Mickey Baxter-Spade (Covington, Georgia, USA - ) - The Tree of Life, Nostalgic Painting
Pillole di nostalgia
di Gianni Di Quattro
Sono episodi, momenti, piccoli o grandi periodi della propria vita con i personaggi che li hanno popolati, e che possono affiorare, di improvviso, per qualcosa che li ricorda, per un distensivo abbandono del pensiero che fa emergere in modo inconsapevole le cose cui teniamo di più e che lui ha recepito e archiviato per strani meccanismi forse psicologici o forse tecnologici. Perché noi siamo fatti di psiche e di tecnologia. E il loro apparire ci fa capire che navighiamo sempre nel mare della nostra vita ovunque noi siamo e che il percorso si ripete di continuo, sia quando realmente le cose accadono e sia quando le ricordiamo e le riviviamo. Forse è la magia più grande e meravigliosa dell’essere umano, si chiama nostalgia.
Una pillola che appare spesso nei miei pensieri è il periodo della mia gioventù, la scuola e l’università sino alla soglia del lavoro, della ricerca di vita, quando si cresce velocemente, si imparano tante cose, si scopre il mondo, soprattutto i sentimenti, in poche parole la bellezza della vita. Ricordo con grande vivezza quel periodo, vivevo in una Palermo straordinaria, dolce, affascinante, piena di luce, un po’ fuori dal mondo che scorreva e dentro invece ad un mondo antico, alle sue storie, alla eccitazione di una grandezza che inorgogliva ma che non si trovava più.
Ricordo le ansie, forse più propriamente le angosce dello studio, dei pensieri sul futuro sul quale non capivo come potevo fare per conciliare speranze e illusioni che continuavano a girare nella testa con le realtà in cui vivevo, la realtà della mia amata famiglia che stava facendo il possibile per darmi quello che mi stava dando, ma che avevo capito che stava arrivando il momento in cui non poteva darmi di più. Ed anzi cominciava quello in cui ero io a dover dare.
Soprattutto ricordo il piacere degli amici, tanti, non tutti amici allo stesso modo, ma tutti compagni di vita, ragazzi con cui si stava crescendo insieme. E penso alle discussioni, alla ricerca di libri, la scoperta della letteratura americana, allora erano gli anni 50 e si cominciava a parlarne, così come la musica. Le ore delle nostre discussioni al tavolino di un bar magari lo stesso dove Tomasi ha scritto il Gattopardo, nella sede di una associazione goliardica per dibattere o giocare a ping pong, alla università, alla sera in qualche taverna bevendo vino e cercando di non ubriacarsi con qualche piatto qualunque, le sere dell’estate a Mondello tra una bancarella e l’altra soprattutto quando tirava lo scirocco, i pomeriggi alla Libreria Flaccovio. Quanti appuntamenti alla bakeka del Politeama e poi si andava.
Ecco, quegli amici, gli amici di quel tempo sono rimasti nel mio cuore perché coincidono con il periodo certamente più interessante, anche se non più bello, della mia vita ed alcuni di loro sono stati e sono come fratelli per me. Alcuni non ci sono più, tanti purtroppo, altri si sono dispersi, ma sono ancora presenti nel mio cuore e nella mia mente.
In effetti quel periodo della mia vita mi ha fatto scoprire i sentimenti, le prime emozioni dell’amore o di quello che subito si chiamava amore che mi hanno insegnato a sognare, ma soprattutto quello dell’amicizia. Ho capito come era bella, importante l’amicizia nella vita. Da quel momento altri amici sono entrati nella mia vita perché credo di avere tenuto sempre spalancate le porte di questo sentimento e di aver trovato in questo sentimento molta forza in tutti i momenti della mia vita, in particolare in quelli più duri e tristi e difficili.
Posso dire che l’amicizia è stato il motivo principale della mia vita e ne sono lieto e so che tutto è partito da lontano, da quella fantastica Palermo dove ho imparato a vivere.
Che scherzi che fa la nostalgia!