Letter d with watercolor leaf - Adobe Stock
Le Lamentazioni della Lettera D
di Antonio Bigazzi
Buongiorno. Sono la lettera d ed ho bisogno di sfogarmi con voi.
Visto come poco mi si considera in matematica e nelle scienze rispetto alle mie sorelle (ne ho 25) sono molto d-delusa, d-demoralizzata, d-disappointed, d-dejected.
È uno scandalo!
Prendete le mie sorelle a, bi, ci. Sono sempre lì a pavoneggiarsi perché non c'è triangolo in cui non si infilino, e senza triangoli non c'è trigonometria e senza, ecc. ecc. Per non parlare di abbecedari, dicono loro. Siamo fondamentali, noi, strillano. La a poi è più vocale di tutte. Io la primissima, la primadonna.
Puah! Quanta manfrina! Che poi, tutto sommato di cosa vi vantate? Che vi hanno messo all'angolo?
Ma tant'è. Tronfie come poche.
Sulla lettera e, naturalmente, è meglio sorvolare: lei, la snob, è di fama esponenziale. Immaginarsi che poi, a conti fatti, non arriva nemmeno a tre.
La effe e la gi anche loro si danno delle arie incredibili. E sai perché? Perché loro rappresentano le funzioni e quindi, sempre a sentir loro, sono fondamentali per ogni matematica seria. Poi la effe si fa forza di essere la lettera scelta per le forze fisiche e la gi, oh, sempre lì a parlare con gravità di se stessa, come se un sasso che cade da un edificio fosse poi una cosa importante, dico io!
Ma la acca le supera in quanto a vanità. Senza di me al denominatore, pontifica, non incominciano nemmeno a farle le derivate. Sono l'anima del party differenziale. Che lettera haltezzosa!
E allora io cosa dovrei dire, che appaio in tutti i differenziali: df, dx, dy, dz, ma no! dicono le mie adorate (grr) sorelline: "sono la x, la y e la z che sono importanti. Tu al massimo, attore di supporto". Una comparsa, in altre parole; spudorate! Ribollo al solo pensarci.
Su i, iota e kappa non mi soffermo nemmeno. Noi, si esaltano, siamo le direzioni di ogni vettore! Senza di noi il calcolo vettoriale sarebbe scalato a... scalare!
La i poi, col fatto che c'ha le potenze, lei!, che è la radice di meno uno, lei! Insopportabile. Povera famosa immaginaria, dico io. Il puntino che c'hai in testa è tutto il cervello che ti ritrovi!
La elle avrebbe tutte le ragioni di essere modesta, ma figurarsi! Lei è il lato di ogni quadrato, che poi è un poligono perfetto, come se questo si riflettesse su di lei!
La emme e la enne sono gemelle sceme, a parer mio. Si vantano di essere le righe e le colonne di ogni matrice. Che c'è da vantarsi per essere state messe in fila, orizzontale o verticale che sia? Che poi litigano sempre. La enne dice che alla emme non bastano due gambe per star ritta. La emme la rintuzza dicendole che è figlia di nessuno.
Sulla o sorvoliamo. La sento già dire: io sono il centro di ogni cerchio, di ogni piano cartesiano, ergo sono il centro dell'universo.
Figuriamoci, per me sei uno zero. Infatti guarda come gli assomigli, oh, oh, oh!
E poi la p come pressione, momento meccanico; la qu come quantità e flusso di calore in termodinamica, la erre, oh signùr, quella sì che si vanta ad ampio raggio.
La esse avrebbe oggettivamente poco di cui vantarsi, ma ha scoperto che il segno di integrale altro non è che una s tedesca, dannato Leibniz! Un serpente di lettera, ve lo dico io.
La ti non la si può sentire. Sono il parametro di ogni curva parametrica. Sono il tempo stesso. Senza di me... boom boom boom. Ma anche meno! Che poi è anche bassa di statura e porta il cappello calato sugli occhi.
In quanto alla ics, alla ipsilon ed alla zeta, ammetterei anche la loro importanza. Un po' meno la zeta che indica solo variabili complesse, che per me è un altro nome per complicate.
Ma la u, la v e la vu doppia cosa hanno da vantarsi, eh?
Passi per la v che rappresenta la velocità in ogni testo di fisica, ma la u? Pare ora che le variabili complesse non potrebbero veramente essere denotate senza di loro due: z = u(x,y) + i v(x,y). Parlano poi del loro ruolo cruciale nel teorema di Cauchy, che non ho idea di chi sia e che non lo conosce nessuno. Ma non basta a dissuaderle dal pavoneggiarsi, dall'atteggiarsi a sofisticate, complesse, quasi nobili!
La vu doppia? Una volta era la mia sorella preferita. Passavamo tempo assieme a deprecare le nostre sorelle vanitose. Ma non più. Ha scoperto una cosa chiamata calcolo delle mappe conformi dove pare ricopra un ruolo essenziale: w = f(z). Sai che importanza. Ma tant'è. Ora gira con la effe e la zeta e mi saluta a malapena.
Ora ditemi voi se non ho ragione ad essere d-drammaticamente d-determinata ad ignorare le mie sorelle spocchiose.
Ma ho sentito che c'è un'altra famiglia molto simile alla nostra, in Grecia. Non saranno certo così vanitose come le mie sorelle!
Voglio proprio andare a vedere se là tra di loro sarò trattata meglio, con il rispetto che merito.