Con il contributo di Wired, rivista internazionale e con l’aiuto dell’ONG Humanity Tech for Palestine, a luglio 2024 è nato un contatto con il Centro Geoeconomico per il Medio Oriente del Concilio Atlantico. Missione compiuta: mettere mano ai costi economici e sociali della guerra a Gaza. Ne è uscita una foto del conflitto chiara e autentica, parziale per il caos nel periodo studiato. Cifre pescate nei rapporti ONU dell’Office for Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), del Satellite Centre (UNOSAT) e del Trade and Development Centre (UNCTAD). È un conteggio di cadaveri, 221, 1.200, 10.000, 40.000 e oltre, sopra e sotto un funereo sfoggio di macerie, a 18 mesi dall’esplosione della rabbia di fanatici Hezbollah. Covata tra ceneri di ataviche rivendicazioni, mai sopite, attizzate da virus ereditari nutriti di ferocia, crudeltà e disumanità. Senza limiti.
Gaza, bilancio di guerra al 14 agosto 2024: le cifre chiave
di Vincenzo Rampolla
Venti anni fa. La Striscia di Gaza è una regione estesa su 41 km e larga 6-12 km, più o meno 365 km². Fa parte del territorio palestinese occupato da Israele, da cui poi questi si ritira unilateralmente nel 2005. L'esercito lascia il territorio e gli insediamenti vengono smantellati. Dopo il ritiro dei coloni e la vittoria di Hamas alle elezioni legislative palestinesi del 2006, Israele considera la Striscia di Gaza un’entità nemica. Dal giugno 2007 ha imposto un blocco marittimo, aereo e terrestre, scaricando interamente la gente in pasto agli aiuti internazionali e ai predoni ribelli di Hamas. È una punizione collettiva, illegale nel diritto internazionale. L’Egitto limita l’attraversamento di persone e merci con la Striscia, in particolare dal 2013 mentre Israele la sta occupando, ne controlla i confini, lo stato civile, impone la propria valuta e limita drasticamente la libertà di movimento. Il blocco tesse lo smembramento e l'oppressione degli abitanti: è diaframma sociale. A Gaza vige lo status di apartheid del popolo palestinese.
I palestinesi. Già prima del disastroso 7 ottobre 2023, la Striscia di Gaza aveva subito numerosi bombardamenti israeliani. Secondo l’ONG palestinese Al-Haq, nel maggio 2021 sono stati uccisi 240 abitanti di Gaza, di cui 2/3 civili e 1/3 combattenti. Nell’estate 2014 cadono altri 2.251 palestinesi, di cui 2/3 civili con 551 bambini. Tra dicembre 2008 e gennaio 2009, muoiono 1.436 palestinesi. Nell’agosto 2023, la Striscia conta 2,2 M di persone, di cui 1,4 rifugiati (70% della popolazione), cruda realtà che svela le dinamiche sociali e politiche di Gaza. Quel numero include gli espulsi durante la Nakba (esodo) del 1948 con i loro discendenti. Gaza è uno dei territori a maggiore densità abitativa del pianeta: 5.753 abitanti/km², e almeno 40.000 in 8 campi profughi.
A luglio 2024, 3/4 della Striscia sono oggetto di un ordine di evacuazione da parte dell’esercito israeliano. Che significa? Che Israele non vede l’ora che 2,2 M di palestinesi si rifugino stipati nel 14% del territorio. La densità sfiora 30-34.000 persone/km² in una nuova area, da Israele arbitrariamente dichiarata zona umanitaria, angusta e sovraffollata. A maggio 2021, 71% della popolazione ha meno di 30 anni. Secondo l’Ufficio Centrale di Statistica Palestinese, nel 2022 i bambini di 0-14 anni sono il 41%.
Situazione umanitaria. L'OCHA conferma che a luglio 2024 nella Striscia sono sfollati circa 1,9 milioni di cittadini di Gaza, pari a 90% della popolazione del territorio. Dalla classificazione integrata delle fasi di sicurezza alimentare basata su punti critici di controllo, cosiddetti IPC, emerge che 495.000 persone devono affrontare un livello catastrofico di insicurezza alimentare (IPC Fase 5) e 745.000 stanno vivendo un livello di insicurezza alimentare di emergenza (IPC Fase 6). Secondo FAO e UNOSAT, 63% dei terreni coltivati e 33% delle serre sono stati danneggiati. Il GNC (Global Nutrition Cluster, Organo internazionale) ritiene che il 96% delle donne e dei bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi non soddisfi i propri bisogni nutrizionali e circa 346.000 bambini sotto i 5 anni, con 160.000 donne in gravidanza e in allattamento, necessitino di integratori alimentari e micronutrienti (vitamine e minerali che non apportano calorie, ma sono la base per il corretto funzionamento dell'organismo). Per più di 50.000 bambini sono rese obbligatorie cure contro la malnutrizione acuta. Inoltre, almeno 80% dei residenti di Gaza dipende dagli aiuti umanitari e 60% ha sofferto di insicurezza alimentare.
Malati e feriti. A maggio 2024 l’UE ha indicato che 31 dei 36 ospedali della Striscia di Gaza sono stati danneggiati o distrutti. La Banca Mondiale stima che l’84% delle attrezzature sanitarie sia stato distrutto o danneggiato. Altri ospedali a Gaza funzionano solo parzialmente e sono sottoposti a severe restrizioni. Il 16 giugno 2024, l’OMS ha contato più di 923.000 casi di infezione respiratoria acuta e 527.000 casi di diarrea. Al 18 gennaio, il MOH (Ministero della Salute - Gaza) ha dichiarato che sono stati registrati oltre 8.000 casi di epatite virale-A derivanti dal sovraffollamento nei rifugi. Si prevede che tale cifra raddoppi nei nuovi rifugi. Inoltre, a causa della mancanza di accesso agli ospedali, 60.000 donne incinte rischiano di non ricevere cure adeguate in caso di imprevisti. Centinaia di casi di aborti spontanei e parti prematuri sono stati segnalati dallo scoppio delle ostilità. Per l'OMS, solo 15 dei 36 ospedali di Gaza sono funzionanti, anche se parzialmente: 9 a sud e 6 a nord. A Deir al Balah e Khan Younis, 3 ospedali (Al Aqsa, Nasser e Gaza European) sono a rischio di chiusura a causa dell'emissione di ordini di evacuazione nelle aree adiacenti e del continuo fermento delle ostilità nelle vicinanze. La Policy of Protection from Sexual Exploitation (PSEA) rimane una priorità per tutti i Cluster. A Gaza è tornata la poliomielite dopo 25 anni.
Infrastrutture e società. A marzo, circa 90.000 edifici (35% nella Striscia) sono stati distrutti o danneggiati. La città di Khan Younis è la più colpita. Secondo l'analisi delle immagini satellitari del 6 luglio 2024, UNOSAT ha identificato 52.564 strutture distrutte, 18.913 gravemente danneggiate, 56.710 moderatamente danneggiate e 35.591 potenzialmente danneggiate per un totale di 163.778 strutture. Ciò corrisponde a circa il 66% delle strutture totali nella Striscia e a un totale di 227.591 unità abitative danneggiate. Secondo la Banca Mondiale, con 92% delle strade principali danneggiate o distrutte a maggio 2024 e le infrastrutture di comunicazione gravemente deteriorate, la fornitura di aiuti umanitari è fortemente condizionata. Il costo dei danni alle infrastrutture chiave di Gaza è stimato a circa $18,5 Mld (rapporto ONU aprile 2024), con il sostegno finanziario dell’UE. Tale importo corrisponde al 97% del PIL combinato di Cisgiordania con Striscia di Gaza nel 2022. Gli alloggi rappresentano il 72% del costo totale dei danni, prima delle infrastrutture di servizio pubblico come acqua, sanità e istruzione (19%) e danni a edifici commerciali e industriali (9%). A gennaio 2024, 60% delle case e 80% delle imprese sono state danneggiate. Il 29 maggio 2024 anche UNOSAT ha segnalato un 65% della rete stradale danneggiato.
Dal 7 ottobre 2023 al 17 gennaio 2024, 602 palestinesi, tra cui 263 bambini, sono stati sfollati per la distruzione di 94 case durante altre operazioni condotte da Israele in Cisgiordania. Al 14 gennaio, il Government Media Office di Gaza ha stimato che circa 70.000 unità abitative nella Striscia di Gaza siano state distrutte o rese inabitabili e oltre 290.000 siano state danneggiate.
Un rapporto pubblicato a luglio 2024 dalla ONG olandese Pax evidenzia che centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti solidi si stanno accumulando nelle strade della Striscia , spesso vicino alle tende dei campi sfollati e attirano roditori e insetti che diffondono malattie infettive. L’incenerimento dei rifiuti, metodo estremo dei residenti per far fronte alla situazione di emergenza, peggiora l’inquinamento atmosferico, causando problemi respiratori. A maggio 2024, sono stati registrati più di 586.000 casi di infezioni respiratorie acute. All’incenerimento dei rifiuti, si aggiunge la polvere creata dalla distruzione delle case e il fosforo impiegato nelle munizioni israeliane.
Il lavoro e la disoccupazione. Nel 2000, prima dell’imposizione del blocco, il tasso di disoccupazione a Gaza era 18,9%. UNCTAD nel 2022 registra a Gaza un tasso di crescita di 3,4%, mentre per la ONG israeliana B'Tselem, nel primo trimestre 2022 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 47%. Tra le persone sotto i 29 anni, il tasso è 75%. A dicembre 2023, la disoccupazione è salita a 79,3%. Nel frattempo, 37.379 edifici – pari al 18% delle strutture totali della Striscia di Gaza – sono stati danneggiati o distrutti dall’operazione militare. La Striscia, con metà della popolazione formata da bambini, è ora quasi inabitabile. L’operazione militare ha accelerato notevolmente il declino, provocando una contrazione di 24% del PIL e un calo di 26,1% del PIL pro capite sull’intero anno. La ripresa dell’economia di Gaza dall’attuale operazione militare richiederà un impegno finanziario pari a multipli di $3,9 Mld riferiti all’operazione militare del 2014 a Gaza, con uno sforzo internazionale concertato per ripristinare le condizioni socioeconomiche antecedenti il conflitto.
Scuole e Università. L'88% delle scuole sono state danneggiate, di queste 53% colpite direttamente. l’UNICEF conta 17.000 bambini non accompagnati o separati dalle loro famiglie. Ad agosto 2024 l’International Rescue Committee stima che siano pari a 3-5% dell’intera popolazione sfollata.
Secondo l'Education Cluster, dal 7 ottobre 2023 oltre 625.000 studenti e circa 23.000 insegnanti nella Striscia sono stati colpiti da attacchi all'Istruzione, con chiusure scolastiche che rimangono senza accesso alla docenza o sono senza un posto alternativo sicuro. Secondo il Ministero dell'Istruzione di Gaza, tra il 7 ottobre 2023 e il 2 gennaio 2024, 4.119 studenti e 221 insegnanti sono stati uccisi, mentre 7.536 studenti e 703 insegnanti sono rimasti feriti in tutta la Striscia. Nell’agosto 2024, l’OCHA ha stimato che 625.000 alunni e studenti a Gaza non avevano più accesso all’istruzione. 477 scuole su 564 (85%) sono state direttamente colpite o danneggiate, richiedendo una ricostruzione completa o importanti riparazioni. Le 12 università di Gaza sono state tutte bombardate. Nell’aprile 2024, secondo gli esperti ONU almeno 95 professori universitari sono stati uccisi. Nel 2022 il PIL pro capite è stato inferiore a 2.000 $ all’anno con stipendio medio a Gaza equivalente a 135 €/mese. Le forze israeliane hanno fatto detonare esplosivi e distrutto l'Università Israa a Madinat Az Zahraa, nel sud di Gaza. Negli ultimi 70 giorni, l'edificio è stato utilizzato dall'esercito israeliano come base militare e come speciale centro di detenzione per interrogare i detenuti palestinesi prima del loro trasferimento in una località sconosciuta.
Acqua e elettricità. Nell’agosto 2023, 96,2% dell’acqua a Gaza risulta contaminata e imbevibile, aumentando notevolmente il rischio di diffusione di malattie. Il danno causato alla falda acquifera di Gaza è irreversibile dal 2020, soprattutto per l’eccessivo pompaggio e della sua contaminazione da parte delle acque reflue. Anche l'infiltrazione della falda acquifera da parte di acqua di mare la rende pericolosa per la salute. Nel 2014 sono stati danneggiati 20.000 metri di tubazioni.
Solo una delle 3 condutture idriche provenienti da Israele è attualmente funzionante. Quella della Middle Area, con una capacità di produzione di circa 17.000 m³/giorno, necessita di riparazioni. A luglio 2024, 2 delle 3 linee di approvvigionamento idrico provenienti da Israele sono parzialmente operative, al centro e al sud e 2 dei 3 impianti israeliani di desalinizzazione dell’acqua sono operativi a intermittenza. La disponibilità di acqua attraverso gli impianti di desalinizzazione a breve termine è attualmente pari a 7% (1.600 m³/giorno) della capacità prima del conflitto (22.000 m³/giorno). Con le restrizioni all'importazione di articoli essenziali, i kit per l'analisi dell'acqua e il cloro per trattare l'acqua in tutta Gaza non sono reperibili.
Già prima del 7 ottobre 2023 l’elettricità era attivata solo poche ore al giorno. Nel 2022, secondo l’OCHA, si conta su circa 12 ore di elettricità al giorno e 14 all’inizio del 2023. Inoltre, sempre secondo l’ONU, nel 2022 sono mancati 244 MW/giorno per soddisfare i bisogni primari degli abitanti di Gaza.
Agricoltura e aree produttive. All'inizio di ogni estate, i campi di Gaza abbondavano di colture e frutti di ogni tipo. Dopo 9 mesi di guerra la devastazione ha portato a una grave crisi umanitaria. Secondo un recente rapporto ONU, 96% della popolazione di Gaza soffre di insicurezza alimentare e circa 0,5M di palestinesi sta affrontando la fame. Le immagini satellitari di UNOSAT mostrano che oltre 60% dei terreni agricoli di Gaza è reso incoltivabile dopo gli attacchi israeliani, con effetti a lungo termine sulla terra e sull'acqua. Le aree produttive di Gaza, tra cui Beit Lahiya, Gaza City, Deir el-Balah, Khan Younis e Rafah, hanno subito pesanti danni infrastrutturali e i coltivatori di olive e datteri hanno perso i loro raccolti. La pesca, fondamentale per la sicurezza alimentare, è stata gravemente compromessa.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno pubblicato i nomi di 705 soldati, ufficiali e riservisti, alcune decine dei quali ufficiali della sicurezza locale caduti in guerra; di questi, più di 300 al confine con la Striscia durante l'assalto del 7 ottobre e circa 340 nell'offensiva terrestre nella Striscia. Si ricorda che all'inizio della guerra, Hamas e altri gruppi militanti palestinesi hanno rapito 251 persone in Israele e le hanno portate nella Striscia con donne, bambini e decine di soldati IDF. L’ 1.09.2024, 106 ostaggi sono ancora prigionieri.
Le armi. Israele, sotto processo per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), ha usato armi avanzate fornite dagli USA nei suoi attacchi su Gaza come le bombe GBU-39B, nell'operazione contro i palestinesi sfollati a Rafah. Washington ha sostenuto Israele con caccia F-15, F-16 e F-35, elicotteri Apache, obici M109, veicoli corazzati M113 per il trasporto truppe e corvette navali, in particolare con le munizioni al fosforo bianco, violando le leggi internazionali se utilizzate in aree civili. Il sostegno armato USA a Israele non è mai calato, nonostante le ansie per le vittime civili espresse da Biden. Da un’inchiesta emerge che Israele abbia sottoscritto 10 anni fa un accordo con la Marina Usa per fornire cannoni navali italiani da 76 mm, del tipo Super Rapido, al costo stimato di $440 M, inclusi i servizi di supporto tecnico. I cannoni, prodotti dalla Oto Melara (Leonardo-Finmeccanica) sono stati destinati alle corvette Sa’ar 4.5 e Sa’ar 6 della Marina israeliana. Nel settembre 2022, i cannoni sono stati installati sulle corvette Sa’ar 6. Le armi italiane sono state usate anche contro civili, confermato da rapporti e video di fonti israeliane e internazionali.
Totale dei morti. Secondo i dati del MOH (Ministero della Salute di Gaza), dal 7 ottobre 2023 a luglio 2024, almeno 40.000 palestinesi, per lo più civili, vengono uccisi e 92.000 feriti, costringendo la maggior parte dei 2,2 M di abitanti della Striscia a fuggire dalle proprie case. Le cifre del MOH non distinguono tra civili e combattenti di Hamas, che non indossano uniformi formali né portano identificazioni separate. Israele fornisce periodicamente stime sul numero di combattenti di Hamas uccisi e l'ultima stima di Netanyahu parla di 14.000 combattenti.
Lo sconfinamento dei coloni in Cisgiordania. Dal 1967 la Cisgiordania ha continuato a subire un'intensa attività di insediamenti, nonostante il veto del diritto internazionale. Già prima del 7 ottobre il Governo Netanyahu aveva conferito all'Amministrazione per gli insediamenti, guidata dal Ministro delle Finanze di estrema destra Bezalel Smotrich, un maggiore controllo sulla Cisgiordania occupata. Smotrich, fanatico religioso sostenitore dell'espansione degli insediamenti israeliani, ha sfruttato il suo ruolo per agevolare il processo di costruzione di insediamenti illegali, imponendo al contempo rigidi controlli sulle attività edilizie palestinesi. Nel 2023 secondo diverse ONG, da inizio guerra i coloni israeliani hanno fagocitato più territorio occupato di quanto avvenuto nel passato, dagli accordi di Oslo del 1993. Da una settimana è partita poi un'operazione militare su vasta scala che, con la decisione ufficiale di combattere il terrorismo, sottopone la West Bank a gravi danni infrastrutturali e smantellamenti, mirando de facto a una subdola annessione.
Le Nazioni coinvolte. UK è diventato il primo Paese europeo a sospendere 30 licenze di esportazione di armi verso Israele a causa del conflitto con Gaza. Tale sospensione non include comunque i componenti per i caccia F-35, e il valore delle esportazioni UK a Israele è molto inferiore rispetto a quello di altri Paesi come Usa, Italia e Germania.
Attendibilità delle cifre. Due studiosi (un economista della Royal Holloway University di Londra e un politologo della Carnegie Mellon University di Pittsburg), specializzati nel conteggio dei morti nelle guerre, hanno spulciato i dati delle vittime provenienti da Gaza, obiettivo certificarli e sgomberare ogni dubbio. In breve Hamas nei conflitti precedenti con Israele del 2008, 2014 e 2021 ha fornito numeri affidabili e c'è una stretta coerenza tra quelli del MOH e dell’ONU. I ricercatori concordano: le riserve di Biden e di chi vuole delegittimare i numeri su Gaza sono fuori luogo, prive di giustificazioni plausibili.
La guerra continua. All’inizio di aprile 2024 si stima siano state sganciate 70.000 tonnellate di esplosivo su obiettivi situati in tutta la Striscia. L’IDF ammette che in oltre un anno di guerra Israele sul campo ha perso 781 morti con generalità certa, tra cui 6 colonnelli. In totale, il conto supera quota 900, inclusi gli operatori di sicurezza, sommando dati la cui comunicazione resta ovviamente opaca. Aggiungendo a questi un totale accertato di 945 morti tra i civili uccisi il 7 ottobre, quelli per attentati e ostaggi deceduti o assassinati durante la prigionia, sono 1.800 i morti totali di Israele.