Elizabeth Shippen Green (Philadelphia, Pennsylvania, 1871 - 1954) – The Library (1905)
Letture che mettono di buon umore
di Marialuisa Bordoli Tittarelli
- Ci sono Libri, libri, - disse la signora Persi, rivolgendosi a Gregory - libriccini, libroni, libercoli e, ahimè, anche libracci. –
Stavano discutendo sulle brevi recensioni che lei aveva iniziato a scrivere qualche giorno prima su invito del compagno.
Gregory le portava libri a caso perché ne scrivesse qualche indicazione utile da trasmettere ai clienti e lei aveva protestato perché preferiva sceglierli personalmente.
Tuttavia il libro che trovò in cima a una pila appoggiata sulla sua scrivania, le strappò un gridolino di entusiasmo.
- CLUNY BROWN! Questo sì che è un libro fantastico! -
Immediatamente si mise a raccontare di quando l’aveva letto in Italia, edito dalla mitica casa editrice ASTORIA, di cui era fervente ammiratrice, poiché pubblicava romanzi principalmente scritti da donne e nella maggioranza dei casi molto divertenti, sostenendo, a ragione secondo lei, che un buon libro non è necessario che sia anche terribilmente “serio”.
Quello che ora si rigirava tra le mani era senz’altro uno dei suoi preferiti tanto che l’aveva riletto più volte e sempre divertendosi molto.
La protagonista, Cluny, diminutivo di Clover, incarna il prototipo dell’innocenza della vera libertà, la capacità di essere se stessa in ogni situazione, stimolando nel lettore una profonda simpatia per il suo coraggioso candore che le fa dire sempre quello che pensa e fare quello che il suo sano istinto le suggerisce.
La si ama profondamente ancora prima che compaia in scena, attraverso i pensieri dello zio idraulico, che, per definirne la difficoltà a farla rigar dritto, ce la presenta come qualcuno che” non sa qual è il suo posto”.
Così prima ancora che lei arrivi la vediamo con gli occhi della mente come un personaggio interessante, sicuramente fuori dal comune, benché, sempre dal giudizio dello zio, essa sembri una ragazza di vent’anni, un po’troppo alta e “insignificante come una scarpa” poiché, ad esempio, pur essendo orfana e nipote di un semplice idraulico, aveva deciso di andare a prendere il the al Ritz, senza appunto comprendere che non poteva essere un luogo adatto a gente come lei!
L’autrice inglese, MARGERY SHARP (1905/1991) possiede il raro dono di una scrittura capace di catturare l’attenzione ad ogni riga, regalando al lettore il sorriso fino all’ultima pagina.
Una trama originalissima, una raffinata presa in giro dell’aristocrazia inglese degli anni ’30, un racconto perfetto rendono questo libro un piccolo capolavoro.
- “E’ un antidoto per i giorni mesti o per quelli di pioggia interminabile o semplicemente per un giorno che si vuol rendere luminoso.”-
Il merito è tutto nella straordinaria capacità dell’autrice di raccontare storie nelle quali i personaggi, anche i minori, saltano fuori dalle pagina così vividi che sembra di averli realmente incontrati. Pochi tratti e non li dimentichi più.
Il senso dello humour, sempre delicato, mai volgare, regala un tic, un sopracciglio alzato, una piccola mania e il personaggio è completo.
Nel 1946 il mitico registra Ernest Lubitsch girò il film con Charles Boyer e Jennifer Jones tratto proprio da Cluny Brown. Il film si discosta un poco dalla trama del libro, pur ricreando in modo magnifico l’atmosfera divertente e il candore di Cluny.
ASTORIA ha pubblicato altri due romanzi della Sharp, sempre molto piacevoli: Britannia Mews e Gli occhi dell’amore.
La signora Persi li aveva letti entrambi, sempre estasiata dalla fantasia e dall’estro della scrittrice.
Anche in BRITANNIA MEWS il personaggio principale è una giovanissima donna, ribelle alle regole assurde e ai pregiudizi del tempo, forte, coraggiosa, anticonformista, capace però di assumersi la responsabilità delle sue scelte.
Anche in questo romanzo la storia è originale e ricca di spunti divertenti, proprio dello stile di questa interessante scrittrice.
La trama de GLI OCCHI DELL’AMORE è forse la più incredibile, complessa e originale dei tre libri citati.
I personaggi di spicco sono molti: il libro si apre con gli occhi di una bambina di nove anni che ha la capacità di “vedere” tutto ciò che la circonda in modo particolare, come l’obiettivo di una strana macchina fotografica capace di ingrandire, dilatare e cogliere particolari sui quali la maggior parte delle persone scivola via senza vedere. Lei, Martha, li vede con gli occhi del vero artista, cogliendone l’essenza per poi riprodurla pazientemente e tenacemente con la matita o il carboncino.
Martha potrebbe essere scambiata per una ragazzina autistica di oggi, in realtà è un personaggio interessantissimo e libero, costretta dalle circostanze a bastare a se stessa in un mondo che pensa solo a se stesso.
Poi c’è la coppia principale, male assortita, apparentemente. Basti dire che si è conosciuta ad un ballo mascherato: lei ballerina spagnola con tanto di mantilla e pettinino, ossuta e spigolosa, lui pacco postale, grosso e imponente. L’attrazione degli opposti: irresistibile.
Come sempre avviene nei romanzi della Sharp ogni personaggio è un piccolo capolavoro, un mondo completo, ricco di caratteristiche, capace di imporsi con forza all’attenzione di chi legge.
La signora Persi amava particolarmente Mr. Joyce, un personaggio di contorno che si rivelerà poi determinante per il finale della storia.
Una storia ricca di colpi di scena esilaranti, capaci di regalare momenti di puro piacere, di angoli divertenti dove vanno a sciogliersi le amarezze e le tristezze della vita quotidiana .
Margery Sharp è anche autrice di racconti per bambini, Le avventure di Bianca e Berni, ed è proprio a questi racconti che la Walt Disney si è ispirata per creare il tenerissimo film Bianca e Bernie.