Wang Yan Cheng (Guandong, China, 1960 - ) - Untitled 2019
La sfida di Elly Schlein
di Gianni Di Quattro
Il suo passo è stato veloce, ha sfruttato il fatto che gli altri da tempo camminano piano, è arrivata a diventare il leader di uno storico partito, di un partito che ha una importante consistenza nel panorama parlamentare, che non nasce ieri ed ha valori anche diversi nella sua storia comunque tutti rivolti verso la democrazia come riferimento e che negli ultimi tempi ha smarrito il legame con la società, impegnato a dibattere speculazioni intellettuali buone per un pubblico di elite e benestante ed inoltre purtroppo dedicato ad occupare posizioni di potere.
La nuova segretaria vuole cambiare tutto, incluso il percorso che con diversi guidatori il partito ha fatto sino a questo punto. Vuole un partito più presente nella società, impegnato nella difesa dei più deboli, dei poveri, dei lavoratori precari e dei bassi salari. Vuole un partito che difenda la sanità pubblica e la scuola pubblica e che faccia funzionare questi fondamentali servizi per tutti e non solo per chi è benestante, non solo per chi si può permettere di scegliere. Vuole, infine, un partito più umano, capace di una politica di immigrazione degna, che sia più europeo e conquisti più peso internazionale, che presti maggiore attenzione ai giovani.
Questa la sfida di Elly Schlein. Una sfida importante per il suo partito e per tutta la democrazia del paese. Ma corre dei rischi e quali sono i più significativi? Un tentativo, nel seguito, di individuarne qualcuno, mantenendo una necessaria indipendenza politica e culturale.
Il primo è dentro al suo partito. Lei ha annunciato unità, chiusura delle correnti e sostituzione dei vecchi dirigenti per creare una nuova primavera, un nuovo partito. Ma nella direzione ha messo tutti i vecchi dirigenti e amici dei vecchi dirigenti, non è una strada facile per arrivare al cambiamento e non rassicura sugli obiettivi della segretaria.
Il secondo è legato al lavoro. Ha già annunciato alcuni aspetti delle battaglie che vuole fare e cioè la precarietà, il salario minimo, l’equiparazione dei salari tra uomini e donne. Ma deve stare attenta a non fare battaglie di retroguardia, di quelle che potrebbero essere del secolo passato. Il lavoro sta cambiando, è cambiato, i giovani e non solo i giovani, oggi non sono attenti alla precarietà, ma piuttosto al valore dei salari, ai servizi offerti dall’azienda compreso l’ambiente di lavoro ed a dove si deve fare il lavoro, alla responsabilità affidata, alla qualità del lavoro in una sommaria sintesi. Questo significa che il grande problema è la formazione, la conoscenza. Chi ha una conoscenza, chi ha un mestiere non è interessato al tipo di contratto, ma solo alla qualità ed al valore della proposta di lavoro. Come si fa per diffondere conoscenza? Non certamente con le regole attuali e con le competenze regionali in merito. È questa la vera sfida anche alla luce di un notevole ampliamento delle opportunità di lavoro, ma per le quali è fondamentale la familiarità con la tecnologia e con la coscienza di cercare di capire il mondo che arriva. Per questa rivoluzione non si può contare molto sui sindacati ormai destinati a difendere i pensionati che rappresentano più del 50% dei suoi iscritti e i lavoratori, senza nessuna competenza ad affrontare il tema del lavoro e del lavoro nel futuro. Anche il sindacato padronale è di scarso aiuto, connotato da sempre da una forte conservazione. Questo rischio è il più grande per la Schlein perché dalla sua soluzione dipende il futuro della società tutta ed è condizionante per le soluzioni che si vogliono adottare per tutto il resto.
Il terzo è costituito dai due principali servizi sociali e cioè la scuola e la sanità. La scuola versa in uno stato penoso, bisogna rivedere i piani scolastici e i percorsi come qualità e durata, bisogna rivedere le strutture e i mezzi per insegnare, bisogna risollevare economicamente e culturalmente la classe insegnante. Nelle università è opportuno rivedere la collazione geografica e rivedere le facoltà possibili in ogni territorio, ripensare ai collegamenti internazionali, dare valore legale ai titoli di studio. La sanità deve diventare un servizio erga omnes davvero, con particolare riferimento ai meno abbienti, e non a coloro che non hanno problemi economici e possono pagarsi qualsiasi prestazione e nel modo più appropriato possibile. Significa rivedere i contratti di concessione ai privati condizionandoli alla qualità del servizio prestato come tempistica e come attenzione sanitaria. Significa rivedere la posizione economica del corpo sanitario tutto ed evitare le dimissioni dei valori per andare nel settore privato più remunerativo. Naturalmente ripensare la struttura di pronto intervento e di prevenzione e di assistenza, cioè medici di base e pronto soccorsi. Semplificare le procedure e rendere i servizi più amichevoli, pensare alla psicologia del paziente che non è un cliente come lo considerano le strutture private ormai diffuse.
Dopo anni di governi che cambiano, di protagonisti inventati, di omissioni sociali e civili tante sono le cose da affrontare nella società e di conseguenza tanti possono essere i rischi, ma Elly Schlein sa che può ripartite dal prato verde perché poco è stato fatto e male. L’impegno maggiore, il suo futuro è davvero nella organizzazione del partito, nel modo come deciderà di affrontare i temi del lavoro e i principali servizi sociali come la scuola e la sanità.