Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Maurice Utrillo (Parigi,1883 - Dax, 1955) - Le jour des élections dans le Xe arrondissement

Dato l’avvicinarsi di scadenze elettorali confermiamo che Nel Futuro pubblica nella sezione Politica le opinioni espresse dai diversi Autori senza ovviamente alcuna forma di censura, ribadendo peraltro, come in passato, che queste non necessariamente significano accordo da parte della Redazione di Nel Futuro.

 

Dichiarazione di non voto

di Tito Giraudo

 

Non fraintendetemi, io a votare ci vado. Semplicemente in quest’inizio di campagna elettorale non ho ancora idea per chi votare.

Una premessa: ho abbandonato il voto ideologico tanti anni fa quando pensavo che non votare a sinistra fosse riprovevole e che le destre appartenessero al limbo dei reprobi. Tutto questo è successo fino a quando non sono andato a lavorare, cioè quando ho smesso di fare il sindacalista e il politico di professione; non è successo per motivi morali, semplicemente perché la politica non mi dava più gli stimoli necessari. Odio annoiarmi.

Tuttavia, per anni ho votato socialista, anche quando mi convincevano sempre meno. Bettino Craxi, con tutti i suoi difetti, mi sembrava uno con le palle, l’unico socialista in grado di condizionare quei comunisti che conoscevo bene e non mi piacevano per nulla.

Non ho avuto bisogno di mani pulite per capire che i socialisti che usavano i metodi democristiani non mi avrebbero portato da nessuna parte e quindi, mi sono rifugiato nelle braccia protettive di Giacinto Pannella detto Marco. Messianico, egocentrico, assolutista, il mio contrario, tuttavia un gran liberale progressista. L’uomo, fu straordinario nel resistere e far resistere le Camere all’ondata giustizialista che distrusse quasi tutto l’arco costituzionale, fuorché gli eredi del Comunismo che si apprestavano a governare, magari sotto mentite spoglie.

Confesso, quando apparve all’orizzonte un imprenditore di successo sperai in un’azione di Governo pragmatica. Ho assistito attonito alla più grande caccia all’uomo del secolo, tanto che dare un giudizio sull’operato del Cavaliere mi è arduo. Ha difeso Mediaset? Probabile, ma voglio vedere chi avrebbe affossato un’Azienda di 30.000 dipendenti. Prodi non se lo sognò. Tanto che il conflitto d’interesse per la sinistra fu solo uno slogan elettorale.

Quando ho votato Forza Italia l’ho fatto convintamente? Credo proprio di no: era, per me, il meno peggio.

Sulla condanna del Cavaliere non mi pronuncio, sommessamente faccio notare che in termini fiscali nessun grande imprenditore (i piccoli sono peggio), reggerebbe a un’indagine fiscale, non sulla posizione personale ma per quella dell’Azienda gestita da fior di fiscalisti.

L’altro giorno, guardando l’ennesimo servizio sulle case dei terremotati mi sono chiesto se anche gli aquilani non hanno rivisto i giudizi, dal momento che nel giro di un anno erano tutti al caldo e non in baracche.

Adesso potete anche fucilarmi perché non è di moda essere obbiettivi sul Berlusca, o anche solo dire di averlo votato. Non è per fare ammenda se adesso ne parlo male.

Ritengo che lo spirito originario liberale di Forza Italia, non sia stato tradito tanto dalle chiacchiere ma da quel teatrino della politica che il Cavaliere ha sempre detto di combattere. Ai padri fondatori di quel movimento che probabilmente poco poteva condizionare, ha anteposto mezze figure che certo non l’hanno messo in ombra ma sicuramente un po’sputtanato, alle volte anche oltre lo sputtanamento dei nemici.

Ad ogni buon conto: riforme liberali zero, al punto di farsi aggirare a destra dalle lenzuolate delle micro riforme quasi liberali di Bersani Ministro.

Infine, mediazioni continue con Bossi, Casini e Fini fino all’indebolimento definitivo dopo l’uscita del moralista di Montecarlo, il resto lo conoscete meglio di me.

Finché non è apparso Renzi, Berlusconi continuava ad essere il meno peggio. Sono andato a votare per Renzi alle primarie “aperte” (una delle tante scemate della sinistra). L’uomo prometteva bene. Era un Sindaco e i sindaci assomigliano a quella Repubblica presidenziale che mi sembra in Italia possa funzionare. Quando ha fatto fuori Letta, non mi sono scandalizzato perché quello dormiva da dritto. L’ho votato alle Europee come tanti. Finalmente uno che non faceva dell’antiberlusconismo di maniera ma rilanciava il patto del Nazzareno. Sul referendum, chi mi legge sa che ero convintamente per il sì. Naturalmente i difetti caratteriali dell’uomo erano evidenti: tendenza al bullismo e visione miope, tendenza come Berlusconi di contornarsi da mezze figure ma, mentre uno prende e lascia, Renzi tiene anche quando non è il caso.

Se devo fare un bilancio del renzismo, sono convinto che le cose positive sono superiori alle negative. Vediamo di fare un rapido bilancio.

Della fine dell’antiberlusconismo viscerale ho già detto. L’atra cosa positiva è aver reciso il cordone ombelicale con i Sindacati e aver messo mano alla riforma del lavoro. Le riforme costituzionali avranno avuto magari delle ombre ma se fossero passate, oggi non saremmo nel letame e il 4 marzo sapremmo chi governa. Insomma, Renzi mi piace perché ha le palle anche se non è quel liberale che vorrei, soprattutto non ha una visione strategica. La rottura con Berlusconi poteva evitarsela. Il Cavaliere al suo posto l’alleato se lo sarebbe tenuto. Vero che la colpa maggiore l’hanno i riflessi condizionati del Partito e degli elettori del PD educati all’odio per il caimano.

E’ proprio quel Partito che mi preoccupa. Nonostante la cura renziana, il PD non è ancora pronto per un dialogo con i moderati. Renzi, se non vuole una débacle elettorale non può aprire a destra.

Cattolici ed ex comunisti (quelli rimasti), non sono ancora disponibili a rinunciare ai miti, pensando che gli italiani debbano cibarsi di diritti civili, di utopie terzomondiste. Vero che sono in buona compagnia in Europa, ma almeno quelli lo sono solo a parole perché poi nei fatti…..immigrazione docet.

Ci voleva un ex comunista pragmatico come Minniti per salvare il PD dal baratro buonista e contemporaneamente inefficiente, eppure nel Partito, quanti distinguo.

L’unico partito con una base democratica e con tanta gente onesta che si dà da fare, è proprio quello che mi preoccupa di più, perché i suoi gruppi dirigenti hanno nel DNA il suicidio, non fosse bastata una sciagurata scissione (mi fa ridere Bersani che rompe a sinistra con Renzi), il giorno dopo si era già formata un altra sinistra “più forte, più bella che pria”. Il che mi fa temere l’irreversibilità della crisi delle sinistre del novecento. Il dramma è che la destra non sta meglio, anzi sta peggio.

Berlusconi è l’unico uomo forte che in questo momento possono anteporre a Renzi. Se tutti e due soffrono di acciacchi, il Cavaliere oltre quelli politici e giudiziari, ha anche quelli dell’età. L’uomo non si rassegna all’uscita di scena con le proprie gambe, sogna quella verticale ma da Presidente: del consiglio? Della Repubblica? Dell’Europa, magari della galassia. Di successori non se ne parla.

Tre volte nella polvere tre volte sugli altari…ei fu, si come immobile (sfoggio culturale).

Caro Berlusca, se alla fine decido di votarti è solo perché penso che sei l’unico che possa silurare Salvini, un tuo ulteriore indebolimento, forse non subito, potrebbe aprire la strada al patto scellerato Lega-Cinque stelle, prospettiva che sembra intravvedere anche Grillo che pare batta in ritirata.

Amici ed ex compagni: Sono messo male. E voi?

 

Inserito il:26/01/2018 09:12:47
Ultimo aggiornamento:26/01/2018 09:23:43
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