Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Anastasija Kraineva (Kemerovo, Russia, 1972 – now Kiev, Ucraina) - Lady Winter

 

Voglia di felicità

di Marialuisa Bordoli Tittarelli

(seguito)

 

La signora Persi si esercitava con un sorriso davanti allo specchio.

Non era per una recita o per scoprire quale espressione le donasse di più, ma per invogliare il suo cervello alla felicità.

I tempi erano pesanti, incerti, destabilizzanti, demoralizzanti e così via.

Solitudine, distanza, volti nascosti.

Paura di toccare e di essere toccati.

Inizialmente la solitudine era quasi piacevole.

Non si era mai annoiata da sola e poi abitava con migliaia di persone che vivevano sulle pareti di casa sua da sempre, in tutti quei libri meravigliosi allineati sugli scaffali di ogni stanza.

Trovava il silenzio musica.

Se l’era cavata bene anche quando Gregory aveva deciso di rientrare in Inghilterra, “per riflettere e mettere ordine” aveva detto, e lei era rimasta sola per mesi nella piccola casa di montagna della zia Pippa.

Poi Gregory era tornato, il virus sembrava meno spaventoso, forse in letargo e in via di estinzione.

Una prorompente voglia di vivere e ricominciare, cambiare, non sprecare neppure un minuto “di quel che restava del giorno” li aveva scoperti più grandi, più saggi, più liberi, più “intelligenti”.

Avevano imparato ad ascoltare con attenzione i loro desideri più profondi e avevano così scoperto che non bisognava perdere tempo, ma al contrario, occorreva affrettarsi ad assaporare in profondità ogni giornata.

Era stato magnifico.

Avevano cambiato casa, città, abitudini.

Senza fare programmi: non era stato necessario, la comunicazione tra di loro scorreva limpida, naturale come acqua di un torrente.

La nuova casa regalava ogni giorno paesaggi straordinari e si ritrovavano spesso seduti vicini in silenzio a guardare la perfezione assoluta della bellezza fuori dalla finestra.

Anche quando era arrivato il dolore, parenti e amici carissimi erano morti, era stato diverso dal periodo precedente il virus.

Poiché diverso era il modo di concepire la vita.

Come quello di concepire la morte.

La vecchia signora non era più qualcosa da ignorare, cancellare, fare finta che non esistesse o addirittura esorcizzare divorando romanzi gialli o guardando serial polizieschi dove la morte era come un quiz, un indovinello, un ingrediente per esercitare le famose celluline grigie.

La morte era parte integrante della vita, con esigenze precise, spazi ed emozioni.

Se ne poteva parlare, addomesticandola un poco, comprendendola, accettandola e ridimensionandola.

Gregory si avvicinava ad uno di quei compleanni con lo zero in fondo, uno di quelli che mettono un filo d’ansia e un groppo in gola.

La parola vecchiaia era un’altra di quelle che prima si pronunciavano raramente e solo per prendersi in giro.

Un tempo lontano che sarebbe arrivato, ma chissà quando, proprio come la morte, ma c’era tempo e loro si sentivano ancora così giovani!

Invece occorreva affrontare anche la vecchiaia con occhio chiaro, fermo, diretto, sereno, consapevole e, possibilmente, allegro.

Quando avevano realizzato che il virus non se ne sarebbe andato così in fretta come avevano sperato, che la vita non sarebbe tornata “come prima” automaticamente, avevano deciso di scoprire al più presto adattamenti positivi.

Dopo la mole di informazioni disinformanti dei primi tempi, accolte con fiducia e rispetto, era subentrato il tempo della diffidenza nata dalla sconcertante scoperta delle contraddizioni, bugie, incompletezze, superficialità, e perfino stupidità che venivano offerte quotidianamente con impressionante abbondanza.

Ora evitavano accuratamente di “essere informati” sulla vita del virus e dintorni con buona pace della loro salute fisica e mentale.

La nuova situazione da temporanea era diventata stazionaria e lo stato di allerta era diventato attenzione e cautela quotidiana, le nuove regole abitudine, la mascherina parte integrante, come gli occhiali e la distanza di sicurezza una posizione automatica.

Le mani non si tendevano più con slancio e certamente gli abbracci erano ora un gesto dimenticato.

Si muoveva molto di più il capo mentre gli occhi si incaricavano di esprimere o sottolineare le espressioni che un tempo erano delle labbra.

Si viveva molto di più in casa, diventata un rifugio obbligato.

Nel loro caso, privilegiato, il cambiamento di abitazione era stato provvidenziale.

Si erano ritrovati, al sopraggiungere della stagione fredda, a godere avidamente dei cambiamenti della natura che li circondava, del variare della luce ad ogni ora del giorno, della magia del silenzio e il ritiro forzato, come del resto la solitudine imposta, era stato sfruttato come momento di riflessione e riposo.

Gli amici non si potevano incontrare fisicamente, ma ci si organizzava in videochiamate raccolte da un salotto ad un altro, imparando gradualmente a perfezionare questi incontri che, superato l’iniziale imbarazzo per la sensazione artificiale del contatto, diventavano sereni e piacevoli, sempre che la connessione non si interrompesse bruscamente o troppo spesso.

Così la vita aveva piano piano ritrovato la strada maestra e ogni cosa poteva essere ricollocata in una posizione normale se non migliore.

Il Natale del 2020 era sicuramente diverso da tutti quelli che lo avevano preceduto, tuttavia non per questo doveva essere peggiore.

Di veramente nuovo c’era il sentimento di apertura verso la situazione “degli altri” ai quali, proprio perché non erano presenti fisicamente, si pensava con maggiore curiosità, interesse, attenzione.

L’assenza generava il desiderio della presenza e smuoveva tenerezze, nostalgie e tolleranze un tempo impensabili.

Un Natale più intimo, spirituale e sottotono, caratteristiche molto adatte al reale significato di una festa da sempre legata ai buoni sentimenti per gli uomini di buona volontà.

La voglia di vivere e di essere felici era più che mai presente con profondità e nuovi progetti.

 

 

Inserito il:24/12/2020 20:32:45
Ultimo aggiornamento:24/12/2020 21:00:32
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