Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

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Scomode verità

di Tito Giraudo

 

A parte l’aver battuto la Le Pen, pericolosa, non perché Fascista che non significa più nulla in Italia, figuriamoci in Francia, ma perché nazionalista, antieuropeista e priva di ricette concrete, Macron ha il merito di aver dimostrato che è possibile, quando i Partiti non rispondono più alle esigenze di un Paese, poter rovesciare il tavolo.

Molti paragonano Macron a Berlusconi, altri a Grillo, altri a Renzi, secondo me sono sbagliati tutti i paragoni.

La discesa in campo del Cavaliere fu per impedire ai Comunisti di governare, così come aveva fatto la DC nel ‘48, cosa secondo me altamente meritoria ma non in grado (e lo si è visto dopo 20 anni) di costituire una vera alternativa. Grillo ha costruito il suo Movimento approfittando dell’antipolitica: proposte concrete zero.

Per Renzi, il discorso è più complesso. Nasce per rottamare la vecchia guardia del PD, qualche idea riformista l’ha espressa e anche realizzata ma è ossessionato dal consenso, in questo è simile al Cavaliere senza averne lo charme dei tempi migliori.

Fino a ieri, il PD era la fusione degli ex comunisti con gli ex DC. Bersani e D’Alema toccati dalla divina provvidenza, hanno liquidato la prima componente e, se si considera che negli ex DC la componente di sinistra prevaleva ed ora è evaporata (apprendiamo con piacere l’annuncio del ritiro della passionaria Rosy), questo PD è diventato altro, sperando che il PD Renziano decida di fondare una forza progressista e moderna possibilmente senza farsi condizionare dalle destre, dalle sinistre e dai Grillini, inseguendo tutti quanti su terreni non suoi.

Io non so se Renzi assomiglia a Macron. Di primo acchito direi di no. Il nuovo Presidente Francese ha vinto senza concedere nulla agli avversari, non ha fatto promesse mirabolanti, nella sua camminata Presidenziale si è fatto accompagnare dall’Inno alla gioia verso un palco posto davanti al Louvre marcando, con questa scelta, equidistanza dalle piazze tipiche della destra e della sinistra francesi, oltre ad un sicuro europeismo.

Renzi, quando promette assomiglia a Berlusconi, in quanto al suo europeismo, è a fasi alterne. Toglie e mette la Bandiera stellata a seconda delle incazzature, non per le debolezze e le scemate del consesso europeo, ma per le debolezze finanziarie italiane che sono poi quelle della nostra politica nel non affrontare i temi più scabrosi, in funzione meramente elettorale.

Detto questo: Renzi è il massimo che passa il convento in questo momento. Di tutti gli annunci e le cose un po’ deludenti realizzate, dovrebbe andare fiero per aver tentato di riformare la seconda parte della Costituzione.

Quanto sta succedendo in questi giorni e soprattutto quello che con tutta probabilità capiterà dopo le elezioni, sta a dimostrare che con tutti i limiti, quella riforma poteva favorire la governabilità del paese, oltre a semplificare la vita parlamentare.

Gli Italioti, che hanno cassato la riforma, più per fare un dispetto a lui (lo stesso che il cornuto fa alla moglie) e non per convinzione, si accorgeranno di andare a votare inutilmente perché difficilmente, con il tripolarismo, qualcuno sarà in grado di governare.

E’ possibile, anzi quasi sicuro che gli italiani non collegheranno le due cose, presi come sono dall’imbonimento antipolitico dei media e degli stessi Partiti che stanno suicidandosi.

A mio parere occorrerebbe dire agli italiani alcune verità su questo Paese.

Innanzi tutto bisognerebbe informare i giovani e ricordare agli anziani come è stato possibile il boom economico italiano: esattamente come è possibile in Cina e in altri Paesi emergenti: bassi salari, poche tasse, poco welfare, nessun diritto.

Se non si parte da queste constatazioni, si continua a inseguire le sinistre estreme e i Grillini sul terreno delle fantasie economiche. Prima fra tutte: che per stimolare l’occupazione basti fare investimenti pubblici. Seconda, che il problema della disoccupazione possa risolversi con la paghetta ai disoccupati. Terza e la più importante di tutte, che queste scelte, che io ritengo sbagliate, si possono fare aumentando il debito pubblico.

Che le opposizioni per ragioni elettorali raccontino queste favole, può essere comprensibile anche se un po’ criminale. Ma che chi governa, o si appresta a governare, non decida di dire la verità agli italiani è sicuramente criminale. Le verità sono che il debito pubblico non lo ha creato l’Europa (anzi l’Euro ha contribuito a contenerlo). Che i cosiddetti Padri della Patria ci hanno consegnato una Costituzione demagogica nella prima parte, e bizantina (per essere indulgenti) nella seconda, oltre a non aver mai detto agli italiani che il welfare occorre commisurarlo, non solo alle possibilità del momento, ma pensando anche a quelle del futuro. E anche sulle tasse, occorre avere il coraggio di dire che l’evasione fiscale è trasversale a tutte le categorie (compresi i lavoratori dipendenti, i quali sono grandi evasori dell’IVA, in combutta con artigiani e professionisti) ma soprattutto che la panacea non è certo tassare le rendite finanziarie allontanando gli investimenti, dato che la finanza è globalizzata, ci piaccia o meno.

Termino con una considerazione sulla globalizzazione. Certo, questa poteva avvenire con una certa prudenza considerando che avrebbe prodotto problemi occupazionali. Certo, se ha provocato guasti alle economie avanzate, ha ridotto la povertà di miliardi di persone senza renderci veramente poveri. Tutto ciò al di là delle speculazioni elettorali. Fa specie che i sinistri che hanno sempre predicato il terzomondismo e il riequilibrio delle ricchezze a livello planetario, facciano finta di non accorgersi di ciò.

Si sono creati giornali e canali televisivi ad uso e consumo del nuovo spettacolino della politica. Una compagnia di giro tra professionisti veri e semiprofessionisti a gettone che tutto fa, fuorché fare chiarezza e portare dati e notizie e non commenti per fare spettacolo. Questo, va bene per l’occupazione della categoria dei giornalisti e per integrare la pensione degli ex giornalisti, non certo per fornire agli italiani i mezzi per capire i problemi, quelli veri.

 

Inserito il:11/05/2017 19:18:26
Ultimo aggiornamento:11/05/2017 19:24:17
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