Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Herschel Fall (Indiana, USA, Contemporaneo) - Black Queen

 

Doppio gioco

di Simonetta Greganti Law

 

Da quando suo cognato aveva divorziato, ogni venerdì la piccola Jenny andava a casa di Mr. e Mrs. Fowler per incontrarvi il suo papà e trascorrere anche un po’ di tempo con gli zii e la cuginetta. Olga Fowler era molto triste per la fine di questo matrimonio, ormai avvenuta da qualche mese, e sapeva bene quanto la nipotina ne soffrisse.

Per salvaguardare il benessere della bambina si domandava spesso cosa la piccola potesse provare di fronte alla crisi familiare e cercava di aiutarla come poteva organizzando merende e giochi per i bambini.

Naturalmente coinvolgeva soprattutto suo cognato perché voleva che Jenny non demonizzasse il padre nonostante tutti sapessero che era stato lui ad aver commesso un grande errore.

Jenny, durante l’ora di pianoforte di sua cugina Emily, aveva l’abitudine di fare una partita a scacchi col padre e sembrava proprio aspettare questo incontro con grande trepidazione. Così, durante questo piccolo torneo, Olga si sarebbe dedicata a preparare dei biscottini molto particolari e in tema con gli scacchi. Era una merenda decisamente d’effetto sebbene molto semplice infatti la difficoltà consisteva solamente nell’alternare strisce di pastafrolla normale ad altre di cioccolato per ottenere un risultato a scacchiera.

Jenny si era già accomodata da un lato del tavolo lasciando al padre la postazione opposta. Erano ora uno di fronte all’altro, schierati proprio come due avversari. Nonostante l’uomo fosse convinto che sua figlia si stesse divertendo e che la tensione che le contraeva il visetto fosse solamente motivata dal voler vincere a tutti i costi, per la bambina i due erano antagonisti non solo al gioco ma soprattutto nella vita.

Lui però questo non lo sapeva e non aveva assolutamente sospettato che quella volesse adoperare una strategia decisamente vendicativa.

“I neri sono i tuoi!” ribadiva Jenny mentre pensava che lui non avrebbe meritato altro. Era convinta che suo padre non avrebbe saputo cosa farsene dei bianchi poiché non poteva essere in grado di stare al comando di quello che lei considerava un esercito del bene e di guidarli verso la virtù.

“Questa volta vincerò io!” scommetteva ridacchiando il padre per provocarla quando invece aveva già deciso di farla vincere dato che adorava vederla gioire con soddisfazione. Per tutta risposta Jenny gli faceva cenno di no con la sua testolina bionda e poi accennava anche lei a un sorriso dietro al quale c’era un mare di tristezza.

La scacchiera, con quello schema così rigido e preciso, era il campo di battaglia dove si sarebbe scontrata col padre anche se in un modo virtuale non potendo ancora affrontarlo di persona. Lei voleva difendere la madre, il bene, e solamente grazie a questo gioco la bambina sarebbe riuscita a divorare, pezzo dopo pezzo, quell’uomo fino a fargli scacco: il re doveva morire!

Suo padre la guardava sorridendo senza riuscire a immaginare cosa quella stesse pensando. Sicuramente si era già preparata una strategia. Si rese conto che non stava giocando per divertimento ma era competitiva. Questo però era una bella cosa. Il voler vincere a tutti i costi significava mostrargli quanto fosse forte. Gli piaceva vederla concentrata, prendere parte in modo così attivo alla partita…non aveva capito invece che per lei questo non era solo un gioco. La piccola voleva vendetta, voleva parteggiare per la madre che sapeva tradita da quell’uomo. Lui le aveva rinnegate entrambe e ora doveva pagare.

Era invece con orgoglio che il padre traduceva quella determinazione pensando solamente che significasse volergli dimostrare i suoi progressi nell’apprendimento delle complicate regole. Per questo motivo le sorrideva fingendo anche di essere molto preoccupato.

Jenny non cercava la vittoria ma una rivalsa. Il padre, il re nero, non avrebbe dovuto avere più nessuno attorno a lui, doveva rimanere solo, circondato esclusivamente dai frammenti bianchi e neri della scacchiera, i cocci del passato, di una vita ormai in frantumi che aveva visto l’alternarsi di giorni luminosi e bui.

“Mannaggia, mi hai soffiato il cavallo” disse quello mentre invece glielo aveva servito su di un piatto d’argento per darle gioia.

“Si, l’ho fatto fuori” disse Jenny mentre pensava a quella stupida mania del padre per l’equitazione che lo aveva portato a conoscere l’altra donna. Ora almeno una cosa era stata vendicata.

Poi l’alternarsi di altre mosse e un nuovo pezzo di lui venne messo sotto attacco.

Era il momento della torre, Jenny voleva farla crollare.

Odiava la torre perché quando alla mamma fecero i tarocchi questo arcano le aveva annunciato la rottura, aveva predetto alla donna del pericolo incombente. Adesso sarebbe toccato a lei, con una mossa a suo vantaggio, distruggerla.

Jenny sentendo il padre che si congratulava con lei per l’abilità di come stava giocando comprese che quello fosse ignaro del fatto che lei volesse rovinarlo.

L’uomo decise poi di sacrificare la regina per vedere una scintilla di piacere negli occhi della sua bambina.

- Eccola, la nuova donna del suo cuore! - considerava Jenny, fremendo, mentre, carica d’odio, associava quel pezzo alla rivale di sua madre. Per portarla sotto scacco avrebbe dovuto immolare un elemento del suo esercito ma così era la guerra, anche i giusti dovevano morire: erano gli eroi del mondo!

Finalmente quella donna non aveva più scampo, eccola cedere all’attacco mentre la bambina mostrava un ghigno. Ma questo riso sarcastico venne scambiato dal padre per una pura soddisfazione.

La piccola invece aveva pensieri poco gentili: - Solo, deve rimanere solo e poi morire in solitudine – sperava Jenny mentre per distrazione riduceva ancora il suo esercito di un valido elemento. Poi puntò il suo sguardo truce sull’alfiere nero. Questo le ricordava Paul, amico di famiglia, che reggeva il gioco solamente al padre. Continuava anche adesso a sfuggirgli viscido come, d’altronde, aveva sempre fatto anche con la mamma. Mai una risposta onesta alle sue domande, mai s’era dimostrato per lei un vero amico. Finalmente cadde nella trappola anche l’alfiere. Intanto i pedoni neri, uno dopo l’altro sparirono a catena proprio come presto avrebbe fatto la gente che gli stava intorno.

“Mi hai messo in mutande” le fece notare per renderla felice di come aveva condotto il gioco.

Il padre era ormai senza più difese mentre tra i bianchi avanzava la donna bianca, la madre, che voleva ora fronteggiare il re. Lei gli stava tessendo attorno al corpo la ragnatela che lo avrebbe imprigionato. Non sarebbe stato più capace di muoversi divenendo così il bersaglio per il suo fatale pungiglione.

“Ho vinto ancora” esultava Jenny mentre il padre l’abbracciava e le dava un bacio sulla fronte.

“Stai crescendo - le disse - stai diventando abile in uno dei più profondi e complessi giochi in assoluto”.

“Si papà” rispose la bambina mentre riordinava la scacchiera.

Jenny era soddisfatta perché era consapevole di essersi esercitata in una strategia che l’avrebbe portata presto a raggiungere l’obiettivo finale che si era predisposta.

In quel momento arrivò la zia con un bel piatto di biscotti fragranti.

“Adesso divorerò anche questi” disse Jenny sorridendo felice e afferrandone subito due. Il sapore che aveva ora in bocca era finalmente dolce!

 

Biscotti a scacchiera

Preparare una pastafrolla seguendo la ricetta che si preferisce.

Aggiungere a metà dell’impasto una buona dose di cacao amaro in polvere e lavorare fino alla colorazione della pasta. Mettere per circa un’ora i due panetti, rivestiti di pellicola per alimenti, in frigorifero.

Col mattarello stendere i due impasti formando due rettangoli che, dopo averli spennellati con l’acqua che servirà da collante, andranno adagiati uno sopra all’altro e poi rimessi in frigo per almeno 30 minuti.

Tagliare col coltello delle striscioline di circa 2 centimetri che andranno poi unite tra di loro, alternandole nei colori. Spennellare ancora con acqua la mattonella bicolore ottenuta e ricoprirla poi con un secondo strato di striscioline che però dovranno avere i colori opposti a quelle sottostanti.

Infine tagliare i biscotti e metterli in forno caldo a 180° per circa 10/15 minuti.

Si otterranno dei divertenti biscottini bicolore che ricorderanno una scacchiera.

 

Inserito il:05/11/2017 11:52:48
Ultimo aggiornamento:05/11/2017 11:59:51
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