Aggiornato al 26/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire
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Luigi Russolo - (1885 – 1947) - Profumo – Olio su tela - 1910
(Immagine scelta dall'Autore)

 

L’assenza.
 

 

L’assenza di una persona non porta alla sua perdita poiché di quest’ultima ne rimangono i ricordi, le idee, i discorsi, i giochi ma soprattutto i momenti più brutti passati assieme.

L’assenza di una persona non è altro che un’assenza materiale, una persona assente può essere lontana ma ancora rintracciabile, una persona assente può essere una persona che non c’è, pur rimanendo accanto a te, può essere, però, anche una persona ormai morta.

La parola ”assenza “ può avere molti significati e qualsiasi risposta si modellerebbe su una propria visione di un’assenza magari provata realmente.

Una persona rimane viva nei ricordi, nelle parole … si lascia sempre una traccia di quel che si è stati, la si può lasciare ai parenti, agli amici o nella storia.

Una persona può non esistere più materialmente e non c’è bisogno di credere in una qualche religione per sapere che vive ancora nei ricordi di chi l’ha amata.

La morte può essere intesa come un’assenza materiale, c’è chi crede nella vita dopo la morte, chi in un paradiso e in un inferno, chi nella resurrezione, chi nella reincarnazione e chi nella cessazione delle attività cerebrali ma sta di fatto che nessuno scompare se è esistito.

(Cit. “Cloud Atlas” “… da grembo a tomba siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro …”)

Un futuro che è in continuo mutamento ma che esiste e non è un’aberrazione ed è questo futuro che, passo dopo passo, genera ricordi o evoca memorie passate, ed è così che non si dimentica, che si vive nell’eternità di un istante, nel tempo di un pensiero e di un ricordo.

Qualsiasi persona assente può presentarsi sotto forma di pensiero, ricordo, azione, apparizione, visione ma soprattutto sotto forma di ciò che è stata per la persona che la ricorda.

Si possono perdere i ricordi e la memoria ma resterà sempre un senso di déjà vu, come una realtà dimenticata eppure ancora esistente nella vita quotidiana.

L’assenza non necessariamente deve essere un tormento o una tristezza, può essere motivo di felicità, di lotta per una sopravvivenza dignitosa.

Nessuno può dimenticare ciò che non vuole dimenticare e se volesse dimenticare, stenderebbe solo un velo su un ricordo che continuerà ad esistere nei meandri della propria mente.

L’assenza, quindi, è solo un’altra forma di presenza.

Dedicato alle mie amiche Anita, Sara, Silvia perché quell’assenza sarà eterna presenza.

Inserito il:06/03/2016 15:09:02
Ultimo aggiornamento:25/03/2016 18:07:14
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