Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale
Le “allucinazioni” nell'articolo di Davide e del suo Alfio (GPT)
di Achille De Tommaso
Caro Davide,
ho letto con interesse e simpatia il tuo articolo (a commento del mio “Commento all’articolo “Cosa succede se vince Trump?”) ma non posso fare a meno di notare come tu sia rimasto vittima delle “allucinazioni” di Alfio, la tua AI di fiducia. Conosciamo tutti le “allucinazioni” di cui soffrono le AI: un fenomeno ben noto, in cui l'AI, invece di fornire dati verificati, si lascia guidare dalle aspettative dell'utente e fabbrica risposte verosimili ma inesatte.
Mi permetto, quindi, di fare una lettura critica di due punti particolarmente "allucinati" del tuo discorso. Mi limito a due punti, per limitare la lunghezza dello scritto, (già lungo) ma le “allucinazioni” si estendono a tutti gli altri punti che commenti.
MITO DEL “GUERRAFONDISMO PACIFICATORE” DEMOCRATICO
La prima allucinazione di Alfio? Quella che riguarda l’idea che i presidenti democratici abbiano investito in interventi militari per garantire la stabilità globale. Qui, caro Davide, Alfio ti ha raccontato una storia di diplomazia ideale, ma la realtà, purtroppo, è diversa. Infatti, le amministrazioni democratiche hanno investito nella NATO soprattutto per gli interessi degli USA generando instabilità. La NATO è stata in realtà un generatore di grande instabilità; avendo lasciato nel mondo una lunga scia di politica tumultuosa e di morti, coi suoi interventi; cito gli esempi di Afghanistan, Iraq, Libia, Kosovo, dove gli USA, principalmente sotto amministrazioni democratiche, hanno scatenato una profonda instabilità, trasformando i paesi in focolai di terrorismo e di terreno fertile per l’ISIS; in teatri di violenza diffusa, e tensioni etniche, destabilizzando l’intero Nord Africa. Le politiche interventiste delle amministrazioni democratiche USA hanno contribuito a scenari di caos e tensione, piuttosto che ad una stabilità duratura.
Russia-Ucraina Europa-Usa
Questa è una situazione da manuale dell’instabilità creata dai dem; questa volta in Europa.
A partire dagli anni 2000, la Russia di Putin ha cercato di risollevare la propria economia sfruttando le immense risorse naturali del paese, e l'Europa era diventata un suo partner commerciale fondamentale, principalmente nel settore energetico. Questa dipendenza dall’energia russa aveva costruito un rapporto di reciproco vantaggio economico, Russia-Europa; e specialmente tra la Germania e la Russia, culminando nella costruzione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2. Questi progetti sono stati parte di una collaborazione, durata anni, che avevano dato all’Europa una fonte di energia relativamente conveniente. Ma che hanno dato sempre molto fastidio agli USA. E i due gasdotti sono quindi stati bellamente distrutti da Ucraina e USA (chiedi ad Alfio se questo è stato fatto per creare stabilità). Dirò di più: la nascita dei BRICS e la decisione di questi paesi di fare commercio senza il dollaro ha spinto Washington a rivalutare il proprio ruolo e a trovare nuove modalità per preservare la propria posizione dominante.
Di fronte a queste minacce, l'ipotesi che gli Stati Uniti possano aver cercato di destabilizzare l'Europa, provocando una crisi energetica per contrastare l’espansione economica russa e minare la sua influenza, non è priva di senso. Limitare i rapporti commerciali tra Europa e Russia, distruggendo un'intesa troppo stretta che avrebbe indebolito il dollaro, fa sicuramente parte di una strategia USA a lungo termine. Ovviamente chi ha più risentito di questa strategia, oltre all’Ucraina, è l’Europa. Ma per quanto riguarda l’Europa vale sempre il concetto USA “Fuck Europe”. E stai sicuro: se mai (Dio non voglia) dovessimo incorrere in un conflitto nucleare, gli USA potranno pensare che l’Europa sia “sacrificabile”. Alla faccia della stabilità!
SICUREZZA NAZIONALE E IL MITO DELL'IMMIGRAZIONE "INNOCUA"
L’altra chicca di Alfio riguarda l'immigrazione irregolare e la criminalità. Quando scrivi che “diverse ricerche dimostrano che l’immigrazione irregolare non è correlata a un aumento della criminalità”, è chiaro che Alfio ti ha davvero trascinato in un’altra, e profonda, “allucinazione”. Sono anni che mi occupo della questione, anche per lavoro, ed ho scritto varie cose su “NEL FUTURO”.
Esistono dati inconfutabili che raccontano una storia diversa da quella raccontatati dal buon Alfio.
In Italia, ad esempio, con una presenza di stranieri pari al 7%, quasi il 30% della popolazione carceraria è costituita da detenuti stranieri. Questo squilibrio non è frutto di immaginazione, ma Alfio ha preferito ignorarlo per raccontarti la versione "politicamente corretta" della questione.
Parli di ricerche che confutano la correlazione migranti-criminali. E qui Alfio sembra non conoscere l’esistenza di linee guida come la Charta di Roma, che raccomanda ai giornalisti di trattare con estrema cautela le notizie riguardanti i crimini commessi da migranti. Siamo al limite della censura. Questo codice, infatti, impone ai media di evitare ogni riferimento etnico nei casi di cronaca, finendo per limitare la trasparenza dei dati. Alcuni istituti di ricerca, seguendo le linee “woke” adottano sicuramente questo approccio, influenzando l'interpretazione delle statistiche e dando una percezione attenuata del fenomeno. Anche la polizia adotta queste guide (v. di seguito “Svezia”). Grazie a queste restrizioni, spesso si crea una forma di “censura indiretta” su temi legati alla criminalità legata all'immigrazione, e ciò rende difficile una visione oggettiva dei fatti.
Ma, per darti un’idea ti invito a considerare questo grafico, per l’Italia:
E’ un grafico del 2017, che stimava il numero di irregolari in 500.000 circa. Ad oggi il numero appare abbastanza invariato, e leggermente in diminuzione, ma il rapporto coi crimini è costante.
Le “No-Go Zones” in Europa
Inoltre, Alfio sembra aver sorvolato su ciò che è ormai evidente da anni in molti paesi europei: le cosiddette “no-go zones”. Malmö, Parigi, Bruxelles: sono solo alcuni esempi di città dove la criminalità è aumentata in zone con forte presenza di immigrati irregolari e dove le forze dell'ordine faticano a mantenere il controllo.
La Svezia in particolare
Caro Davide, dovresti poi consigliare ad Alfio di verificare i dati di crimini legati all’immigrazione in Svezia. La Svezia merita infatti una menzione particolare per capire la recente “conversione” di molta della politica europea circa i migranti e il crimine correlato.
La Svezia, che per anni ha accolto immigrati con politiche progressiste, ne ha ora piene le scatole, e ha dichiarato un’emergenza nazionale per contrastare i crimini legati alle bande nei quartieri più difficili. Insomma, Alfio ti ha presentato un’immagine idilliaca dell’integrazione, ma la realtà è ben diversa. E te la presento in vari link che ti allego.
Ma c’è un altro fatto, molto grave, partito dalla Svezia, noto a pochi, e che si collega al discorso della “Charta di Roma” di cui sopra.
Nel 2015, il governo svedese, avendo un atteggiamento positivo verso gli stranieri, decise che ogni segnalazione in cui la vittima, il sospettato o la persona intervistata, fosse un migrante, dovesse essere contrassegnata con un codice speciale “291”; era definito ‘Resurs/relation kod’ (R291). Questa decisione di riservatezza entrò appunto in vigore nel 2015, anno con un ingente afflusso di migranti, diventando però nota ai media svedesi solo successivamente. Di conseguenza, ufficialmente, tutte le segnalazioni fatte alla polizia svedese in relazione a violenze, minacce, incendi dolosi e altri crimini che coinvolgevano migranti venivano classificate come riservate, e non divulgabili ai giornalisti e al pubblico. Era in pratica una “censura di polizia”.
Ma, ci informa la polizia svedese, che questa cosiddetta “censura di polizia” sui crimini legati agli immigrati non esiste solo in Svezia, ma anche in altri paesi occidentali, (tutte le polizie dei diversi paesi sono collegate) con intensità variabile a seconda della situazione politica del governo in carica (Bunikowski, 2016; Keskinen, 2011; Löfgren Nilsson & Örnebring, 2016; Couttenier et al., 2019). Questo “regime di censura” in Svezia, tra l’ottobre 2015 e il febbraio 2016 permise che 5645 denunce di crimini fossero nascoste sotto il codice R291.
Gli USA
Trovare statistiche USA obbiettive circa la criminalità legata ai migranti non è facile, perché gli USA sono attualmente, molto sensibili alle accuse di razzismo. Ti presento, comunque una frase tratta da Wikipedia: ”The Hispanic population has been increasing rapidly and Hispanics have violence rates higher than that of whites but lower than that of blacks”. (Alfio conosce l’Inglese, vero?)
CONSIDERAZIONI FINALI
Carissimo Davide, ammiro la tua fiducia nel mondo dell’AI (anch’io ce l’ho), ma forse è il momento di dire ad Alfio che ogni tanto un po' di realtà non guasterebbe; anche se potrebbe dispiacere all’autore del prompt. In ogni caso, è sempre un piacere discutere con te e con il tuo “affascinante consulente".
Con stima,
Achille
ALCUNI RIFERIMENTI
- https://www.reuters.com/world/europe/swedish-pm-says-integration-immigrants-has-failed-fueled-gang-crime-2022-04-28/
- https://www.diva-portal.org/smash/get/diva2:1571037/FULLTEXT02.pdf
- https://www.su.se/english/research/research-projects/what-happened-in-sweden-over-the-last-40-years#:~:text=In%20Sweden%20and%20around%20the,population%20will%20beget%20more%20crime.
- https://en.wikipedia.org/wiki/Race_and_crime_in_the_United_States#:~:text=Of%20the%209%2C468%20murder%20arrests,were%20black%20and%2018.4%25%20Hispanic.
- https://www.itstime.it/w/le-no-go-zones-europee-tra-luoghi-di-concentrazione-etnica-e-movimenti-fondamentalisti-islamici-by-alice-cappello/