Union City, NJ, United States - Contemporary) - Earth Portrait (2012)
Ritorno alla Terra – La ri(e)voluzione
di Alessandra Tucci
Era il 1969.
Il secondo millennio srotolava sulla terra, sempre più veloce pur se appesantito, i suoi ultimi decenni, l’uomo faceva il suo primo, lentissimo passo sulla luna.
Un passo leggero quello dell’uomo in trasferta extraterrestre, impalpabile, non ha marcato quel suolo polveroso, l’ha appena sfiorato.
In quel passo la discreta leggerezza dell’ospite tanto sacra agli dei, il rispetto doveroso e dovuto di un corpo celeste che gravita attorno alla terra ma non consente alcuna pesantezza gravitazionale su di sé, non all’uomo che ha così a fondo e nel profondo marchiato il suo pianeta reo solo di una salda e milionaria accoglienza, fiorente.
Sarà il 2030, o forse il 2040, forse sarà il 2050.
Il terzo millennio continuerà a sgranchire i suoi primi decenni sulla terra ben attento a rimanere all’interno dell’umana barriera spazio-temporale, l’uomo in essa seguiterà a cercare un varco, nella ricerca raggiungerà spazi diversi, altri pianeti, raggiungerà anche Marte, vi approderà.
Il suo passo sarà sempre circospetto ma un po’ meno leggero, sarà carico di doni.
Porterà con sé piante, fotosintesi e la sapienza acquisita e attenderà paziente l’alchemica trasformazione dell’anidride e del carbonio fusi insieme nell’oro della vita, nell’ossigeno.
Attenderemo tutti.
Attenderemo trattenendo il fiato come in quel lontano 1969, attenderemo che l’uomo (ri)avvii la vita altrove, più cosciente e consapevole della sua sacralità e del rispetto che essa esige.
E’ questa l’unica scommessa da esigere e accettare, il rispetto della vita.
Siamo nel 2019.
Siamo sulla Terra, la stazione madre di creazione, sperimentazione, evoluzione, di decollo e (ri)atterraggio dei più grandi sogni dell’umanità, e siamo ancora troppo poco consapevoli che il nostro cuore pulsa e continuerà a pulsare solo se in accordo e assonanza con il suo.
E il cuore della Terra oggi è sfiancato.
Troppe le anossie per il suo cielo sempre più infangato, non più sostenibili le aritmie al suono sordo che sradica e abbatte, intollerabili gli arresti ad ogni esplosione e dispersione, sempre più spossanti le accelerazioni ad ogni habitat profanato.
Le extrasistole, tutte, devono cessare. Perché non si arresti il cuore.
Che l’uomo scopra, perlustri, esplori, che sperimenti, osi, abbatta barriere e limiti, che estenda la vita altrove, che altrove la scopra, che esprima se stesso in più e più e più forme, le più poliedriche.
E’ per questo che è qui, per esprimersi. E superarsi.
Ma che (ri)torni a farlo nel nome della Terra.
Perché ovunque vada, qualunque sia il modo in cui decide di manifestarsi, la strada che decide di percorrere, è questa la sua casa, è la Terra, se vola oltre è qui che fa ritorno. Sempre.
Ovunque andrà in futuro, qualunque sarà il posto in cui deciderà di condurlo la sua indomita esplosiva curiosità, la sua sete di sapere, fame di scoprire, è qui che continuerà a tornare. Se glielo consentiremo.
Facciamo in modo che sia e sempre possa essere possibile. Il ritorno alla Terra. La ri(e)voluzione.