umana e ideale i rischi che si corrono sono molto alti. I casi recenti lo confermano infatti. E i centri di ricerca, le università, i gruppi vari di studio devono avere maggiore prudenza e meno spregiudicatezza nel mandare in questi posti infami giovani entusiasti e preparati ma forse anche ingenui.
La riduzione del numero dei parlamentari è una sciocchezza, una decisione presa a scopo elettorale. Perché non sono i risparmi di circa 300 di loro che ci aiuta a risolvere qualche problema economico. Diminuisce comunque la rappresentanza e questo non mi pare una bella cosa per la democrazia. Bisogna rifare collegi, legge elettorale e procedure varie e ci vogliono soldi, tempo e speranza che queste cose le facciano bene. Da un punto di vista politico, sociale ed economico tale provvedimento non è assolutamente prioritario e lo considero polvere negli occhi dei cittadini, uno sgarbo morale, una presa in giro insomma. Io voterò no al referendum sempre che si faccia come stanno dicendo.
Questa storia del corona virus tra le altre cose sta evidenziando il provincialismo, l’amore per il sensazionalismo, la superficialità e la mancanza di professionalità della generalità dei media italiani.
È passata la legge sulle intercettazioni al Parlamento, è passata la legge sulla prescrizione infinita se non verrà revocata e la maggioranza sta approfittando, pare, della situazione di emergenza del paese per evitare forti opposizioni che è pronta a definire fuori luogo dato il momento critico del paese da un punto di vista sanitario ed economico. Ed intanto la giustizia soffre e viene modificata a favore dei pubblici ministeri, squilibrando l’immagine di quella bilancia che dovrebbe rappresentarla. Comincio a pensare che una vera riforma del sistema giudiziario italiano dovrebbe cominciare dagli uffici e dal personale delle procure, perché in questi punti si concentra il problema. Sono le procure che cercano di supplire a incapacità e a superficialità con norme di legge che li possano favorire e facilitare anche se sono contro il valore di una giustizia equa ed imparziale. E un procuratore che è stato fazioso e imparziale tutta la vita, non credo possa improvvisarsi giudice imparziale, così come giro di valzer.
La gente, come Trump o Salvini o altri come loro, sa come sconfiggere il virus e lo dice con forza. Trump addirittura lo minaccia dicendo che se viene a sapere che se si affaccia in America lo distrugge e Salvini dicendo cosa si sarebbe dovuto fare e cosa si deve fare per sconfiggerlo (il save lo todo direbbero gli amici spagnoli). Chissà perché costoro mi ricordano Don Chisciotte, forse però uno dei due più Sancho Panza, lo scudiero.
C’è in corso una epidemia nel nostro paese, ci sono le polemiche e ci sono i problemi che un paese arruffone e superficiale come il nostro inevitabilmente presenta. Di fronte a questa situazione il nostro ministro della sanità si vede anche ad occhio nudo o non abituato che è inadeguato. È certamente una brava persona, con sentimenti ideologici e morali di rispetto, ha l’aria di una persona onesta, forse con l’aria di volere fare il pierino in ogni occasione, ma lo si può perdonare per questo. La verità però è che affrontare situazioni anomale come quella che si sta verificando richiede esperienza politica, capacità di comunicazione, un sistema di relazioni personale, una abitudine ad utilizzare i media, la capacità di fare strategie sociali e di adeguarle giornalmente, una leadership o credibilità per tutto il settore. Insomma statisti non ci si improvvisa con tutta la buona volontà di questo mondo.