Aggiornato al 24/04/2024

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Voltaire

 

Katsushika Hokusai 1760 - 1849 - La Grande Onda presso la costa di Kanagawa 1830-1832 circa

 

Il Mondo Fluttuante in mostra a Milano: Hokusai, Hiroshige e Utamaro a Palazzo Reale

di Michela Salvaderi e Giuseppe Aquino

 

Come si può valutare una mostra d’arte? Dal suo successo di pubblico? Dalla fama delle opere esposte? Dalle sue finalità didattiche ed educative? Dalla qualità dell’allestimento e dallo studio accurato dei curatori? Dal fatto che ci ha insegnato qualcosa di nuovo oppure che in qualche modo ci ha reso diversi rispetto a come eravamo prima di visitarla arricchendoci sia culturalmente che umanamente?

Risulta difficile rispondere in modo univoco a tutte queste domande, sia per gli aspetti oggettivi di un’esposizione sia per quelli soggettivi legati all’esperienza di ogni singolo visitatore.

Tuttavia è innegabile che la mostra dedicata ai maestri dello ukiyo-e, letteralmente le immagini del mondo fluttuante ossia le tipiche stampe giapponese del XVIII-XIX secolo, a poche settimane dalla sua inaugurazione è già diventata una delle pietre miliari delle esposizioni artistiche del capoluogo meneghino, presenti e passate.

La mostra, inaugurata lo scorso 22 Settembre, sarà visitabile presso Palazzo Reale fino al 29 Gennaio 2017. Prima di entrare nei dettagli del percorso sviluppato dai curatori, appare necessario dare una breve descrizione dei tre grandi maestri del periodo  Edo (1603-1868) a cui è dedicata la mostra: Katsushika Hokusai, Utagawa Hiroshige e Kitagawa Utamaro.

Katsushika Hokusai (1760 - 1849), il “vecchio pazzo per la pittura” è riconosciuto come il maestro assoluto della ritrattista, della paesaggistica e della tecnica della silografia. Come il nome di Leonardo è legato indissolubilmente alla “Gioconda”, così il nome di Hokusai è legato alla sua opera universalmente più conosciuta ossia “La Grande Onda”, che è assurta a vera e propria icona pop, al pari della “Gioconda”, reinterpretata nel corsi dei secoli in diversi varianti.

Utagawa Hiroshige (1797-1858) tra i maestri assoluti dello ukiyo-e soprattutto per quanto riguarda le vedute di paesaggi dove gli essere umani si riducono a semplici miniature. Si è occupato dello studio della natura e in particolare di animali. Alcune sue opere sono state riprese come punto di partenza e “reinventate” anche da Van Gogh.

Kitagawa Utamaro (1753-1806) formatosi presso un maestro che non apparteneva allo ukiyo-e decise di dedicarsi a questo stile come autodidatta emergendo come sommo ritrattista di beltà femminili e di attori di teatro kabuki. Il nome di Utamaro è legato indissolubilmente agli standard eterei di bellezza femminile orientale e il suo stile è immediatamente riconoscibile anche ad un occhio poco allenato.

Ma che cos’è lo ukiyo-e? Si tratta sostanzialmente di stampe silografiche (stampe a pressione), tecnica perfezionata in Giappone durante il periodo Edo e caratterizzate da particolari soggetti (ritratti di attori o bellezze femminile, paesaggi naturali e urbani, scene di vita quotidiana, episodi storici e folkloristici, natura animale e vegetale) in uno stile “sognante”, a tratti fiabesco e dai tratti ben definiti con un gusto tipicamente orientale che trasporta lo spettatore in un mondo altro non del tutto estraneo ma nemmeno troppo familiare. Appare difficile dare una definizione accurata senza scendere troppo nei dettagli tecnici, sono però le stesse opere a parlare e a trasmettere tutta la cultura ed il mondo di cui queste stampe sono idealmente impregnate.

Tornando alla mostra, il percorso espositivo è articolato in diverse sezioni. Il visitatore è subito accolto all’ingresso della mostra da diversi pannelli inerenti la storia del Giappone e la contestualizzazione del periodo Edo, attraverso la biografia ed altre notizie utili dei tre maestri. Si prosegue entrando nel vivo grazie alla prima sezione dedicata alle quattro stagioni e ai luoghi celebri che ospita le prime opere in mostra di Hokusai e Hiroshige, tra le quali la famosa “Veduta di Koganei” riportata nell’immagine sottostante.

 

Utagawa Hiroshige 1797-1858 - Veduta di Koganei 1840-1841 circa

 

La seconda sezione è invece dedicata alle vedute prospettiche, caratterizzate da azioni di vita quotidiana inserite in grandi palcoscenici prospettici. In queste opere i maestri Hokusai e Hiroshige riprendono e interpretano la teoria della prospettiva in una chiave inedita (a partire dal XVI Secolo in Giappone erano state importate dai mercanti Olandesi e Portoghesi alcune opere occidentali che hanno introdotto in Giappone l’inedita tecnica della prospettiva secondo i canoni europei). In questa sezione si possono ammirare delle bellissime stampe come l’esempio riportato di seguito.

 

Katsushika Hokusai 1760 - 1849 - Veduta dell’edificio principale del Toeizan 1788-1789 circa

 

Si entra nel vivo della mostra con un’ampia sezione dedicata al paesaggio naturale con una serie di stampe raffiguranti cascate e ponti. Questa parte della mostra è molto interessante sia perchè iniziano ad emergere chiaramente le differenze stilistiche tra le opere di Hokusai e quelle di Hiroshige che utilizza tonalità nettamente più accese, sia perchè la sezione è caratterizzata da una vivace esplosione di colori in toni di verde e blu. La concezione e la rappresentazione dell’acqua da parte di questi due maestri, e dell’ukiyo-e in generale, è nettamente diversa rispetto alla visione occidentale. Nelle opere dei maestri giapponesi l’elemento naturale è preponderante tanto da schiacciare l’elemento umano al quale è ritagliato una spazio marginale quasi sempre sullo sfondo. Da ogni singola stampa emerge la potenza dell’acqua come elemento fondamentale per la vita ma rappresentata con particolari regole prospettiche che ad un occhio occidentale possono apparire alterate e niente affatto naturalistiche.

 

A sinistra: Katsushika Hokusai 1760 - 1849 - La cascata di Amida in fondo alla via di Kiso 1832-1833

A destra: Utagawa Hiroshige 1797-1858 - Provincia di Shimotsuke. Monte Nikko, cascata di Urami 1853

 

Si entra nel cuore della mostra con un’ampia sala dedicata esclusivamente alle Trentasei Vedute del Monte Fuji di Hokusai, si possono infatti ammirare tutte le quarantasei stampe di questo ciclo pittorico. Al centro della sala svetta “La Grande Onda” circondata dalle altre quarantacinque opere. Ammirare dal vivo il capolavoro di Hokusai e le sue stampe più famose, grazie al prestito da parte del Honolulu Museum of Art, è un vero e proprio privilegio, oltre che un’emozione indescrivibile, offerto in tutta la sua maestosità allo spettatore. Sicuramente è la sezione più coinvolgente dell’intera mostra. Le opere esposte sono tutte di altissima qualità e si può ammirare inoltre l’utilizzo del blu di prussia, colore pregiato introdotto in epoca Edo in Giappone.

 

 

Katsushika Hokusai 1760 - 1849 - Schizzo della Baia di Tagonoura vicino a Ejiri sul Tokaido 1830-1832, stampa n. 29 delle Trentasei Vedute del Monte Fuji

 

La sezione successiva è dedicata alle 53 stazioni di posta del Tokaido, la strada che univa la sede imperiale di Kyoto alla capitale amministrativa, sede dello shogunato (famiglia Tokugawa) di Edo, l’odierna Tokyo. Questa strada correva lunga il mare sulla sponda orientale del Giappone e si snodava internamente tra le montagne. Le stazioni di posta erano famose per essere luoghi di ristoro e riposo dove era anche possibile trovare negozi per il rifornimento e luoghi di pernottamento dove riposarsi e rifocillarsi. Il maestro indiscusso della rappresentazione delle stazioni del Tokaido è indubbiamente Hiroshige, in questa sezione sono esposte anche le opere di Hokusai.

 

Utagawa Hiroshige 1797-1858 - Stazione n. 1 Nihonbashi. Corteo di Vessilliferi (al seguito di un Daimyo) 1833-1834 circa

 

 

Katsushika Hokusai 1760 - 1849 - Stazione n. 41 Okazaki. Illustrazione del ponte Yahagi, 1804

 

La successiva sezione è di nuovo dedicata interamente alle opere di Hokusai, ispirate però alla tradizione letteraria poetica cinese e giapponese. In questa parte della mostra si possono ammirare delle stampe caratterizzate dal forte richiamo onirico e della tradizione poetica. I soggetti raffigurati riportano spesso intere poesie e uno stile fortemente allegorico.

 

Katsushika Hokusai 1760 - 1849- Sangi Takamura, dalla serie Cento Poesie per Cento Poeti in Racconti Illustrati della Balia, 1835-1836 circa.

 

Le opere di Hokusai e Hiroshige tornano ad essere confrontate nella sezione Rivali di Natura, con stampe legate esclusivamente alle tematiche del “Kachoga” ovvero pittura di fiori e uccelli. La maestria dei due artisti emerge chiaramente dalla rappresentazione in toni prettamente naturalistici degli animali e piante raffigurate nelle stampe esposte.   

 

A sinistra: Katsushika Hokusai 1760 - 1849 - Gru sopra un pino innevato 1834  

A destra: Utagawa Hiroshige 1797-1858 - Gru, Pino e Sole Nascente 1852

 

La penultima sezione della mostra è invece dedicata a Utamaro, maestro della rappresentazione di beltà femminili e della sensualità. In questa sezione si possono ammirare le principali opere dell’artista caratterizzate dalla preponderanza dell’elemento femminile e della ritrattistica. La figura umana, e non più la natura, domina la scena delle opere d’arte esposte. I colori non sono accesi come quelle delle vedute ma più tenui e raffinati, esaltando l’eleganza e la raffinatezza della donna.

 

Kitagawa Utamaro 1753-1806 - La Ragazza Precoce 1802

 

L’ultima sezione ospita invece i Manga di Hokusai, 14 compendi del maestro destinati ai giovani allievi con l’obiettivo didattico di formarli e di insegnare loro a disegnare e dipingere. Manga significa letteralmente “schizzi parsi”, i soggetti raffigurati sono i più disparati: dagli utensili alle piante, dagli animali ai protagonisti del folklore nipponico passando per la figura umana in tutte le sue varianti e accezioni nella quotidianità. Il termine Manga verrà ripreso il secolo successivo per indicare i fumetti giapponesi nel loro tipico stile.

In conclusione, la mostra ospita più di 200 opere dei tre maestri tra cui moltissimi capolavori. La visita risulta molto piacevole e facilitata dal percorso suggerito dalle audioguide. Anche l’allestimento merita particolare attenzione, ricalcando la tradizione nipponica. Sicuramente la mostra merita di essere visitata e consigliata a tutti: dalle famiglie con bambini (che apprezzeranno lo stile a tratti fiabesco e i colori vivaci delle opere) agli esperti del settore.

Possiamo quindi rispondere alle domande poste in apertura di questo articolo, la mostra sicuramente sta già avendo un enorme successo di pubblico, come si può facilmente vedere dalle lunghe file per entrare. Sicuramente le opere esposte e l’allestimento soddisfano qualitativamente anche il pubblico più esigente. E’ una mostra che ha molto da offrire e trasmettere allo spettatore.

Inserito il:10/10/2016 15:01:59
Ultimo aggiornamento:10/10/2016 15:20:56
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