Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Giovanni Gambasin (Artmajeur) – Cerchio violetto

 

Violetto, non viola!

di Cesare Verlucca & Giorgio Cortese

 

 

Cari amici,

stiamo da qualche tempo affrontando un documento che interessa noi, ma altresì un discreto numero di persone che ci stanno seguendo con un certo interesse. Ci troviamo quindi nell’esigenza di fare a noi stessi una precisa domanda: «Quanti sono i colori esistenti nel mondo, e di dove provengono?», ma prima ancora dobbiamo chiederci se siano nati prima loro o gli occhi per vederli.

Naturalmente la risposta è una sola: i colori sono nati quando la terra si è formata e l’umanità era di là da venire. Esistevano quindi anche prima che ci fossero esseri viventi capaci di distinguerli, prima cioè che la vita comparisse sulla Terra: ma oggi il mondo è molto più colorato di quanto fosse un tempo, e questo dipende proprio dal fatto che ci sono occhi in grado di vedere i colori.

E quanti sono?

La risposta dovrebbe essere banale; ma, come tutte le cose incerte, si corre il rischio di star sbagliandola in tutta buona fede. Se andate cercando una risposta in Internet, dovrete prender atto che c’è chi afferma che esistano trecentomila colori, chi addirittura tre milioni, e noi non avremmo pertanto il tempo per spiegarli tutti, e un numero esatto siamo lungi dall’averlo trovato, dal momento che esistono capacità visive dall’uno all’altro, e parrebbe che le donne vedano più degli uomini, cose che succedono loro non solo per i colori.

Scesi dall’ambone, dove nessuno ci ha pregato di salire, possiamo dirvi che i colori noti sono offerti dall’arcobaleno secondo questa sequenza: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancione e rosso e, se siete arrivati fin qui, sapete che noi ci siamo indirizzati via via su rosso, blu, verde, giallo, indaco e stavamo per avviarci verso il bianco, che non è nemmeno segnato nella lista, e siamo imbattuti in una coppia che ci sembrava sufficientemente gradevole ed è questa che abbiamo deciso di offrirvi.

Prima di arrivare al Bianco ci permettiamo perciò di parlare del Violetto che non è il Viola, ma abbastanza simile. Il Violetto non è un viola chiaro, né una variante di viola. È un colore diverso, con una tinta diversa. Per dirla nella lingua di Albione, violet è l’ultima tinta dello spettro dalla parte del blu. Dopo il violetto c’è solo più l’ultravioletto, che non viene colto dall’occhio umano perché è invisibile.

Detto questo, il violetto è una tinta spettrale, si vede tanto nell’arcobaleno quanto nel prisma, uno dei sette colori dello spettro indicati da Isaac Newton.

Purtroppo di questo colore possiamo parlare ben poco, invece sul colore viola abbiamo tanti aneddoti da raccontare. Pensiamo alle delicate viole del pensiero, ai frutti ricchi di vitamine o ai mantelli dei maghi nelle fiabe. Il colore viola nasce dall’unione della passione del rosso e la tenerezza del blu e il nome deriva dal fiore omonimo di cui descrive il colore. Nella storia umana era raro e gli abiti con tale tinta anticamente conferivano un grande prestigio a chi li indossava. Nella Bibbia era il colore indossato dai re e dai cortigiani; era parte integrante del tempio e dei suoi servizi; era usato in tende e tappeti trovati nel tabernacolo (insieme a blu, scarlatto e bianco), così come tra gli indumenti indossati dal Sommo Sacerdote.

In Italia, tra i popoli italici, si identificavano con il colore viola le carestie e portavano alla cerimonia detta “Ver Sacrum”, dal latino “primavera sacra”. Si tratta di una ricorrenza rituale, rievocata in caso di momenti difficili: venivano offerti agli Dei i primogeniti nati da marzo a giugno. Il sacrificio vero e proprio riguardava gli animali del villaggio, mentre i bambini, arrivati all’adolescenza, venivano spinti a migrare per formare nuove comunità, ispirate dalla protezione divina, sotto la guida di un totem o da un animale guida: ad esempio, il picchio verde è tuttora lo stemma delle Marche e deriva da questa tradizione.

Successivamente. i romani e i cristiani iniziarono a utilizzare il viola per identificare dei periodi di cambiamento o rinnovo, ad esempio per i paramenti liturgici dell’Avvento o della Quaresima. Gli imperatori romani indossavano abiti di colore viola e i vescovi cattolici hanno indossato per molti anni indumenti contenenti questo colore.

Le frasi contenenti il nome del colore a volte si riferivano a quelle di una stirpe reale. Costantino VII, imperatore dell'Impero bizantino (nato nel 905 e morto nel 959 d.C.),

ricevette il titolo di Porfirogenito, che significa nato nella porpora, cioè da genitore regnante; ma nella comune tradizione storica quel titolo rimase legato solo al nome di lui.

Nei tempi antichi, le città di Tiro e Sidone erano noti produttori di viola e possedevano una fiorente industria di tintura. Le tre parole usate per indicare il colore viola nel Nuovo Testamento greco sono porphura, che si riferisce all'animale da cui è estratto il colore, porpore, che è il nome letterale del colore e porphuropolis, che è un riferimento a una donna commerciante della tintura.

La porpora può simbolicamente rappresentare la regalità, la maestà e gli alti funzionari, così come la ricchezza, la prosperità e il lusso. Durante il Medioevo, nel periodo quaresimale, tempo di penitenza, erano vietate le rappresentazioni e gli spettacoli pubblici; di conseguenza, in ricordo di questi disagi, nello spettacolo il colore viola ha la fama di colore sfortunato.

Nel XX secolo, ritroviamo il viola nella famiglia reale inglese, era presente all’incoronazione di Elisabetta II nel 1953, dagli inviti alla scenografia all’interno dell’Abbazia di Westminster. Ma allo stesso tempo, stava diventando associato al cambiamento sociale, con il movimento del suffragio femminile per il diritto di voto per le donne nei primi decenni del secolo.

Successivamente il viola è testimone dei cambiamenti culturali e sociali degli anni 60 e 70, Jimi Hendrix lo menziona nella sua canzone “Purple Haze” e Prince negli anni 80 nell’album Purple Rain. Nel campo della moda ogni anno ha un suo colore, e pare che secondo gli esperti il viola, nella tonalità lavanda resta una delle tinte più alla moda. Il viola, infine, è un colore regale associato alla ricchezza e alla prosperità e pare che stimoli la creatività, e forse sarebbe utile che ce ne procurassimo una quantità di cui tutti abbiamo un gran bisogno.

 

Inserito il:18/01/2023 10:26:10
Ultimo aggiornamento:18/01/2023 10:32:19
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