Le parole.
Sono farfalle o piume colorate, vellutate, calde e miracolose.
Sciolgono nodi e grumi dolorosi, sanano ferite, anche gravi, cullano e fanno sognare, distendono e rilassano, portano gioia e luce.
Scorrono come fiumi, o escono a singhiozzo, cantano come ruscelli o fontane o sussurrano come brezza.
Incantano e seducono, liberano e imprigionano, consolano e tranquillizzano.
Le parole sono uccelli appuntiti, volano via come frecce per distruggere o cancellare altri uccelli che sono arrivati dalla parte opposta.
Spesso sono volatili ciechi, a volte con becchi velenosi, a volte sono arpie urlanti, a volte corvi silenziosi.
Volano tra noi e gli altri, senza sosta e fanno molto spesso male.
Sono merce di scambio spesso sottovalutate, sprecate, improprie, pericolosamente abusate o a volte assenti.
La loro assenza genera i silenzi: altri messaggeri che possono fare molto male riempiendo spazi infiniti di punti interrogativi che lievitano nel tempo fino a soffocare gli umani.
Tuttavia gli esseri umani hanno questi strumenti per comunicare e sovente cattivi insegnanti per imparare ad usarli.
Ci sono maestri, giocolieri, maghi di parole.
Sanno usarle con eleganza, sapienza, intelligenza, scaltrezza…
Creano capolavori indimenticabili, emozionanti, toccanti che lasciano…. senza parole.
Ci si può ammalare di parole: ad un tratto non vengono più, o sono improprie o non si ricordano o rimangono sospese …...