The little blind owl, painting by Australian Wildlife Artist Sheridon Rayment
Ex Libris – La civetta cieca.
Finora avevo fatto riferimento a libri che possono più o meno essere definiti come “classici”, per quanto tale definizione possa essere labile, arbitraria, discutibile.
In sostanza, si è trattato di titoli che molti potrebbero avere letto, o quantomeno ne hanno sentito parlare, e l’autore non è proprio uno sconosciuto.
Questa volta forse non è così.
Sadeq Hedyat, scrittore persiano vissuto nella prima metà del novecento, non è particolarmente famoso.
Probabilmente io stesso non avrei mai saputo della sua esistenza se qualcuno non mi avesse proposto la lettura del suo La civetta cieca. E oltre a coloro che me lo avevano “presentato”, finora ho incontrato solo un paio di persone che lo conoscessero.
La civetta cieca poi è un romanzo un po’ sui generis, difficilmente descrivibile e classificabile; non ha nemmeno una vera e propria trama che si possa sintetizzare. Inoltre, il libro in sé non mi aveva entusiasmato alla lettura. – E allora, perché ce lo proponi? –
Ciò che invece mi aveva letteralmente folgorato era stato l’adattamento drammaturgico fatto da coloro ai quali, guarda caso, ho anche dedicato la poesia che segue.
Poesia che quindi, a voler fare i pignoli, non ha una genesi propriamente letteraria, ma piuttosto teatrale. Nel senso che è il frutto del lavoro sul personaggio (metodo Stanislavskij) effettuato all’epoca gloriosa (?!) in cui la compagnia Axolotl aveva messo in scena uno spettacolo chiamato Labirinto. Spiacente dover deludere chi non ha avuto la fortuna di assistervi allora: difficilmente ci saranno nuove repliche…
Mi accorgo di non avere spiegato quasi niente. Ma forse è più giusto così, le poesie non si spiegano. Con buona pace di chi, come mia madre, mi chiede spesso di chiarire ciò che non ha capito. Le poesie arrivano, si scrivono, si leggono, si dimenticano, piacciono o non piacciono, comunicano qualcosa o assolutamente nulla. Tutto qui.
A SADEQ HEDAYAT
(e per GD e AF, naturalmente)
Poi prese un lungo coltello di rame
e lo affondò lentamente nel pane:
come sgorgarono il sangue ed il miele
piangendo disse: non è come sembra
di questi occhi io sono innocente
rise dicendo: oggi sono più vecchio
e l’assassino sarà la mia ombra