Adolph Gottlieb (New York, 1903 - 1974) - Division
Per favore, dividetevi
di Giorgio Panattoni
Non si parla d'altro che di scissione del PD, tutti seduti sulla riva del fiume ad attendere quello che passerà. Compresa la destra di Berlusconi, che aspetta di capire se e come fare una alleanza quasi contro natura, pur di vincere.
Vale la pena di fare qualche considerazione, per cercare di capire un po' di più.
1. Renzi è diventato segretario del partito perché ha vinto le primarie, strumento in uso per decidere chi deve vincere e chi no. Era il dicembre del 2013, tre milioni di votanti (non le poche migliaia delle consultazioni sul web dei Cinque Stelle), 70% dei consensi. L'apparato del partito, i D'Alema, i Cuperlo, i Bersani etc hanno perso. Sonoramente e senza appello. Si poteva, si doveva pensare che da quel momento il partito si ricompattasse dietro il nuovo segretario, visto anche il grande consenso del paese, ma non è stato così. Da subito. Hai vinto ma non conta, noi difendiamo la linea del partito, che ha perso.
2. Renzi è diventato presidente del consiglio nel mese di febbraio 2014, dopo che il PD di Bersani aveva tentato di fare il governo con i Cinque Stelle (!) e dopo l'incarico a Letta da parte di Napolitano.
Per capire meglio occorre ricordare la composizione di questo governo, il quarto per longevità nella storia repubblicana.
- Partito Democratico (PD): Presidente del Consiglio, 9 ministri, 3 viceministri e 23 sottosegretari
- Nuovo Centrodestra (NCD): 3 ministri, 1 viceministro e 9 sottosegretari
- Unione di Centro (UdC): 1 ministro
- Democrazia Solidale (DS): 2 viceministri
- Scelta Civica (SC): 1 viceministro e 1 sottosegretario
- Partito Socialista Italiano (PSI): 1 viceministro
- Centro Democratico (CD): 1 sottosegretario
- Indipendenti: 3 ministri e 4 sottosegretari
Non è inutile ricordare che tutta la sinistra, compresa SEL, si era dichiarata non disponibile a partecipare al governo, unendosi così a tutte le altre forze di opposizione.
Dunque un governo con il centrodestra, staccatosi da Berlusconi, e con alcuni indipendenti. L'unica maggioranza possibile al momento, vista la composizione del parlamento.
3. Nelle elezioni politiche del febbraio 2013 la coalizione capeggiata dal PD, che comprendeva SEL, ha preso il 29,5% dei voti, contro il 29,1% della coalizione capeggiata da Berlusconi e il 25,5% dei Cinque Stelle. Per il premio di maggioranza alla coalizione, quello stesso recentemente dichiarato illegale dalla Consulta al raggiungimento del 40% ad un partito, il PD e i suoi alleati avevano la maggioranza per governare
4. Nel mese di maggio 2014, alle elezioni europee, il PD, non la coalizione si badi, ha preso più del 40% di voti, con un balzo di oltre 15 punti, contro il 17% di Forza Italia e il 21% dei Cinque Stelle.
La segreteria Renzi ha avuto cioè un grande successo, con un forte aumento dei consensi, record storico per il PD e i suoi predecessori.
5. Poi le riforme e le azioni di governo, sino al referendum costituzionale. E le prime vistose spaccature pubbliche (perché quelle interne non erano mai cessate) che hanno portato alla sconfitta e alla caduta del governo Renzi. Falso secondo me dire che il popolo ha sconfitto il governo, esso ha perso per la spaccatura allargata della sinistra del PD, con l'aggiunta della CGIL e di molti altri lavoratori, e di quanti si richiamano vagamente ad una ideologia di sinistra. Le opposizioni unite più questa consistente frangia di opinione ha portato alla sconfitta del governo. Del resto a riprova di questa tesi stanno i risultati dei ballottaggi di Torino e di Roma alle amministrative.
E così ci ritroviamo con il sistema bicamerale perfetto (ma perfetto su cosa?), il tempo enorme per fare una legge, le Province, e il pasticcio della Conferenza Stato Regioni su tutti i temi che una attribuzione a dir poco confusa di competenze mette sul tappeto quotidianamente. Ma siamo abituati, e pare ci piaccia, basta pensare al funzionamento della giustizia.
E' sfuggito a qualcuno che la giustizia americana ci ha messo una settimana per tre diversi gradi di giudizio sul decreto di Trump sul blocco alla immigrazione?
6. Non serve ora schierarsi pro o contro Renzi, e io non lo farò. Mi limito a constatare che in queste condizioni non si può governare, non dico il partito, cosa che mi pare ovvia, ma anche il paese, non ci sono le condizioni operative per farlo, e il massacro quotidiano sulla ipotesi di scissione crea un ambiente politico irrespirabile e negativo per chiunque voglia fare una discussione pacata su pro e contro di una esperienza.
7. E la discussione va fatta nella realtà, non nelle ipotesi fumose di alleanze impossibili o di maggioranze inesistenti. Ad esempio, al congresso della SEL si è detto con Renzi mai. Cioè con il PD mai, sì con un PD minoritario e più minuscolo (che non è più il PD), per esempio senza la componente che si ispira al cattolicesimo riformista, che non riuscirà mai a costruire una maggioranza di governo. Prima spacchiamo il PD poi vediamo di mettere insieme una sinistra che non c'è.
La sinistra scissionista ha anche affermato “mai più governi con la destra”, Prodi è tornato in campo con la ipotesi di un Ulivo rivisitato, dimenticando che la situazione è oggi molto diversa da quella del 1996 (!), se non altro per il 25-30% dei voti che vanno ai Cinque Stelle. Cioè non si può fare.
E poi con un sistema di voto proporzionale credo che ci si debba mettere il cuore in pace. Con la configurazione politica attuale in Italia si dovrà fare un governo di coalizione, come in Germania e in Spagna. Con tutti i distinguo del caso, ma pur sempre di quel tipo.
Altrimenti si torna alla opposizione, il sogno dei duri e puri, che non mollano mai.
In queste condizioni, prima che il logoramento devastante di questi giorni lo faccia da solo, dividetevi per favore, in un congresso aperto e di confronto leale, magari senza rivincite personali (impossibile solo pensarci) e colpi di mano per tornare a comandare (idem).
E fatelo al più presto, il tempo che passa può solo arrecare altri danni irreparabili.
E consegnare il paese al governo del centro destra.