Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Melissa McKinnon (from Calgary, Alberta, Canada) - Field of Red

 

La guerra infuriava da 100 anni

(Raccontino fantastico)

di Achille De Tommaso

 

La guerra stava infuriando da cento anni; i colloqui di pace venivano fatti da più o meno lo stesso tempo. I giovani soldati si uccidevano a vicenda giorno dopo giorno; si erano uccisi a vicenda anno dopo anno. Ai ragazzi veniva detto fin dalla nascita che dovevano vivere per combattere; perché in tal modo, portavano onore a se stessi e alla Patria. Le madri facevano tanti figli, perché la maggior parte moriva prima dei vent’anni. I campi di battaglia erano ormai una macelleria umana; anche se questi ragazzi-soldato, negli occhi dei loro avversari, vedevano la stessa innocenza e umanità della loro. E si chiedevano da tempo perché dovevano uccidere questo nemico. Perché, in fondo, un tempo era stato loro amico, avevano le stesse facce; e la lingua era spesso la stessa; e quando non lo era, era molto simile. Tanto che, se li sentivi parlare da lontano, non riuscivi a distinguere se la lingua fosse quella del nemico

Nel frattempo, i negoziatori si incontravano per parlare di pace in un complesso tra le montagne, dove l'aria era fresca, l'acqua pura e i giardini crescevano rigogliosi. Discutevano i termini, generazione dopo generazione, consumando lauti pasti, senza mai avvicinarsi a una tregua. Nel corso degli anni, visto che le trattative si prolungavano, i governi avevano anche deciso di espandere il complesso, dando a ogni negoziatore una bella casa. E tutti erano stati d'accordo che ogni abitazione dovesse avere un buon grado di lusso. E che dovessero esserci camerieri, cuochi e maggiordomi che si prendessero cura di loro. Perché tutto questo era necessario affinchè si dedicassero ad una seria opera di ritrovamento della pace.

Ma adesso i cittadini ne hanno abbastanza della guerra; si sono stancati di vedere giovani uccisi a colpi di arma da fuoco e di guardare le madri piangere mentre seppelliscono i loro figli. I cittadini quindi sigillano il complesso e dicono ai negoziatori che non possono andarsene finché non viene raggiunto un accordo di pace.

Ma i ragazzi stanno ancora combattendo. Allora i cittadini vanno sui campi di battaglia; e alcuni progettisti di metaverso, che sono contro la guerra, si recano pure, assieme a loro, sul campo di battaglia macchiato di sangue, e programmano visualizzazioni, facendo crescere un garofano rosso ovunque sia stato versato del sangue. Di conseguenza, un fitto tappeto di fiori rossi sboccia sul campo, a testimonianza dei sacrifici delle ultime venti generazioni.

Quando i soldati vedono i fiori, rendendosi conto che è un’illusione con un significato, il dolore riempie i loro cuori. Abbassano la testa e si chiedono come sia stato possibile che abbiano potuto partecipare a una tale brutalità. I mitra diventano pesanti nelle loro mani, le loro impugnature si allentano, e le armi cadono a terra.

I cittadini dichiarano quindi che è ora di finirla: ci saranno tre giorni di lutto, durante i quali le mogli e le madri di entrambe le parti piangeranno insieme per i loro soldati perduti. E poi basta! I tre giorni di lutto saranno seguiti da un festival, pure di tre giorni, in cui entrambe le parti si uniranno per banchetti e giochi di svago. Durante questo periodo, i negoziatori continueranno ad elaborare un trattato di pace. Ma si decide che, se non saranno in grado di ottenerlo, non saranno i soldati a tornare sul campo di battaglia, ma i negoziatori. Se le loro parole non possono risolvere le differenze, lo risolveranno i negoziatori con il loro stesso sangue.

Il primo giorno di lutto, le madri si recano nei loro luoghi santi e pregano per tutte le anime perdute. Si riuniscono con le loro famiglie il secondo giorno, ricordando i loro cari. Ma il terzo giorno, le persone in lutto di entrambe le parti si riuniscono assieme e si addolorano per le perdite insensate che hanno subito. Vedono il dolore e l'amore per i caduti negli occhi dell'altro; e giurano di mettere da parte il loro odio e di perdonarsi a vicenda.

Il festival inizia con un banchetto. Un tavolo lungo un chilometro è pieno di cibo e bevande. Ogni parte siede su un lato del tavolo, ma sono abbastanza vicini da potersi allungare e stringere la mano al loro ex nemico. La guerra ha lasciato loro scarse risorse, però questa è una festa come nessuno aveva mai visto prima. Mangiano e bevono insieme e raccontano storie. Il secondo giorno del festival, si sfidano in partite amichevoli. Giocano duro ma si congratulano con i vincitori. E il terzo giorno, chi vuole salire sul palco delle vincite, parla delle nuove amicizie che si stanno formando. Si sono impegnati a mettere da parte tutte le lamentele passate e ad andare avanti con buona volontà verso tutti. Alcuni forniscono musica e si balla fino a notte fonda.

Nel frattempo, i negoziatori, ignari degli eventi in corso, non solo vengono confinati nel complesso e incaricati di elaborare un accordo di pace; ma si portano via da loro i letti di piume e si getta invece della paglia sul pavimento; e lì dovranno dormire. Vengono riempiti i bagni con il sangue dei soldati morti e il ricco cibo è sostituito con una razione giornaliera di pappa.

I negoziatori trovano comunque difficile rompere le abitudini di una intera vita vissuta in disaccordo. Ciascuna parte continua a chiedere le stesse condizioni che chiede da anni; e poi chiedono armi a tutto il mondo. Armi, armi, armi. Ma non dovevano trattare la pace? Esigono territorio l'uno dall'altro; Ma che se ne fanno? Ognuno ha già un sacco di terra per soddisfare i propri bisogni. Ognuno di loro chiede oro per riparazioni incolpando l’altro di aver iniziato la guerra, ma entrambe le parti sono in colpa per aver continuato la guerra, e nessuno può ricordare chi l'ha iniziata. Entrambi hanno insistito che l'altro ammettesse la colpa. Hanno discusso per così tanto tempo; e continuano a farlo. E non sanno come mettersi d'accordo.

In realtà, i negoziatori sono sicuri che, se accettassero le condizioni dell’altra parte, il loro governo li rimuoverebbe come negoziatori. Quindi, non volendo sacrificare il loro stile di vita, mantengono le loro parti in guerra. Anche se questo significa l'uccisione dei loro piccoli.

Dopo diversi ulteriori giorni senza progressi, viene detto loro che dovranno combattersi l’un l’altro; in un’arena. L'ultimo vivo stabilirà le condizioni di pace.

E entrambe le parti provano a protestare, dicendo che questo è ingiusto. Non sono soldati; non sanno maneggiare un’arma, e tutto il ricco cibo di cui hanno goduto ha reso i loro corpi inadatti al combattimento. Ma le loro richieste restano senza risposta. Vengono dati loro dei fucili e viene detto che all'alba la battaglia avrà inizio.

I negoziatori rimangono ignari che le parti hanno fatto la pace, senza lunghe discussioni, solo una stretta di mano e la promessa di amicizia. I negoziatori, in realtà, si sono dimostrati inutili.

I negoziatori quindi all’alba marciano verso l’arena. Le due parti occupano i sedili delle gradinate, non su lati diversi ma mescolati. Le risate riempiono l'arena mentre guardano i negoziatori che cercano di brandire le pesanti armi. Molti brandiscono mitra e bazooka, solo per cadere. Un paio di loro sono addirittura già senza fiato alla fine della passeggiata verso l'arena. Alla fine, dopo aver assistito a questo spettacolo per alcuni minuti, uno degli ex soldati si alza dalla gradinata, e grida. “Questi uomini non ci rappresentano più. Abbiamo fatto la pace alle nostre condizioni. E per quanto ci godiamo questa dimostrazione di incompetenza, non desideriamo vedere questi uomini morire. La guerra è finita e la punizione di questi uomini per aver vissuto nel lusso mentre morivano uomini buoni deve essere l’esilio. Devono dirigersi nel deserto con solo ciò che possono trasportare e non disturbarci mai più. Ora uniamoci ai nostri vicini in un'altra notte di allegria”.

 

Inserito il:22/11/2022 15:36:20
Ultimo aggiornamento:22/11/2022 15:40:14
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