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Il presente articolo può essere considerato propedeutico all' Incontro a tema di Nel Futuro "Cosa succede nel mondo dopo le elezioni americane?" che avrà luogo sulla piattaforma Zoom giovedì 21 novembre alle ore 17:00.
Oltre che ai Soci dell'Associazione Culturale Nel Futuro, l'invito a partecipare alla presentazione ed al dibattito viene in questa occasione esteso a tutti i lettori interessati a questo argomento di scottante attualità.
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Commento all’articolo “Cosa succede se vince Trump?”
di Achille De Tommaso
L’articolo dell’amico Bruno Lamborghini ci offre un’analisi delle possibili conseguenze economiche e politiche di una nuova presidenza Trump, ma, a mio parere, omette alcuni aspetti che potrebbero, in realtà, giustificare la scelta di Trump come una figura di stabilità e pace soprattutto se confrontato con presidenti democratici passati, che spesso hanno favorito interventi militari all’estero.
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Evidenzio di seguito i temi che necessitano di approfondimenti:
Approccio alla Politica Estera come Contrapposizione al Guerrafondismo Democratico:
Lamborghini accenna alla politica estera di Trump, ma non riconosce come, contrariamente ai presidenti democratici, Trump abbia evitato di coinvolgere gli Stati Uniti in nuovi conflitti. È obbligo ricordare come da Kennedy e Johnson con il Vietnam, a Clinton nei Balcani, fino a Obama con la Libia e l’espansione delle operazioni in Medio Oriente, i democratici abbiano spesso mostrato una tendenza (così si dice) interventista.
Trump, invece, ha seguito un approccio pragmatico, riducendo la presenza militare in Medio Oriente e preferendo la via diplomatica, come dimostrato dai negoziati con Kim Jong-un e dalla volontà di dialogo con Putin. Una presidenza Trump offrirebbe quindi un’opportunità di stabilità e di riduzione delle tensioni globali, contrastando il modello interventista storico dei democratici.
Sicurezza Nazionale e Rafforzamento dei Confini
L’articolo di Bruno si concentra parecchio sui problemi economici delle politiche anti-immigrazione di Trump, trascurando l’aspetto della sicurezza nazionale. La politica di rafforzamento dei confini, con il completamento del muro e un controllo più severo sull’immigrazione irregolare, non riguarda solo la manodopera, ma è parte di una strategia per ridurre traffici illeciti e crimini legati ai cartelli della droga, questioni che hanno parecchio destabilizzato alcune comunità statunitensi. A differenza delle amministrazioni democratiche, spesso orientate a una maggiore apertura dei confini, e tolleranza dell’illegalità degli immigrati, Trump ha dimostrato un dichiarato impegno per proteggere il territorio americano.
Protezionismo come Opportunità per l’Economia Interna
L’articolo sottolinea i rischi inflazionistici legati ai dazi di Trump, ma ignora i potenziali benefici (per gli USA) di un ritorno al “Made in USA”. I dazi imposti sulle importazioni, soprattutto da Cina ed Europa, mirano a incoraggiare la produzione interna, generando nuovi posti di lavoro e rafforzando settori strategici come quello manifatturiero. I presidenti democratici, invece, hanno spesso favorito un’economia globalizzata, che ha sì ridotto i costi per i consumatori, ma a discapito dei lavoratori statunitensi, con la spinta alla delocalizzazione di numerose industrie. Un ritorno di Trump potrebbe contribuire a una rinascita industriale, migliorando l’autosufficienza economica.
Valori Tradizionali e Coesione Sociale:
L’articolo non considera come Trump sia visto da molti americani come un difensore dei valori tradizionali, contrariamente all’approccio più progressista dei presidenti democratici. Le sue posizioni su temi culturali e sociali riflettono l’attaccamento a una certa identità americana che parte dell’elettorato teme possa svanire con politiche più progressiste. Con Trump, c’è una promessa di ritorno a una narrativa unificante e patriottica, che può contribuire a rafforzare la coesione sociale. Questo aspetto, sebbene controverso, rappresenta una differenza cruciale rispetto alle recenti presidenze democratiche, spesso percepite come fautrici di divisioni ideologiche e culturali.
Energia e Autosufficienza per la Stabilità Nazionale
Lamborghini, a mio parere, trascura l’importanza della politica energetica di Trump. L’orientamento di Trump verso l’autosufficienza energetica, tramite l’estrazione di petrolio e gas naturale, rappresenta una garanzia di stabilità per gli Stati Uniti in un contesto di crisi energetica globale. Durante la presidenza Obama, l’accento sulle energie rinnovabili ha spesso comportato sacrifici nel settore energetico tradizionale, portando a una maggiore dipendenza dalle importazioni e all’instabilità dei prezzi. Senza ottenere alcun risultato circa la decarbonizzazione. Trump, invece, punta a mantenere bassi i costi energetici, riducendo la dipendenza da altri paesi, soprattutto in un momento in cui la sicurezza energetica è cruciale.
Meno Pressione Fiscale e Maggiore Competitività Economica:
Lamborghini, secondo me, non evidenzia, poi, adeguatamente, i vantaggi della politica fiscale di Trump. I presidenti democratici tendono a sostenere una tassazione più elevata per finanziare programmi sociali e pubblici, ma Trump ha dimostrato con la sua politica fiscale di favorire una maggiore competitività e crescita economica, incentivando le aziende a investire negli Stati Uniti. L’abbassamento delle tasse non solo sostiene le imprese, ma permette ai cittadini di trattenere più reddito, stimolando l’economia in modo significativo.
Difesa della Sovranità Nazionale e Resistenza al Controllo Internazionale:
L’articolo non analizza come Trump rappresenti una forte opposizione a organizzazioni e trattati internazionali che, secondo una parte dell’elettorato, possono minare la sovranità nazionale. Mentre molti presidenti democratici hanno favorito l’integrazione degli Stati Uniti in organismi internazionali, come dimostrato dall’espansione della NATO o dagli accordi sul clima, Trump propone una visione che privilegia l’autonomia decisionale e riduce gli impegni all’estero. Ciò potrebbe permettere agli Stati Uniti di dedicarsi maggiormente alle proprie priorità interne, evitando coinvolgimenti in guerre e alleanze svantaggiose.
Un’Europa più Indipendente:
L’articolo teme un possibile ritiro parziale degli Stati Uniti dalla NATO, ma non considera come questo potrebbe spingere l’Europa a rafforzare la propria difesa (v. mio articolo “un’Europa post-americana”). Una riduzione del contributo americano alla NATO potrebbe, infatti, incentivare i paesi europei a investire nella propria sicurezza, promuovendo una maggiore autonomia strategica. E meglio sviluppando l’innovazione tecnologica europea. Trump propone un’alleanza atlantica meno sbilanciata sugli USA, favorendo un approccio in cui l’Europa prende maggiori responsabilità.
In sintesi, l’articolo dell’amico Bruno Lamborghini non valorizza adeguatamente i vantaggi di una presidenza Trump per il popolo americano. Mentre evidenzia le possibili difficoltà economiche legate a un approccio più protezionistico, trascura come Trump possa rappresentare una vera alternativa alle politiche interventiste dei democratici. Con una politica orientata alla sicurezza nazionale, alla promozione dell’economia interna, alla difesa dell’autonomia energetica e all’indipendenza diplomatica, Trump offre, invece, a mio parere, una visione di un’America forte e sovrana. Che, di questi tempi, non è un atteggiamento da buttare via.