Musah Swallah (Ghana, Contemporaneo) – Migrations
Vi ripropongo un mio articolo di sei anni fa, sul tema “migranti”; con qualche aggiornamento
di Achille De Tommaso
https://www.nelfuturo.com/migranti-da-dove-vengono-perche-vengono
Vi ripropongo questo mio articolo del 2017, sul tema migranti, perché, purtroppo, il tema è ancora molto attuale, e, se possibile, aggravato. Lo ripropongo perché alcuni assunti delle narrazioni di sei anni fa, che io contestavo, oggi sono meglio chiariti. Ed essi erano:
- I migranti scappano da guerre, e la colpa di queste migrazioni è quindi in minima parte dei trafficanti. Oggi sappiamo che, al massimo, solo un circa 10% scappa da guerre; e per essi ci sono comunque i più sicuri corridoi umanitari. I trafficanti sono il vero “pull factor”. Nell’articolo si spiega in dettaglio l’azione dei trafficanti.
- Le ONG esplicano il proprio lavoro per motivazioni prevalentemente umanitarie. Invece oggi capiamo che, come minimo, esiste un problema di non-trasparenza dei loro bilanci.
Il tema della colpa dei “trafficanti di esseri umani” è comunque il più importante dei due sopra; ed oggi, finalmente, è accettato, perché accertato; però, a mio parere, il valore dell’articolo è nel descrivere con accuratezza, e con fonti autorevoli, le modalità di azione di questi individui. Interessante la parte di sostegno finanziario (microcredito), che loro danno, alla migrazione. Ed è per questo che vi invito a rileggerlo, se siete interessati al tema.
Per quanto riguarda le ONG, l’articolo sei anni fa, ne evidenziava il possibile “pull factor”; ma ammetteva una certa agnosticità circa gli interessi economici legati alle loro azioni di bene. Oggi il tema circa la loro trasparenza si è invece molto acuito. La base del dubbio risiede nella domanda: “Ma quanta parte dei fondi a loro elargiti (spesso da organizzazioni che li prelevano dalle loro tasse, e quindi con un basso costo per i donatori) va effettivamente in opere di bene? E quanta parte ingrassa invece i loro funzionari “top” con ottimi stipendi”?. I dubbi in merito oggi continuano ad essere tanti; ma l’attenzione dei donatori è più focalizzata sul sapere dove vanno i loro soldi: la non sempre perfetta “trasparenza finanziaria”, che non è tanto benvoluta dalle ONG…
Che poi esse siano un “pull factor” per i migranti, interessa molto meno. E la documentazione, ampiamente presente in Rete, dà ragione della necessità di migliore trasparenza di bilancio.
Interessante, a questo proposito, l’affermazione, in un documento del 2000, della organizzazione francese “Union des Associations Internationales”:
La storia inizia alla fine degli anni '80, quando la Francia scoprì problemi di cattiva gestione e corruzione in diversi « enti di beneficenza », tra cui la « Croce Rossa ». A quel tempo, ci siamo resi conto che in Francia c'erano circa 20 « enti di beneficenza » che ricevevano più di 25 milioni di euro all'anno dai donatori. Come consentito dalla legge fiscale, molte aziende e persone detraevano metà della loro donazione dall'imposta sul reddito e molti enti di beneficenza finanziavano importanti progetti di ricerca guidati da centri di ricerca pubblici, dando così forti orientamenti alla politica nazionale della ricerca; Ma a nessuno, ad esempio, è stato permesso di controllare l'ARC (Association de Recherche sur le Cancer), anche se molti problemi di corruzione scoperti in seguito erano stati sospettati da anni”.
E Nel 2013, The Guardian , in un suo articolo affermava:
È un problema significativo; si stima che nel 2011 siano stati spesi 17,1 miliardi di dollari per il lavoro umanitario; ma, senza adeguate strategie di controllo, la coerenza finanziaria può essere difficile da stabilire. La corruzione, che comprende nepotismo, concussione, frode, tangenti e doppio finanziamento, può deviare risorse, alimentare conflitti e aumentare i costi di base dei servizi per i bisognosi. Forse è significativo che 11 delle 17 più grandi ONG francesi abbiano rifiutato di partecipare a uno studio confidenziale di Médecins du Monde sulla corruzione delle ONG nel 2008, che ha esaminato la gestione del rischio e le procedure organizzative per affrontare il problema.
E quindi la fiducia dei donatori, nelle ONG, oggi sta diminuendo; e probabilmente le fa preoccupare del loro futuro. Questo è un grafico di quest’anno; e il commento al grafico ci ricorda che nel “Qatargate” sono coinvolte due ONG, come afferma “Repubblica”:
Qatargate: parla il capo della Human Rights Foundation: “Pagavamo la ONG di Panzeri, ora vogliamo i soldi indietro”. Intervista al fondatore della organizzazione americana per i diritti, finita nelle carte dell’Euroscandalo: "150mila euro per un evento al Parlamento Ue e 3mila al mese alla figlia di Panzeri, ma non abbiamo legami col Qatar". (vabbè, ma per cosa davano i soldi?).