Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

 John Yardley (Beverley, Yorkshire, 1933) At Glyndebourne

 

Tutto era ancora proprio come una volta

di Simonetta Greganti Law

 

Finalmente il grande giorno si stava avvicinando.

Era da tempo che Mrs. White, prendendo spunto dai romanzi classici della letteratura inglese, aveva deciso di organizzare un picnic in grande stile. 

Era stato proprio il libro letto recentemente: “A room with a view” di Forster che le aveva suggerito l’idea di approfittare della bella stagione per organizzare una colazione molto chic in una splendida cornice verdeggiante, talmente suggestiva che avrebbe fatto dimenticare a tutti, almeno per un po’, il ritmo sfrenato della vita quotidiana.

La proposta di trascorrere una giornata nella countryside inglese era sembrata subito eccellente sia ai Lewis sia ai Vincent e così, confidando nel tepore che ci si aspettava nel mese di maggio, Louise aveva acquistato, già da tempo, i biglietti per il festival d’opera lirica più stravagante e raffinato dell’Inghilterra, quello a Glyndebourne che proponeva, durante il lungo intervallo di un’ora e mezza dello spettacolo, di poter cenare tranquillamente seduti sull’erba. 

Non potendo scegliere la campagna toscana di Fiesole, come avevano fatto i personaggi di Foster, aveva optato per uno scenario assolutamente British, aristocratico ed eccentrico, dove ci si poteva beare di un paesaggio bucolico e pastorale con tanto di greggi che pascolavano tranquillamente sui prati, ma si potevano trovare anche maggiordomi intenti a servire uomini in smoking e signore in abito lungo per tutta la durata del loro cerimonioso picnic.  

Questo luogo, come è risaputo, sembra appartenere ad altra epoca, eppure puntualmente nella bella stagione, permette a chi voglia vivere momenti magici, di fare una colazione sull’erba e di assistere a un festival decisamente irrinunciabile.

Louise aveva pertanto prenotato 6 biglietti proprio per la giornata dell’apertura della stagione lirica e quindi i suoi amici e lei avrebbero fatto parte dell’estroso pubblico assistendo alla prima rappresentazione del 2017.

Era estremamente eccitata, aveva sicuramente scelto un luogo memorabile e la compagnia prescelta non era certo da meno.

Mr. Colin Vincent aveva infatti sposato Margaret, la sua amatissima compagna di scuola, ora divenuta Mrs. Vincent.  Un matrimonio felice…ma non per Louise dato che i due si erano poi trasferiti per lavoro a New York e lei aveva così perso la sua migliore amica. 

Ora però erano rimpatriati e Mrs. White era ritornata ad essere nuovamente la persona più felice del mondo. 

La loro amicizia, nonostante gli anni e le distanze che le avevano separate era ancora come ai vecchi tempi.

Il loro legame era inscindibile, decisamente raro da trovare.  Le due ragazze erano cresciute insieme e avevano percorso una lunga fase della loro esistenza sempre sostenendosi a vicenda.  Erano un po’ come due sorelle e avevano costantemente condiviso valori, passioni, idee e progetti.

Per Louise era una vittoria sapere che la sua cara amica era ritornata in Inghilterra perché avrebbero ricominciato ad intrecciare nuovamente i fili della vita di un tempo.

Mentre pensava a questo le venne in mente il loro primo incontro. 

Come spesso succede nelle grandi amicizie la loro solidarietà era nata da un’antipatia sicuramente immotivata, scattata alla prima occhiata senza che neppure le due bambine avessero scambiato una parola. 

Ricordava perfettamente come non sopportasse la precisione di quella bimbetta soprattutto nell’ora di disegno quando questa riusciva a fare delle righe drittissime a mano libera senza neppure usare la squadra.

E’ per questo che quando la vedeva intenta a disegnare urtava di proposito il suo banco per farla sbagliare e poi fingeva di non averlo fatto apposta.

Margaret però, invece di arrabbiarsi, aveva sempre mantenuto un atteggiamento positivo e, come risposta, le rivolgeva un bel sorriso amichevole.

Louise comprese presto che quello era un messaggio di stima e di apprezzamento e imparò così a rispettarla fino al punto da rendersi conto che quella sarebbe diventata la sua migliore amica perché era riuscita a farle capire il suo errore e a tirare fuori il meglio di lei. 

Ben presto infatti cominciò a ricambiare quelle gentilezze e poi le due ragazze iniziarono a volersi veramente bene.

Mentre ripensava a questo sorrise deliziata ma poi si risvegliò bruscamente dal passato decidendo di iniziare ad organizzare il classico “humper”, ovvero il cesto di vimini intrecciato che avrebbe portato al suo picnic. 

Stabilì che avrebbe rispettato la tradizione inglese che imponeva di legare alle cinghie in cuoio della valigetta piatti in porcellana, bicchieri di cristallo e posate in argento. 

Aveva anche comperato una tovaglia di lino e dei cuscini in seta sui quali si sarebbero seduti per stare più comodi. 

Gli uomini avrebbero indossato lo smoking e le signore un abito molto elegante dato che a Glyndebourne tutti avrebbero fatto la stessa cosa sebbene non ci fossero regole che imponessero questa scelta nel vestiario. 

Tutto avrebbe dovuto essere perfetto: una vera festa di “welcome back” per i cari Vincent.

Anche i Lewis erano entusiasti di rivedere questi vecchi amici.  Un tempo li frequentavano spesso anche loro.

Louise sapeva che suo marito avrebbe pensato allo champagne, lei invece si sarebbe occupata del menu.

Improvvisamente si ricordò qualcosa e si affrettò a prendere dalla dispensa uno dei suoi vasetti di chutney, preparato già da alcuni mesi, da gustare con il Cheddar e lo Stilton.  Queste verdure in agrodolce erano le preferite di Margaret Vincent così adesso decise di ricopiarne la ricetta originale, quella della zia Betty, dato che la sua cara amica gliela aveva già chiesta almeno tre volte e lei, con un piccolo ricatto, le aveva promesso che gliela avrebbe data solo se lei fosse ritornata.

Era perciò ora giunto il momento di trascriverla, prese carta e penna e con una calligrafia grossa e precisa iniziò:


Chutney alla zucca di zia Betty…per la mia amica Margaret

(Per 4 vasi da 250ml)

3 peperoni rossi

600 gr di polpa di zucca

250gr di cipolle

2 spicchi d’aglio

100gr di uvetta

700gr di zucchero di canna

7,5dl di aceto di vino bianco

3 cucchiaini di sale

mezzo peperoncino rosso secco e sbriciolato

un pezzetto di radice di zenzero fresca

cannella e chiodi di garofano in polvere

1 cucchiaino di cumino

2 cucchiaini di coriandolo macinato

Dopo aver lavato i peperoni, tolti i semi, tagliarli a pezzetti e unirli, in una casseruola a fondo spesso, con le cipolle a spicchi sottili, la polpa di zucca a cubetti, i due spicchi d’aglio ridotti a fettine, l’uvetta, lo zucchero di canna, il sale, l’aceto, il peperoncino, lo zenzero tagliato a scaglie, la cannella e i chiodi di garofano e le altre spezie. 

Amalgamare il tutto e cuocere per un’ora a fuoco basso mescolando spesso. 

Trascorso questo tempo prelevare circa un terzo del composto, frullarlo e rimetterlo nella casseruola con quello rimasto. 

Mescolare per ottenere un chutney omogeneo e versarlo nei vasetti sterilizzati che andranno poi avvolti in canovacci per bollirli, completamente sommersi dall’acqua per un’ora. 

Quando saranno freddi potranno esseri riposti in un luogo fresco e buio. 

Una volta aperti devono essere conservati in frigo e consumati entro 2 giorni.

 

 

Finito di ricopiare la ricetta la ripiegò e la sistemò anch’essa nel cestino per paura di dimenticarla.

Louise aveva acquistato un vestito nuovo, blu elettrico, scollatissimo e aderente. 

Con un nastro di raso dello stesso colore avrebbe raccolto i capelli per permettere di evidenziare il collier d’oro che Margaret le aveva regalato prima di partire. 

Le scarpe, con un bel tacco a spillo, avrebbero potuto stonare con l’idea di un picnic ma non certo con quello che stava organizzando!

Le previsioni del tempo sembravano essere propizie. 

Decise anche che avrebbe preparato un appetitoso cous cous di verdure, dei tramezzini al salmone affumicato e rafano, e i classici “cucumber sandwich” dalla ricetta attribuita a Oscar Wilde, con burro salato e cetrioli croccanti.

Per frutta avrebbe portato delle belle e gustosissime ciliegie e per dessert dei profumatissimi biscottini al cocco che avrebbe impastato in soli 10 minuti unendo a 3 uova sbattute, un pizzico di sale e la scorza grattugiata di un limone. 

In seguito avrebbe aggiunto 250 gr di cocco in polvere e poi 40 gr di farina setacciata.

Per ultimo avrebbe mescolato ancora 150 gr di zucchero e, dopo aver creato tante piccole palline con l’impasto ottenuto, le avrebbe infornate a 180° per circa 15 minuti. 

Poi solo una spolveratina di zucchero a velo una volta raffreddati.

Louise si sentiva soddisfatta per tutte le decisioni prese.

Quello sarebbe stato sicuramente il modo più piacevole per riabbracciare la sua amica.

Forse aveva scelto Glyndebourne perché sapeva che lì il tempo sembrava essersi fermato e lei voleva proprio far comprendere a Margaret che, nonostante gli anni che le avevano divise, tutto era ancora proprio come una volta.

 

Inserito il:08/05/2017 16:09:10
Ultimo aggiornamento:08/05/2017 16:35:59
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