Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Sandro Botticelli (Firenze, 1445 - 1510) - Natività mistica (1501)

 

Natale per gli ebrei e i cristiani

di Vincenzo Rampolla

 

 

Le fonti che consentono di risalire ai primi pellegrinaggi della cristianità a Gerusalemme risalgono a Eusebio e Epifanio di Cipro, tra gli inizi e la metà del III secolo d.C.

Dopo la distruzione del secondo Tempio, nel 70 d.C. chi arrivava a Gerusalemme poteva difficilmente credere che la città fosse mai stata abitata. Rasa al suolo dagli imperatori Vespasiano e Tito, i successivi Domiziano e Traiano l’avevano trasformata nel tempo in base militare dell’esercito romano.

Nella città ridotta a un cumulo di macerie e rovine, lentamente hanno ricominciato a tornare gli ebrei e quando l’imperatore Adriano si è insediato nel 130 d.C, ha deciso di offrire in dono alla popolazione della Giudea una moderna Aelia Capitolina, metropoli pagana immersa negli insediamenti esistenti.

Sul Calvario un tempio alla dea Afrodite e sul colle occidentale un tempio a Giove.

Verso la metà del III secolo altri ebrei si installano sul monte degli Ulivi e a piedi nudi, secondo il rito, contemplano da lontano e piangono il Tempio distrutto.

Numerosi pellegrini si spostano a Gerusalemme e adorano la grotta di Betlemme, con la mangiatoia ancora conservata e visitano la grotta sul Monte degli Ulivi dove Gesù era risorto e apparso a Giovanni e dove aveva anticipato ai discepoli la distruzione di Gerusalemme.

Il Getsemani e il Giordano diventano mete di preghiere di ebrei richiamati dal vescovo Eusebio che nel 313 d.C. acclama l’imperatore Costantino che dichiara il cristianesimo una delle religioni ufficiali dell’impero. Gerusalemme rinasce e il tempio di Afrodite viene demolito con il livellamento della spianata sottostante.

Dopo due anni di lavori vengono alla luce il sepolcro di Cristo, la roccia del Calvario e parti della croce. Per volontà dell’ imperatrice Elena, madre di Costantino e della suocera Eutropia innalzano la Basilica del Santo Sepolcro e altre due chiese per consacrare le grotte di Betlemme e del Monte degli Ulivi.

 

Gerusalemme e la Giudea sono meta di insediamenti di due flussi di ebrei: gli ebrei cristiani che venerano i luoghi di Gerusalemme associati alla figura di Gesù, in particolare il Calvario e il vicino Sepolcro e gli ebrei fedeli alla Torah rimasti sul Monte Sion per venerare la tomba di Abramo, situata secondo la tradizione sul monte Moria, scelto da Salomone per costruirvi il primo Tempio.

Il Mashiach (Messia) per questi ebrei, sarebbe stato colui che avrebbe instaurato il Regno di Dio il Malkhùth Shaddài, che avrebbe liberato il Popolo Ebraico e avrebbe introdotto una nuova era di pace e di felicità fra tutti gli uomini.

Secondo le Scritture, con la sua venuta sarebbero cessate le sofferenze, le distruzioni e tutte le guerre: Farà sparire i carri da Efraim e i cavalli da Gerusalemme, l'arco di guerra sarà spezzato, annunzierà la pace alle genti, il suo dominio sarà da mare a mare e dal fiume ai confini della terra. Il malvagio sarebbe stato punito e il giusto premiato.

Il Popolo di Israele, per secoli rimasto in esilio, sparsi in tutto il mondo a partire dai tempi dell’occupazione da parte dei babilonesi, sarebbe finalmente tornato nella Terra dei Padri: Il Signore radunerà gli esuli di Israele e raccoglierà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra. E tutti i popoli avrebbero riconosciuto per sempre la sovranità di Israele. Il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo.

 

Quale sarebbe stato il profilo del Messia?

In pratica le attese nel mondo ebraico erano molteplici e molto diverse fra loro: Alcuni sostenevano che per essere ligi alle regole bisognasse credere ad una singola figura divina. Altri credevano che Dio avesse un delegato divino, un emissario, forse addirittura un figlio, che si levava sopra gli angeli e fungeva da intermediario tra Dio ed il mondo in chiave di creazione, rivelazione e redenzione. Altri ancora credevano che la redenzione sarebbe stata portata a termine da un essere umano del casato di Davide, che ad un determinato momento avrebbe preso lo scettro e la spada, avrebbe sconfitto i nemici di Israele e lo avrebbe riportato alla sua antica gloria. Altri infine pensavano che le due figure, quella umana e quella divina fossero la stessa cosa, che dunque il Messia di Davide sarebbe stato anche il Redentore.

 

Situazione complessa e poco chiara. Quale corrente di pensiero avrebbe prevalso? Quale indirizzo spirituale avrebbe raccolto maggiori consensi? Quali accordi tra la Chiesa e l’Imperatore avrebbero segnato l’affermarsi del cristianesimo o dell’ebraismo o di altre confessioni?

Gli scritti dei Padri della Chiesa hanno iniziato a diffondere la dottrina che emerge dalla Bibbia, dai Vangeli, dagli scritti degli Apostoli, dai pronunciamenti della Chiesa e dalle decisioni dei primi concili.

Essi danno vita agli insegnamenti da trasmettere alle generazioni di cristiani successive. Solo però attraverso lo studio dell’opera di Gesù si può cogliere il momento della svolta nella chiarezza tra le posizioni degli ebrei cristiani e quelle degli ebrei legati alla tradizione di Abramo. Il risultato è stato imprevisto.

 

Da buon Rabbino Gesù conosceva Isaia, il massimo Profeta dell’ebraismo.

Nove secoli prima, Isaia aveva profetizzato: Si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. E’stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca. Era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. Fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte. Ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. Il Figlio dell'Uomo deve essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno.

Non basta. Anche Daniele era conosciuto da Gesù e aveva fatto la stessa profezia: Un Unto (un Messia) sarà soppresso, tutti saranno contro di lui. La figura di un Messia che avrebbe dovuto soffrire e morire per redimere il Popolo di Israele, era già ben nota a Gesù e agli ebrei, molto prima della sua venuta.

La visione di Gesù emersa dai testi della Torah, quella che solo la sua morte cruenta sarebbe stata la chiave di lettura dell’arrivo della nuova era, non fa che accrescere la confusione. Come si può raggiungere un’epoca di pace e di giustizia sociale, senza sopprimere prima lo spettro della dominazione romana? Come sarebbe possibile, senza una guida vincente e con un condannato a morte con ignominia?

 

Ai discepoli per primi non era chiaro il concetto di Messia spiegato dal Maestro. Furono molto rattristati, dicono i Vangeli. Gesù da un lato affermava: Il mio regno non è di questo mondo, facendo presagire la sua natura regale e divina e quando vollero nominarlo Re : Sapendo Gesù che stavano per venire a prenderlo per farlo Re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

Morto Gesù, per i discepoli di Emmaus, il loro sogno svanisce in modo traumatico e inaccettabile (Luca 24, 13-35): Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele.

Nelle parole pronunciate dai suoi più diretti seguaci c’è la ragione prima per la quale gli ebrei non riconobbero e non riconoscono la figura di Gesù del Natale cristiano quale Messia, e tutt’ora sono in attesa dell’Era Messianica di pace, giustizia e prosperità.

 

Pare dunque essere un dato meramente storico, che non chiede dimostrazioni, il fatto che l’insieme degli ebrei non abbia accettato Gesù come il Messia. Lo è altrettanto il fatto che invece gli altri popoli pagani, esclusi dall'antica Alleanza, lo hanno accettato divenendo cristiani.

Cos’è cambiato in duemila anni? Nulla. Ognuno sulle sue posizioni.

Cristiani e ebrei con un ostinato rifiuto rimasto intatto nei secoli e con la parvenza di essere addirittura giustificato da molti cristiani, che coinvolti da false dottrine credono che se anche Gesù fosse il Messia, gli ebrei otterrebbero già la salvezza seguendo la Torah.

 

È vero che Giovanni Paolo II, davanti alla comunità ebraica di Magonza, in Germania, il 17 novembre 1980, ha affermato che l'Antica Alleanza non è mai stata revocata, ma è anche vero che negli Atti degli Apostoli si legge: In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome (che quello di Gesù) dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4, 12).

E allora, che resta da fare alla Chiesa? Pregare per la conversione degli ebrei.

Cristo stesso ha affermato di essere venuto proprio per le pecorelle smarrite di Israele (Mt 15, 26) e ha comandato agli Apostoli di annunciare il Vangelo ad ogni creatura, quindi anche agli ebrei (Mc 16, 15). Per questo la Chiesa ha pregato per secoli (fino alla riforma liturgica del 1969) con la Preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo - estratta dal Messale Romano - per la conversione degli ebrei.

 

Si osserva che la preghiera per gli ebrei è antichissima (risalente al III-IV secolo e attestata nell'VIII secolo). Il termine perfidia, ha l'originario significato di infedele, incredulo, miscredente (per-fidem) e Papa Pio XII aveva esplicitamente chiarito tale significato, rifiutando di levarlo dal testo perché non offensivo:

 

Omnipotens sempiterne Deus, qui etiam judaicam perfidiam a tua misericordia non repellis: exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcæcatione deferimus; ut, agnita veritatis tuæ luce, quæ Christus est, a suis tenebris eruantur. Per eumdem Christum Dominum Nostrum. Amen

Dio onnipotente ed eterno, che non allontani dalla tua misericordia neppure l'incredulità degli ebrei, esaudisci le nostre preghiere, che ti presentiamo per l'accecamento di quel popolo, affinché riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, siano liberati dalle loro tenebre. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

(consultazione:il vangelo cei; bibbia di gerusalemme; messale romano; il vangelo ebraico - d.boyarin; gesù e l’attesa del messia – r.petroni; why jews don’t believe in jesus – s.simmons; discours de j.paul II)

 

 

Inserito il:23/12/2019 16:09:32
Ultimo aggiornamento:23/12/2019 16:27:33
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