Pietro Fragiacomo (Trieste, 1856 - Venezia, 1922) - Querce abbattute
Quercia
Poesia di Mario Sodi
Radici serrate dall’asfalto
a patire, mia quercia,
la vita.
Oltre l’assedio
è la strozzata solitudine
che ti umilia.
Non vivono più i rami gli ampi spazi
fioriti fra le vigne,
i gelsi
da podere a podere, le operose
coloniche col fiato dei camini
e le feste sull’aia.
Spenta ogni vena
tra i grigi casamenti,
nel fragore del giorno
e nella notte dei freddi schermi.
Picchia sul tronco l’accetta
ed il cuneo d’acciaio rompe la fibra
sprizza la sega il midollo
e
lentamente
dal cielo sulla pietra
schianti
carni bianchissime.
Quello spazio vuoto
vo ricreando,
saturi i sensi di un acuto aroma
dal corpo reciso.
Come il profumo delle scoppiettanti
bruciate della nonna,
o l’odore del Corriere dei Piccoli
nella magica bottega in via Duprè.
Il mio sguardo per sempre ti disegna,
verticale creatura
nel nostro
moribondo
lunapark.