Persephone and Minthe - An enigmatic unattributed image from Deviantart
Un caffè alla… menta!
di Giorgio Cortese & Cesare Verlucca
Cari amici,
Non vorremmo sentirci dire che i testi che illustrano i dolci, sui quali vi abbiamo recentemente intrattenuti, fossero bastevolmente sufficienti, e che fosse per contro opportuno constatare come ce la saremmo cavata con discorsi amari. La richiesta ricevuta, incredibile dictu, ci è stata fatta a voce da una cara amica che segue nelfuturo.com i nostri brani, divertendosi pure, (bontà sua) e provvedendo nel contempo a trasmettere i suoi testi, che hanno sicuramente meritato successo.
Detto a fior di voce, non potevamo attenderci una richiesta più ad hoc, e provvediamo perciò seduta stante (ma lo faremmo anche stando in piedi, per dirla con le risposte sciocche del nostro lontano periodo scolastico), per cui vi offriamo volentieri il caffè alla… menta. Non lo conoscevamo, ma un amico ci ha assicurato cheesistesse, per cui bastava rivolgersi a qualcuno che ne sapesse più di noi; e all’insegna della “cosa fatta, capo ha” saremmo indubbiamene arrivati a destino
Seguendo i saggi consigli siamo giunti a Padova, dove abbiamo acclarato come il caffè alla menta sia una gloria locale, universalmente conosciuto come caffè del Pedrocchi, o Pedrocchino, e dove pare sia stato creato da un Maestro Caffettiere con il desiderio di realizzare un perfetto equilibrio tra caffè, menta, panna e cacao amaro.
Questi, infatti, sono gli ingredienti, e il risultato finale è una bontà assoluta per il palato, dove la menta dolce e fredda si mescola con armonia all’espresso amaro e caldo.
Ci siamo anche fatti dare la ricetta, all’insegna dell’assamai, e abbiamo provato a preparare un perfetto Pedrocchino, sperando di farcela, ma onestamente non possiamo pretendere di avercela fatta alla perfezione.
Provate voi, e comunicateci cortesemente il vostro risultato: se tutto è andato bene, vi invieremo volentieri un vivace applauso telematico.
Voilà il procedimento.
Versate 20 ml di latte intero freddo in una ciotola capiente. Aggiungete 70 ml di panna liquida e 30 ml di sciroppo di menta. Montate il tutocon le fruste elettriche fino a ottenere una crema soffice. Preparate un espresso in tazza da cappuccino, preferibilmente utilizzando una miscela di caffè di specie Arabica; aggiungete 60 ml di crema di latte alla menta e spolverate delicatamente con cacao amaro.
Beh, noi non siamo arrivati a tanto, ma già assumere un caffè dove al posto dello zucchero si mette un goccio di estratto di menta, è una vera libidine per le papille gustative, specialmente per chi s’appresta ad assumere sostanze dolci, ispecie se in genere beve il caffè amaro.
Chi ci conosce, sa che la nostra intenzione è risalire all’origine degli argomenti di cui stiamo parlando; per cui, chiacchierando davanti a un caffè alla menta il discorso è caduto sulla pianta aromatica che è alla sua base. Il nome latino è mentha, e questo ci rimanda a un antico mito greco, narrato da Ovidio nelle metamorfosi. Secondo questo mito, una ninfa d’acqua di nome Mentha, creatura di bellezza straordinaria, figlia del dio dei fiumi Cocito, uno dei cinque fiumi degli Inferi, aveva una relazione con Ade (Plutone in latino), la cui moglie, Persefone, travolta dalla gelosia, avesse usato i suoi poteri per trasformarla in una pianta insignificante e a bassa crescita, sottoposta al calpestio dei passanti.
Ade nulla poté fare per annullare questa trasformazione, ma conferì alla pianta una straordinaria fragranza in modo che, quando veniva calpestata, la sua vera bellezza potesse manifestarsi sotto forma di aroma.
Nell’antica Grecia la menta veniva usata nei rituali funebri insieme al rosmarino e ad altre erbe aromatiche. Quest’uso della menta nei funerali e l’associazione con la morte e l’aldilà, avevano probabilmente ragioni pratiche, correlate al fatto che l’intenso aroma della pianta poteva coprire gli odori del corpo dei defunti. Gli antichi romani utilizzarono le proprietà detergenti e rinfrescanti della menta, che aggiungevano comunemente ai loro bagni, oltre che per lavarsi i denti, e aprendo la strada a un impiego ancora attuale. Gli antichi Greci e Romani l’apprezzavano quale stimolante dei piaceri amorosi. Le spose, per essere gradite agli sposi, ne intrecciavano i fusti fioriti ed odorosi nelle corone nuziali.
Gli assiro-babilonesi la impiegavano contro l’atonia gastrica, mentre gli egizi la usavano per trattare i problemi digestivi, ma anche nelle operazioni di imbalsamazione e mummificazione. Anche gli antichi rituali ebraici prevedevano di spargere foglie di menta sul pavimento della sinagoga, così che mentre le persone calpestavano le foglie, venisse rilasciata la fragranza della pianta.
Dioscoride, Plinio e Galeno le attribuirono proprietà stimolanti dello stomaco, mentre Ippocrate la considerava una pianta anafrodisiaca.
Diversi testi riportano credenze secondo le quali i Latini vietavano il consumo di menta ai soldati perché, se resi schiavi del suo potere afrodisiaco, avrebbero preferito impegnarsi nelle battaglie amorose anziché in quelle con il nemico.
A conferma delle virtù stimolanti della pianta, presso alcuni popoli del Mediterraneo era tradizione, la prima notte di nozze, di cospargere moltissime foglie di menta sul pavimento della camera da letto.
L’opinione che la pianta possedesse qualità corroboranti rimase tale fino al XVII secolo, poi nell’Ottocento si affermò il convincimento che questa erbacea avesse solo la virtù di stimolare l’apparato digerente.
Attualmente si riconosce alla menta un’azione corroborante dello stomaco e del sistema nervoso centrale, se ne consiglia l’uso per curare l'alito cattivo e le infiammazioni delle mucose. In erboristeria questo prodotto naturale trova grande considerazione per porzioni rigeneranti e bagni tonificanti.
Parlando dell’uso della menta in cucina, si può ricordare che Apicio, il famoso cuoco dell’antica Roma, l’apprezzasse per insaporire piatti rustici e campagnoli.
Attualmente le sue foglie si utilizzano abbondantemente nelle regioni centro meridionali per aromatizzare paste, semifreddi, frutta e verdure stufate, in particolare, melanzane e zucchine.
Nel Medioevo la menta veniva comunemente utilizzata come rimedio popolare per problemi gastrici, mal di testa e altri disturbi. In Cina applicavano l’olio essenziale di menta con un pennellino per calmare prontamente i dolori nevralgici della faccia.
Esistono numerose varietà di menta selvatiche e da giardino, tra quelle più usate in gastronomia spicca la menta piperita, nata in Inghilterra dalla peppermint, ibrido naturale nato attorno al Seicento, dal sapore molto forte adatto nelle preparazioni dolci e nelle bevande.
Ciò tutto acclarato, inteso e convenuto, a noi non rimane che augurarvi di trovare, lungo il sentiero che state percorrendo, la quantità di menta necessaria per condurvi sereni verso il sol dell’avvenir. E scusate se è poco.