2000 anni fa, il primo calcolatore
di Vincenzo Rampolla
Se raccontassi che il calcolatore più antico del mondo è di epoca antichissima, inimmaginabile?
La scoperta sarebbe sensazionale e ci riporterebbe indietro di più di 2000 anni. Non bastano le enormi costruzioni del passato come le piramidi d’Egitto o i più recenti templi dei Maja per vedere emergere nuove opere eccezionali, altrettanto sorprendenti e incredibili.
Quel calcolatore è venuto alla luce. Esiste.
Oggi è conservato nella collezione di bronzi del Museo Archeologico Nazionale di Atene, corredato dalle fasi della sua ricostruzione. Senza le capacità tecnologiche degli ultimi decenni e la tenacia dei ricercatori, molti segreti dell’antichità sarebbero rimasti inviolati. Nuovi studi hanno fornito dettagli su un macchinario, il più antico della storia, risalente a secoli a.C. Calcolatore è parolona, certo non farà mai molti calcoli rapidamente, ma già per l’assenza di energia elettrica stupisce e impressiona.
Il 17 maggio 1902 è l’anno del ritrovamento del meccanismo di Anticitera, sorprendente e misterioso esempio di tecnologia del passato. Grazie a un gruppo di pescatori di spugne, viene scoperto all’inizio del ‘900 a una profondità di circa 40 m all’interno del relitto di un'antica nave romana risalente al I secolo a.C., vicino all'isola di Cerigotto (Anticitera), tra il Peloponneso e Creta. L’archeologo Valerios Stais nota che un blocco di pietra inglobato all’interno presenta un ingranaggio molto consumato dalla salsedine e dal tempo. Si tratta di un’intera serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni. Dimensioni circa 30×15 cm e spessore di un libro, costruito in bronzo e montato originariamente su una cornice in legno.
L’uomo subito si arrovella a capirne il funzionamento, fino ad oggi senza successo. Solo dopo un secolo gli studiosi ci sono arrivati: è un complesso calcolatore astronomico in lega metallica, costruito probabilmente dagli antichi Greci, tra il 200 e il 150 a.C. È considerato il più antico calcolatore meccanico, un sofisticato planetario mosso da ruote dentate, usato per misurare la posizione del Sole, le fasi lunari e i movimenti dei 5 pianeti noti all’epoca. Non basta. Consente di calcolare i giorni della settimana e gli equinozi. Emerge dallo studio di Graham Woan e Joseph Bayley, astronomi di Glasgow, pubblicato su Horological Journal.
Si è scoperto che il numero dei fori presenti nell’ingranaggio veniva utilizzato non solo per tracciare le fasi lunari ma anche a predire le eclissi. La ruota che componeva l’antica macchina conteneva 354 o 355 fori, posizionati con estrema precisione. È proprio la loro distanza a suggerire che la ruota servisse per indicare il calendario lunare. Arduo non accostarla a Stonehenge, il misterioso sito neolitico del passato, non del tutto risolto: calendario celeste o espressione religiosa rituale?
Le prime risposte sul funzionamento del meccanismo arrivano nel 1951, quando il professor Derek de Solla Price comprende il funzionamento originario; lo studio è stato molto complesso e costato decine d’anni di lavoro. Trascorre mezzo secolo e nel 2008, Alexander Jones, dell'Istituto per gli studi sul Mondo Antico di New York, riesce a tradurre alcune iscrizioni rivelando che i nomi dei mesi incisi sullo strumento sono quelli utilizzati nelle colonie corinzie in Sicilia, in particolare a Siracusa. Potrebbe essere stato costruito in Sicilia?
Ipotesi particolarmente affascinante che troverebbe conferma in alcuni scritti di Cicerone. L’autore latino descrive infatti alcuni strumenti realizzati dal matematico Archimede, siracusano, nel III secolo a.C, cioè due secoli prima della costruzione del meccanismo di Anticitera. Ciò significa che l’antico calcolatore potrebbe essere frutto di una cultura di ingegneria legata direttamente agli studi del celebre matematico. Tutto ciò aggiunge un nuovo mistero: ritrovato sul relitto di una nave romana diretta o proveniente dal medio oriente, è probabile che qualche ricco siracusano avesse destinato in dono in Oriente quell’aggeggio di Anticitera e da qui fosse entrato a far parte di un carico o bottino salpato da Roma e affondato attorno al 70 a.C.
Nel 2010 si scopre che la macchina calcola le eclissi, oltre alle fasi lunari e il moto dei pianeti.
Di più: dall'interpretazione di alcune incisioni sulla macchina si capisce che indica esattamente le date delle Olimpiadi e dei giochi panellenici associati.
Ancora più recentemente, lo stesso Jones ha pubblicato un nuovo lavoro su Almagest in cui afferma di essere riuscito a leggere i circa 3.500 caratteri presenti sulla macchina, in pratica tutto quello che si trova sui frammenti recuperati. Sostiene che lo scritto assomigli a una guida filosofica del cielo: Siamo riusciti a capire il modo col quale venivano predette le eclissi nel 100 a.C. - spiega - e quali conoscenze avevano dei movimenti planetari: abbiamo fatto un importante passo in avanti nella comprensione di ciò che era l'astronomia greca di quel periodo.
Nel giugno 2016, un team di scienziati riesce a leggere le lettere di una nuova iscrizione incisa all’interno, trovando indicazioni sull’uso specifico. Il 28 marzo 2022 viene pubblicato uno studio che analizza i dati e determina la data di montaggio del meccanismo: 23 dicembre 178 a.C.
Non è stato facile capire cosa fosse, anche perché le 82 parti in rame di cui è composto erano corrose e danneggiate. Con un lungo e certosino lavoro di restauro si è lavorato per ricostruirne la struttura e a un certo punto è stato chiaro e certo: si tratta di un complesso congegno che permetteva di riprodurre il moto dei pianeti attorno al Sole insieme alle fasi lunari.
Il meccanismo è così complesso che si è ipotizzato che fosse stato costruito in tempi molto vicini a noi e che fosse casualmente finito sui fondali vicino a Creta, in prossimità della nave romana. Tutte le analisi hanno però confermato che l'oggetto era stato costruito intorno al primo secolo a.C.
Varie parti del congegno sono minuscoli ingranaggi inseriti in spazi molto ridotti: esiste ad esempio un settore di soli 7 millimetri che contiene 5 ingranaggi. Il meccanismo, tra l'altro, è stato costruito in base al ciclo metonico, dal nome dell'astronomo greco Metone (V secolo a.C.), ciclo complesso di 19 anni solari e 254 mesi lunari sul quale erano calcolati alcuni calendari del passato.
Le dimensioni del meccanismo di Anticitera in origine dovevano essere simili a quelle di un contenitore per custodire documenti. Grazie alle analisi realizzate con varie tecnologie oggi si è ricostruito il meccanismo di funzionamento della macchina, azionata con una manovella. Ne sono state realizzate diverse copie funzionanti in base all'interpretazione fatta.
Resta comunque la domanda di fondo sulla sua complessità: a che serviva?
Il ricercatore sostiene che avesse uno scopo pratico didattico, quindi non fosse per studi particolari, potendo mostrare le posizioni del Sole e della Luna per un qualunque giorno dell'anno, con le conseguenti eclissi e i movimenti dei pianeti, elementi comunque rilevanti perché poteva condizionare le decisioni del vivere quotidiano e della politica. Un recente video del Museo racconta la storia del ritrovamento casuale del meccanismo di Anticitera e illustra le analogie con strumenti molto più recenti, come il contachilometri di Leonardo.
Se si trovassero altre parti sul fondo del mare si potrebbe fare un ulteriore passo in avanti nello studio della macchina, ma le numerose ricerche non lo prevedono: ormai si è trovato tutto di questo eccezionale congegno del passato.
(consultazione: Museo Archeologico Nazionale di Atene)