Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

C Lucy R Whitehead (Londra – Contemporary) – One man and his dog

 

Due libri perfetti per le vacanze

 

Il Professore e il Pazzo e Memorie di un cane giallo

 

di Marialuisa Bordoli Tittarelli

(seguito)

 

Prendendo in mano un libro dalla copertina grigio/azzurra la signora Persi disse a Gregory che ciò che più la affascinava nelle letture non erano tanto la storia o la fantasia delle vicende, quanto lo stile con cui venivano esposti i fatti.

Spiegava il concetto sottolineando che poteva leggere con entusiasmo qualsiasi argomento purché fosse ben raccontato.

- Per esempio - soggiunse mostrando il volume - Il Professore e il Pazzo di Simon Winchester, è la dimostrazione di quello che ho detto -.

L’argomento trattato potrebbe scoraggiare evocando pesantezza, noia o interesse solo per addetti ai lavori. Narra la storia della stesura del primo grande esaustivo dizionario di lingua inglese.

Lo stile è minuzioso, preciso fino alla pignoleria, colto e quasi scientifico.

Storia tutt’atro che di fantasia quindi; tuttavia l’autore ci sbalordisce fin dalla prefazione che rivela l’incontro, avvenuto dopo anni di collaborazione epistolare, tra un emerito professore di linguistica, James Murray , inglese, curatore del famosissimo e monumentale OED ( Oxford English Dictionary) e uno dei principali collaboratori che per anni ha inviato le sue ricerche precise e documentate firmandosi semplicemente M.C.Minor.

Dopo anni di corrispondenze interessanti e rigorose, il Professore decide di andare a conoscere di persona Mr M.C. Minor, che sebbene ripetutamente convocato a Londra, aveva declinato ogni invito, dichiarando la sua impossibilità a spostarsi .

Una volta arrivato a destinazione, il professore scopre che il suo diligente e assiduo corrispondente è il paziente di più antica data del manicomio criminale di Broadmoor.

Il primo capitolo espone l’antefatto cruciale, che porterà Mister William Chester Minor, ricco, colto, raffinato ex ufficiale medico dell’esercito americano durante la terribile guerra di secessione, a diventare, a 37 anni, un detenuto del temibile ospedale psichiatrico giudiziario.

Il libro si legge con emozione, interesse e stupore.

Mr. Minor, dotato di un’intelligenza e un carattere eccezionali, ha una vita interessante e fuori dal comune, degna di un romanzo d’avventura.

La partecipazione del medico alla guerra di secessione permette all’autore di raccontare in modo plastico i cruenti scontri e le agghiaccianti carneficine, informandoci sui retroscena e le cause di queste tragiche operazioni, lasciando il lettore impressionato e stupefatto.

La cultura con la C maiuscola, ma senza un briciolo di pedanteria, scorre in tutte le righe illuminandoci, divertendoci, accompagnandoci in un racconto così diverso e originale, facendoci sentire grati per la ricchezza delle scoperte che ci vengono regalate.

Il sottile humour, che a tratti diventa sarcasmo, è presente qua e là, aumentando il nostro interesse e il nostro piacere e facendo sì che un argomento apparentemente noioso come la compilazione del più importante e imponente dizionario inglese diventi un racconto da seguire con profondo appagamento.

Ogni capitolo è preceduto da un lemma tratto dal dizionario in questione permettendoci di vederne la composizione. Non solo cioè vi è la spiegazione e il significato del vocabolo preso in esame, ma se ne evidenziano la provenienza, la datazione del primo uso, oltre a citazioni da parte di noti personaggi della cultura o della storia.

Un libro da leggere assolutamente che oltre a divertire ci fa perfino sentire colti e intelligenti!

 

- Lo stile di Simon Winchester, coltissimo eppure impercettibilmente scanzonato, mi ha ricordato – disse la signora Persi - un altro autore di lingua inglese, O. Henry, pseudonimo di William Sydney Porter, formidabile scrittore americano di racconti, il cui stile pur essendo molto lontano dal tono dotto di quello di Winchester, ne condivide l’accento scanzonato, in questo caso decisamente evidente.

Di questo autore ricordo con chiarezza “Memorie di un cane giallo”, lettura perfetta per giorni di relax e vacanza -.

La scrittura è di quelle che scorrono via senza problemi, discorsiva, colloquiale. La si legge come si ascolta un amico, un buontempone chiacchierone e simpatico che immaginiamo spesso con un bicchiere in mano, mentre con nonchalance comincia una storia da niente che conclude sempre con un finale insospettato o improbabile.

La voce narrante ce lo fa identificare come uno di quegli amici che hanno sempre pronta una storia su qualsiasi argomento, perché hanno girato il mondo, conosciuto molta gente formandosi così un’opinione su ogni cosa.

Sono persone particolari che parlano volentieri, ci bloccano sulla sedia anche se vorremmo andar via.

La ascoltiamo pensando che stia inventando un po’ troppo, che bisognerebbe mettere la famosa “tara” alle sue sparate e, inizialmente, ne siamo un po’ infastiditi, eppure non possiamo smettere di ascoltare completamente affabulati e divertiti.

Le sue storie parlano di gente semplice, i protagonisti sono persone comuni, poliziotti, camerieri, commessi viaggiatori, ballerine, impiegate; nel caso del racconto che dà il titolo al libro, a raccontare la storia è un simpaticissimo cane, profondo conoscitore dell’animo umano e delle sue debolezze, dotato della stessa parlantina smaliziata, scanzonata, popolare dell’amico di cui sopra. Un cane “da conforto” nel grigiore di grigie vite, il vero amico per poveri uomini perdenti.

Ogni novella racconto di O.Henry ha note agrodolci, che tentano di farci sorridere sdrammatizzando la sfortuna o la disfatta, schiacciandoci l’occhio quando stiamo per commuoverci, riuscendo spesso a ribaltare il dispiacere in risata e la risata in un piccolo groppo di commozione.

Nell’edizione di Adelphi che la signora Persi aveva letto c’è una lunga, interessante, sconcertante prefazione di Manganelli che comincia sottotono a parlare dell’autore, come se si vergognasse di confessare il suo amore per lui.

Si tratta di un’analisi di quattro pagine che si legge con lo stesso stupore e divertimento che si ha leggendo il libro, passando dalla sensazione che la critica sia negativa per ricredersi poche righe dopo, intravvedendo perfino entusiasmo trattenuto a stento. Un divertimento assicurato. Un piccolo capolavoro di critica letteraria da leggere e rileggere.

 

(continua)

 

Inserito il:26/07/2019 19:39:07
Ultimo aggiornamento:16/08/2019 19:24:36
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