Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Esoterica Art Agency (Mary Bassett) - Operazione Market Garden, WWII

 

Germania ultimo atto - (2)

(seguito)

di Mauro Lanzi

 

2. Il ponte di Arnhem

«Possiamo tenere il ponte a Arnhem per quattro giorni... però, signor maresciallo, temo che quell'ultimo ponte sia un po' troppo lontano ...» Frederick Browning, comandante delle truppe aviotrasportate al feldmaresciallo Montgomery.

Operazione “Market Garden” era il i nome scelto per la complessa manovra che nei piani di Montgomery avrebbe dovuto condurre le armate britanniche oltre l’Olanda fino al confine tedesco; l’operazione doveva coprire una distanza di 102 km su di un territorio che presentava significative difficoltà, essendo tagliato da numerosi fiumi e canali per attraversare i quali era necessario assicurarsi il controllo di ponti e viadotti presidiati dal nemico. Proprio a questo scopo l’operazione fu concepita come una manovra combinata, lanci di truppe aerotrasportate, paracadutisti ed alianti, a precedere l’avanzata dei carri. I lanci furono effettuati il giorno 17 su tre settori, la zona intorno ad Eindhoven, i ponti sulla Mosa ed il viadotto di Nimega, ed infine il ponte di Arnhem che era il vero obiettivo dell’attacco, un ponte sul Reno, a ridosso della frontiera tedesca, una porta spalancata sulla Germania e sulla Ruhr per chi lo controllava.

Le operazioni con truppe aviotrasportate avevano avuto un grande successo nel’40, con i lanci tedeschi in Olanda e Belgio, poi erano state rapidamente abbandonate dagli stessi tedeschi, dopo il disastro di Creta, perché truppe con armamento leggero non erano in grado di resistere ad attacchi di fanterie corazzate. Gli americani avevano tentato lanci sulla penisola del Cotentin, in preparazione degli sbarchi in Normandia, ma lì i paracadutisti erano stati salvati dal tempestivo intervento delle fanterie. In questa circostanza, Montgomery accantonò ogni dubbio ed ogni prudenza, malgrado i timori espressi dal comandante delle truppe aviotrasportate Frederick Browning; “Monty” contava sullo sbandamento delle forze nemiche; primo errore, i tedeschi avevano rapidamente riorganizzato delle unità corazzate, SS Waffen, proprio in Olanda.

Dei tre sbarchi, il primo operato dalla divisione aviotrasportata americana del Generale Maxwell Taylor, le ”Screaming Eagles” (aquile urlanti), come erano detti, ebbe pieno successo: gli americani si impadronirono rapidamente della zona di Eindhoven, i ponti fatti saltare dai tedeschi furono rapidamente rimpiazzati con ponti Bailey. Con il secondo lancio, sempre a carico degli americani, gli uomini del generale Gavin riuscirono ad impadronirsi File source: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Waves_of_paratroops_land_in_Holland.jpgdei ponti sulla Mosa, ma mancarono l’obiettivo principale, il lungo viadotto di Nimega, causa l’intervento delle avanguardie della 9° divisione corazzata tedesca.

Il lancio principale, quello su Arnhem, era a carico di paracadutisti inglesi (i “Red Devils”), affiancati dai polacchi, ed ebbe una sorte, almeno all’avvio, paradossale; una delle unità paracadutate atterrò a tre km appena dal quartiere generale del feldmaresciallo Model, che stava pranzando e si salvò fuggendo in tutta fretta; poi andò tutto storto. I gruppi sbarcati troppo distante dal ponte, facevano fatica ad aprirsi la strada, pur ostacolati da modeste unità di fanteria tedesche, mancava un qualsiasi coordinamento anche per assurdi guasti alle ricetrasmittenti inglesi, poi per colmo di sciagura una copia del piano operativo alleato fu rinvenuta dai tedeschi su un aliante distrutto: la sera del giorno 17 il feldmaresciallo Model aveva in mano tutti i dati, obiettivi e schieramento del nemico. La battaglia dei paracadutisti inglesi divenne così disperata; nel caos più assoluto, unità isolate si trovavano a combattere contro truppe corazzate che Model faceva via via affluire nei punti critici: la sera del 18 i britannici erano riusciti ad entrare in Arnhem, una compagnia era arrivata ad attestarsi all’estremità del ponte, ma a questo punto la battaglia per la conquista di un obiettivo strategico si era trasformata in una pura battaglia per la sopravvivenza.

L’aiuto sarebbe dovuto arrivare tempestivamente dalle truppe di terra, per le quali però si evidenziò subito un’altra criticità non considerata nei piani di Montgomery; il tragitto dal Belgio verso Arnhem era percorribile su di un’unica carreggiabile, i campi intorno non erano agibili perché i mezzi pesanti affondavano nel terreno intriso d’acqua. Così, quando gli Sherman britannici si avviarono, si trovarono subito bersagliati sui lati da unità tedesche di elite, i “Fallschirmjaeger” (paracadutisti) del generale Student, dotate di un mezzo anticarro molto semplice ed efficace, il “Panzerfaust” un lanciagranate letale per i mezzi alleati. I tedeschi furono alla fine sloggiati da fanterie ed aviazione, ma la località di Eindhoven fu raggiunta solo la sera del 18, un ritardo rovinoso per i piani inglesi. Il giorno seguente una lunga colonna di carri ed automezzi avanzò lentamente lungo quella che gli americani ormai chiamavano “l’autostrada per l’inferno” fino a Nimega, dove iniziò il fuoco di sbarramento di mezzi corazzati e cannoni anticarro da ’88, che fecero strage di carri Sherman. Per sbloccare il cammino ai carri, i paracadutisti americani si erano impegnati in un disperato corpo a corpo con tedeschi per le strade di Nimega; non riuscendo a passare, avevano già perso 900 uomini in una giornata, decisero una mossa disperata: il giorno seguente il fiume Waal, che costeggiava Nimega, fu attraversato due km più a valle su dei canotti gonfiabili, cogliendo il nemico alle spalle, sia pur a costo di pesanti perdite.

L’eroismo dei paracadutisti del generale Gavin fu purtroppo inutile; quando il giorno 21 i carri inglesi si rimisero finalmente in marcia si scontrarono con un micidiale fuoco di sbarramenti di cannoni e carri tedeschi, che impediva loro ogni progresso. La pressione sui lati del saliente inglese da parte dei reparti che Model riusciva a far affluire cresceva di ora in ora, mentre la resa dei corpi paracadutati ad Arnhem rendeva privo di senso proseguire l’operazione che fu infatti arrestata il giorno 23.

La battaglia di Arnhem è passata alla storia più per il disperato eroismo e le gravi perdite subite dalle divisioni di paracadutisti (impressionante il cimitero a loro dedicato), che per le perdite complessive subite dalle truppe inglesi; il fallimento di Market Garden non fu considerato un fatto determinante, nell’economia della guerra, da parte di Eisenhower, malgrado le aspre critiche che gli pervenivano dai suoi subordinati americani, circa l’operazione voluta da Montgomery ed il modo con cui era stata condotta.

Eisenhower sbagliava: le risorse dirottate su questo attacco ritardarono, sia pure di pochi giorni, l’avanzata di Patton; tanto bastò perché si chiudesse il varco lasciato dai tedeschi, l’arroganza e gli errori di Montgomery contribuirono a prolungare di mesi la durata della guerra.

 

Inserito il:05/06/2020 17:02:41
Ultimo aggiornamento:05/06/2020 17:15:48
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