Anna Fancelli (Foligno, Perugia) – Blu fiordaliso
L’indomita purezza del fiordaliso
di Giorgio Cortese
Il fiordaliso, nome scientifico Centaurea cyanus, è uno dei più bei fiori di campo.
Di colore azzurro, cresce fra le messe e i campi di grano.
Fiorisce da maggio a settembre, ma nel mese di giugno, quando il frumento è presso alla maturazione, è possibile vedere il maggior numero di fiordalisi in fiore.
Questa pianta è dell’Europa meridionale, ma si trova anche nell’America settentrionale e in Asia.
Nonostante abbia origini antichissime, dimostrate da alcuni reperti che risalgono all’era neolitica, al giorno d’oggi in Europa la pianta allo stato spontaneo è rischio estinzione.
Il motivo della sua quasi estinzione è da ricercare nei suoi habitat ideali, ovvero i luoghi erbosi e soprattutto i campi di grano, dove oramai è stata distrutta a causa dei diserbanti chimici usati per la coltivazione.
Il fiordaliso ha le foglie di colore verde brillante e ben risalta tra le messi del biondo grano. Il nome botanico, centaurea, fu attribuito alla pianta da Linneo nel 1737, tale nome trova la genesi nella figura mitologica del centauro Chirone, creatura metà uomo e metà cavallo, caro amico del re degli dei, Zeus, e maestro di molte divinità.
Secondo la mitologia greca Chirone era il centauro a cui Zeus aveva donato l’immortalità, un giorno, però, venne colpito con una freccia avvelenata, ad una zampa, da Ercole. Chirone che non poteva morire, per via della sua immortalità, e non poteva più rimettersi in piedi, a causa del veleno che aveva in corpo, riuscì, dopo una lunghissima sofferenza grazie alle sue sconfinate conoscenze a guarire, sul finire della primavera, preparando un impacco di fiori di fiordaliso appena sbocciati. Esiste anche un’altra leggenda, più storica che mitologica, riguardante il fiore di fiordaliso ed è legata allo stemma araldico di un re che fuggendo da una battaglia, giunse in un campo di grano, dove trovò sua madre che, per calmare i bambini che erano con lei, intrecciava piccoli mazzi di fiordalisi.
Al suo ritorno a corte adottò, quindi, il fiordaliso come stemma.
L’ultima leggenda che arriva dall’Alto Adige, che racconta di una Principessa e di un Cavaliere, i due si innamorarono a primavera e lei con i suoi bellissimi occhi blu, convinse lui a restarle vicina fino all’inizio dell’inverno quando il Cavaliere dovette partire promettendo di tornare.
All’inizio della primavera successiva, non vedendo più il suo amato, la Principessa fu così triste che desiderò la morte ma una Fata la trasformò in Fiordaliso, il fiore dello stesso colore dei suoi occhi.
Secondo la tradizione popolare preparare distillati con i fiori di fiordaliso sarebbe un ottimo rimedio per le malattie degli occhi.
Il fiordaliso è conosciuto in Francia con il nome di fleur de lys, ovvero fiore di giglio, ed è popolarmente detto anche bluet. In Spagna viene chiamato azulejo, aciano o aldina mentre in Germania è chiamato kornblume.
Una sua denominazione comune in diversi stati del mondo è ciano, termine che deriva dalla parola greca che significa azzurro, tale nome deve il suo uso e la sua fama al fatto che fosse il nome con cui lo chiamavano numerosi poeti e letterati.
Nel linguaggio dei fiori il fiordaliso simboleggia la leggerezza e la dolcezza.
Secondo la tradizione donare un fiordaliso vuol dire amicizia sincera, mentre secondo le tradizioni orientali il fiordaliso è il fiore che gli innamorati donano alle loro amate come augurio di felicità.
Vi saluto con un pensiero personale sul fiordaliso, quando lo contemplo tra i biondi campi di grano mi sento po’ di colore azzurro anche nel mio animo.