Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, F, 1973) – Joie de vivre
La voglia di vivere
di Gianni Di Quattro
Per tanti anni, quando si è giovani od anche uomini maturi ma pieni di vigoria fisica e mentale non si capisce quale è il ruolo della voglia di vivere che spinge nella vita. Comunque lo si sottovaluta, spesso non ci si pensa neanche. Si pensa ad altre cose, si considera naturale aggredire la vita e si pensa che così è per tutti e forse si pensa anche che così sarà per tutta la vita stessa.
Poi si diventa anziani, si riflette di più naturalmente, la vigoria fisica ed intellettuale non è più la stessa e si sente, cambia il rapporto con la società, si modificano i valori degli interessi personali, si cercano nuovi approdi in mari meno solcati dai venti, si cerca più tranquillità. Ed allora si scopre la voglia di vivere, si capisce quanto è stata importante nella propria vita e, soprattutto, quanto è importante in questa fase della vita.
Ed è una scoperta, una grande scoperta. La voglia di vivere vuol dire amare la vita a prescindere, cioè indipendentemente dallo stato sociale, dal tenore di vita che è consentito. In altri termini dal patrimonio culturale, da quello economico e da quello sociale nel senso di appartenenze o discendenze familiari.
La voglia di vivere di cui si prende coscienza in particolare, salvo ovviamente casi fuori dalla media, nella terza età, nella età della tranquillità come direbbero i cinesi, porta o dovrebbe portare ad una maggiore dolcezza, ad una maggiore disponibilità che può arrivare a rivedere posizioni sostenute, ad ammettere errori, a riconoscere opportunità mancate sempre tuttavia con il distacco di chi guarda fuori dalla competizione della vita, fuori dalla lotta per arrivare, per vincere.
In altri termini, è bello che la terza età abbia questo privilegio, quello di capire di più la vita, di amarla di più e non solo perché si accorcia la strada da fare per la sua conclusione, di percepire i piccoli piaceri che la vita ti ha offerto ma cui non si è fatto magari molto caso. Una storia, un cibo, un amico, un amore, uno spettacolo, una fantasia.
Certamente ci sono anche quelli che arrivano alla terza età con il bagaglio dei loro pregiudizi, delle loro convinzioni, della loro indisponibilità a discutere o meglio a ridiscutere tutto, a rivedere il proprio percorso o a farlo solo per raccogliere applausi e non per ripensare a se stessi, a sottovalutare e non capire il contesto che si è riusciti a creare, agli affetti che si sono conquistati e magari radicati. Ecco, queste persone sono in difficoltà, lasceranno la vita dolorosamente, coltiveranno la sofferenza di non essere più protagonisti, non conosceranno mai più ormai la dolcezza dei sentimenti, il piacere della umanità.
La voglia di vivere è dunque un privilegio, bisogna cercarla, la si può trovare in tante cose, rappresenta insieme agli affetti che ci sono vicini, il compagno intellettuale e sentimentale migliore per accompagnarci in questo ultimo tratto di strada, per capire tutta la strada che abbiamo fatto, per renderci felici della vita e per continuare a volerle bene a prescindere. Quando la si incontra nel proprio cuore, si sente l’umanità e la felicità di essere stati, di essere. Una delle più belle sensazioni della vita.