Angelo Morbelli (Alessandria 1853-Milano 1919): La sposa (1909)
Nuova sfida che ho deciso di intraprendere: ho iniziato un corso di stand up comedy. Per adesso sono solo agli inizi, nella fase che prevede la scrittura di pezzi autobiografici raccontati in chiave comica. Non ho avuto ancora il coraggio di esibirmi “in piedi”, senza la quarta parete, davanti a una vera platea di spettatori, perciò per il momento, mi rivolgo al “confortante” pubblico di voi lettori.
…e viviamo ancora felici e contenti
di Simonetta Greganti Law
E’ bastato un sì e la mia vita è cambiata da un momento all’altro.
A fine cerimonia, ancora sull’altare il fotografo ha cominciato a chiamare “Signora, Signora, Signora, Signoraaaaaa faccia un sorriso” allora io mi sono girata e ho trovato mia madre con gli occhi pieni di lacrime alle mie spalle . ”Mamma sono tre ore che ti sta chiamando, vuoi ridere?” ma poi ho capito: la Signora ero io e ho avuto un brivido.
Dovevo rassegnarmi, ero diventata una Signora o meglio una Lady, una Mrs. dato che avevo sposato un Inglese.
John ed io siamo sposati da 40 anni.
Quando dico “Forty Years” mi mette meno paura perché non sembra avere lo stesso peso che dire “Quarant’anni”.
C’è una bella differenza: QUARAAANTA e forty. Il primo soffocante, il secondo melodioso. Sarà perché della lingua inglese percepisco ancora i suoni e poco i significati.
I matrimoni misti sono quelli più duraturi e ora spiegherò anche il perché:
- Non si capisce di non capirsi. E perciò quando ci si litiga tutto ha meno peso. “Che cavolo avrà mai detto questo? Non posso ammettere la mia ignoranza! Boh gliela passo buona”.
- C’è sempre un alone di mistero che aleggia intorno alla sua persona anche dopo 40 anni. E così mio marito mi appare ancora un uomo affascinante, enigmatico!
- Le parolacce. Le parolacce non offendono come quelle di madre lingua, hanno un suono diverso, quasi musicale.
Una volta John mi ha detto “you bloody plonker”. Vabbè, non mi sono mica dispiaciuta, mi è sembrato un verso Shakespeariano, detto con una pronuncia impeccabile, insomma m’è piaciuto, quasi un complimento. Non è mica offensivo come “brutta ‘mbecille” che se pronunciato da un romano, magari pure coatto e capace di colorire il tutto con gestacci diventa proprio volgare, ‘na cafonata.
Bloody plonker invece, come lo pronuncia mio marito, è quasi poetico, c’è allitterazione, lirica, un suono elegiaco.
Eppure motivi per divorziare ce ne sarebbero stati tanti, anzi, sin dalla prima sera.
Arriviamo in albergo, a Via Veneto, io ancora vestita da sposa.
Chiediamo le chiavi della nostra camera nello stesso momento in cui John nota la sua valigia che avrebbe dovuto essere nella stanza dove l’aveva lasciata, parcheggiata davanti al bureau perché lui aveva dimenticato di lasciare il passaporto e sicuramente alla richiesta di qualche ricco americano disposto a pagare profumatamente per “una stanza superior” non hanno esitato a sacrificare l’agnellino di primo pelo versus il magnate newyorkese.
E’ stato lì che per la prima volta l’ho sentito pronunciare “Fuck” ancora una volta con la stessa pronuncia che avrebbe avuto Shakespeare. L’ho amato anche di più, mi sono inorgoglita per averlo sposato ma la stanza era ormai occupata e non ne avevano altre disponibili. Per pena ce ne hanno poi offerta una di servizio. Un sottotetto con due letti gemelli. LETTI GEMELLI la prima notte di nozze!!!
Torniamo alla reception e John comincia un monologo molto concitato il cui leitmotif era la parola “fucking”. Lo avrà pronunciato almeno 10 volte “Fucking qui, Fucking lì” tanto che il facchino lo guardava smarrito continuando a ripetere che lui non c’entrava niente in questa storia.
Alla fine ci siamo rassegnati e siamo saliti a fare i piccioncini in piccionaia sui due letti gemelli.
Nove mesi dopo ho partorito due gemelli, segno zodiacale gemelli…chissà se il motivo è stato quella stanza d’hotel in Via Veneto!
Il giorno dopo si parte per il viaggio di nozze.
Il viaggio di nozze, uno dei ricordi più felici per tutte le coppie…. per me è stato tutt’altro, ma comunque indimenticabile ugualmente.
Meta da raggiungere Granada, in Andalusia e, per scelta mia, col treno, dato che ho paura di volare.
Chi poteva immaginare però uno sciopero che ci ha visti, a metà corsa bloccati per ore nel bel mezzo del deserto di Tabernas di cui neppure conoscevo l’esistenza? L’unico deserto vero e proprio in tutta Europa. Beh alla fine anch’io ho avuto la mia luna di miele esotica!
Lo sciopero si è protratto e ci hanno fatto poi scendere a Murcia dove la maledizione della camera d’albergo è continuata dato che c’era un grande festival agricolo e tutti gli hotel erano al completo. Come Giuseppe e Maria andavamo bussando di porta in porta chiedendo un riparo per la notte e come loro venivamo rifiutati.
La stalla che Giuseppe propose infine a Maria era sicuramente migliore di quello che John era riuscito a trovare per me, e allora mi sono impuntata: “io in quel tugurio non ci dormo! Meglio restare a dormire in strada tra le casse di broccoli, cavolfiori e patate”. Così è iniziata la nostra prima litigata da sposini. Lui mi ha accusata di essere una “fucking snob” e io ho cominciato a sottolineare che noi italiani guardiamo all’igiene sicuramente più degli inglesi.
Le differenze tra inglesi e italiani sono affiorate poco alla volta con la convivenza.
Ho scoperto presto che gli inglesi non sono gelosi come gli italiani.
Non che io ci tenessi ad avere un marito geloso ma quel pizzico d’incertezza sull’amore credo che, in una relazione, non guasti poi tanto.
John non si è mai dimostrato sospettoso di niente. Non ha mai dubitato che un altro uomo potesse guardarmi e questo, a lungo andare, ha cominciato ad innervosirmi.
Per aggiungere una nota piccante alla nostra relazione ho allora pensato di fargli credere di avere un ammiratore.
Mia zia mi aveva regalato due body in pizzo, molto sexy: uno bianco e uno nero e ho finto di averne trovato uno incartato davanti alla porta d’ingresso. “Ma grazie caro, (kiss kiss), che pensiero inaspettato!” John mi ha guardato e non ha detto niente, non ha ammesso di non essere stato lui ad acquistare il body.
Il giorno dopo allora ho ripetuto la sceneggiata col body nero ma questa volta la sua reazione è stata inaspettata. Voleva trascinarmi alla polizia per denunciare il maniaco che mi lasciava regalini anonimi. Messa alle strette ho dovuto confessare la mia messa in scena. Che umiliazione!
Insomma sono passati 40 anni dal nostro matrimonio e senza ancora capirci e senza nessuna gelosia siamo ancora insieme…io sono la sua “rompibaline” (pronunciato all’inglese) e lui il mio “Fucking Shakespeare”.