Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

William Stout (Salt Lake City, Utah, 1949 - Los Angeles) - Dinosauro (1992)

 

Gli ultimi dinosauri

di Tito Giraudo

 

Si dice che i simpatici rettili preistorici morirono tutti insieme causa un meteorite che spostò l’asse terrestre.

In questo paese, ci sono dinosauri che invece stanno morendo naturalmente, estinguendosi per vecchiaia.

L’altro giorno su FB, un mio amico ed ex-collega sindacalista (che allora si distingueva dal branco veterocomunista), ha condiviso uno dei tanti articoli che tutte le volte che muore un palestinese qualche cosiddetto democratico si affretta a pubblicare e quindi i dinosauri condividono estatici.

Attendendo gli eventi politici di casa nostra, vorrei parlarvi dei riflessi condizionati di Dino Sauro.

Dino, è quasi sempre un vecchietto come me, sinistro come ero io negli anni sessanta.

Né io, né Dino, abbiamo fatto per motivi anagrafici la resistenza, non conosciamo il Fascismo se non per sentito dire da quelli che la Resistenza l’avevano fatta, magari solo nella sfilata dell’ultimo giorno.

Quando facevo l’agit prop di professione, fui chiamato dall’Anpi di Grugliasco a tenere un comizio il 25 Aprile. Dopo un corteo con carri allegorici, bella ciao e bandiera rossa incorporati, mi toccò di fare un comizio antifascista, allora sull’antifascismo ci marciavo, avevo fatto conferenze nelle sezioni socialiste preparandomi su un libro scritto da Pietro Nenni e quindi in quella manifestazione snocciolai il verbo di un capo socialista, sicuramente intelligente e onesto, ma certamente in materia, non scevro da pregiudizi almeno quanto il suo amico-nemico: Sandro Pertini.

Cosa non dissi di banalmente antifascista in quell’occasione ve lo lascio immaginare. Risparmio il sunto perché vi voglio parlare di mio padre che in quel 25 Aprile venne a sentirmi. Dato che al tempo ero un vero trombone e mio padre era di una generazione dove le trombonate dei comizianti andavano a ruba, capii che era fiero del figlio, nonostante……..

Nonostante mio padre fosse un fascista convinto, uno di quelli che essendo stato amico del Duce viveva del suo mito. Non era importante che i fascisti torinesi avessero tentato di fargli la pelle e messo in galera tutte le volte che il suo amico veniva in quel di Torino. Dopo il 25 Aprile varcò nuovamente le porte delle Nuove e per un mese vi rimase con quei gerarchi che l’avevano perseguitato.

L’amore paterno aveva preso il sopravvento sulla camicia nera, ferito fascista, avanguardista e chi più ne ha ne metta…ah dimenticavo….. marcia su Roma.

Quel rincoglionito che sta scrivendo, non si preoccupò che ad ogni insulto che lanciava sulla buonanima di Benito a mio padre sbiancasse un capello, mi ero esibito e tanto bastava.

Mi è venuto in mente questo episodio, perché emblematico di un certo modo manicheo di vedere le cose. Io e mio padre da quando mi misi in politica evitavamo la discussione. Quando morì, fuori dalla chiesa con me che allora rifiutavo (dopo aver fatto il boy scout) di entrare, c’era schierata tutta la dirigenza della Fiom e dentro un certo numero di amici gerarchi, altro che Nazzareno!

Passarono gli anni e io decisi di uscire dalla preistoria per entrare nella modernità. Ripensando a quell’episodio, mi posi il problema: come mai uno che era fiero di avere un figlio socialista potesse essere stato fascista convinto?

Mio padre era un trovatello, operaio della Fiat semi analfabeta, socialista con Gramsci e Togliatti, fu tra i sindacalisti rivoluzionari, Insieme ai due che poi saranno comunisti, divenne interventista, da qui l’amicizia con il futuro Duce.

Mi chiesi: come un operaio socialista e anche di quelli più estremisti potesse essersi convertito al fascismo e quindi allargai i miei orizzonti da Nenni a Renzo De Felice, lui sì uno storico, che anche se aveva militato nel PCI, quando decise di scrivere l’immensa biografia mussoliniana, lo fece con lo spirito dello storico proveniente dalla scuola dei Chabod.

In quel periodo gli storici amici di Dino Sauro, liquidarono l’opera tacciandola di revisionismo fascista, oggi, dato che alcuni sono ancora in vita e De Felice è considerato unanimemente in tutto il mondo il più grande storico del fascismo, costoro tacciono, tuttavia tutti i sauriani antifascisti che naturalmente non hanno letto, né leggeranno mai l’opera del De Felice, continuano a brucare nel giurassico politico in cui vivono, incuranti del mondo che cambia e dalla storia che da mito diventa, anche se faticosamente, scienza.

Bene, dall’opera Defeliciana si evince che il Fascismo fu un fenomeno complesso, che le origini furono inequivocabilmente legate alla sinistra massimalista, ma soprattutto che al di là della marcia su Roma fu una rivoluzione, soprattutto se chiamiamo rivoluzione quella “Salvinian-grillina”.

Se poi aggiungiamo che negli anni ‘30, il consenso al regime andava ben oltre la sia pur martellante propaganda, credo siano giustificate posizioni non manichee che se valgono per il fascismo, in piccolo valgono anche per l’antiberlusconismo e per venire a bomba per i sentimenti pervicacemente anti israeliani.

Ho degli amici che abitano a Gerusalemme e sono tutt’altro che di destra, ma tra l’essere critici ed essere filo palestinesi ce ne corre. Solo Dino Sauro è convinto che la ragione stia da una parte sola, in questo, come per il fascismo e l’antiberlusconismo è incrollabile.

Vediamo di esaminare i fatti. I palestinesi sono quattro gatti rispetto al mondo arabo, da sempre sono però l’alibi per l’antisemitismo che noi europei abbiamo esportato in quei paesi. Sì, perché per secoli siamo noi che abbiamo coltivato in casa nostra quel pregiudizio che tra l’altro, anche grazie a Dino, dura tutt’ora. Io credo che se non si fossero messi di mezzo la totalità dei regimi arabi la convivenza sarebbe stata possibile, perché gli israeliani delle origini dello Stato erano in gran parte di sinistra; quanto poi sostenere che Gerusalemme è città storicamente araba e che gli scampati ai lager dovessero essere collocati su un‘isola spersa nell’oceano, lascio all’intelligenza dei lettori il giudizio, ma tant’è a Dino sta bene tutto.

Dopo di che, sempre i miei amici di Gerusalemme, mi dicono che spesso gli israeliani sono arroganti nei confronti dei palestinesi e questo dovrebbero evitarlo. Sta di fatto però che sarebbe soprattutto interesse israeliano la pacifica convivenza, a patto che questo non significhi la cancellazione dello Stato di Israele, cosa fermamente auspicata da tutti gli arabi.

Ad ogni buon conto, tornando alle vicende di questi giorni, le televisioni di tutto il mondo ci hanno mostrato le manifestazioni-picnic, spacciate per spontanee, il lancio di pietre e molotov e infine gli spari verso quelli che sconfinavano, tutto deprecabile, salvo ingigantire questi fatti e sottacere i milioni di morti che da anni insanguinano quei teatri, dove Israele e la Palestina c’entrano come i cavoli a merenda.

Fare i pacifisti per condannare quattro missili con previa informazione ai Russi e a quel brav’uomo di Assad, trascurando che razza di regime c’è in quel paese e soprattutto il ruolo egemone di uno stato confessionale come l’Iran che da anni porta avanti la faida tra sciiti e sunniti, nascondendo inoltre la ferma volontà di potenza egemonica nell’area, anche atomica, non è solo da dinosauri ma da pirla.

Il compagno Dino Sauro è stato comunista, adorava baffone e quando lo portavano a visitare la Russia ne ritornava entusiasta. Era convinto che gli ungheresi, i cecoslovacchi, i polacchi, fossero dei controrivoluzionari al soldo del capitalismo, la classe operaia fosse quella destinata all’egemonia sulle altre e infine, che gli americani fossero il male assoluto, perché la sede principale della Spectre giudaico capitalista, responsabile di quasi tutto quello che a loro non piace, ignorando tutto il resto che avviene purtroppo nel mondo. Quello non abitato dai dinosauri.

 

Inserito il:18/04/2018 20:32:18
Ultimo aggiornamento:18/04/2018 20:38:31
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